Quando tutte le idee sono ormai esaurite e la crisi impone una certa austerità alle spese natalizie, non c’è nulla di meglio che regalare un buon prodotto enogastronomico, scelto pensando a chi lo dovrà ricevere, con la giusta attenzione per la qualità e la territorialità.
Bando alle cravatte dunque, ma anche ai sali da bagno e a qualsiasi regalo non esattamente utile. Largo invece ai prodotti locali, alla gastronomia e ai vini.
È così che sembrano pensarla gli italiani secondo un’indagine condotta dalla Coldiretti durante le ultime feste natalizie.
Lo studio, oltre a testimoniare l’orientamento verso l’acquisto di regali scelti attingendo dall’infinito panorama enogastronomico del nostro paese, evidenzia come il momento del dono diventi anche un piacevole pretesto per visitare i mercati locali alla ricerca di un pensiero originale, utile e personale.
Al di là dei risvolti economici della tendenza, è interessante notare un ritorno all’essenzialità del dono, alla ricerca pensata di un oggetto semplice, ma prezioso. Sono lontani i tempi dei regali dell’ultimo minuto, costosi e futili, spesso oggetto di imbarazzanti ricicli.
Ci sono i conti da far quadrare e l’effetto virtuoso di questo imperativo è la riscoperta della genuinità delle cose semplici, legate al territorio.
Chi ha intuito in tempi non sospetti il valore di un dono goloso è la signora Maurizia Pala, fondatrice di Durke, azienda specializzata nella produzione di dolci tipici sardi che spedisce i suoi pacchetti di leccornie isolane in tutto il mondo.
La signora Maurizia, bittese di nascita e cagliaritana d’adozione, fin da ragazza ha appreso l’arte di confezionare i dolcetti sardi, uno diverso per ogni occasione.
Un’arte precisa e rigorosa, che segue le regole delle ave e impone l’uso di ingredienti naturali, bandendo conservanti e elementi estranei alla tradizione.
Trasferitasi a Cagliari, Maurizia ha deciso di avviare la sua attività artigianale dedicandosi alla preparazione dei principali dolci isolani.
Ultimamente anche nella sua piccola bottega,nel quartiere storico della Marina, si è avvertita una nuova sensibilità verso i prodotti tradizionali e si è assistito alla riscoperta dei dolci sardi come originale regalo natalizio o souvenir di viaggio.
Lo conferma Maria Antonietta Goddi, responsabile del marketing e figlia di Maurizia, che ci spiega come i dolci sardi costituiscano un dono unico non solo perchè preparati artigianalmente, ma soprattutto per via degli ingredienti utilizzati e della loro lavorazione, che ne fanno un prodotto originale e non accostabile a nessuna altra tradizione dolciaria italiana o internazionale.
Maria Antonietta, che insieme a sua madre e alle sue sorelle ha studiato la storia della Sardegna e in particolare le abitudini gastronomiche e i loro risvolti nutrizionali, ci racconta come i dolci isolani si siano conservati unici e fortemente caratterizzati nel tempo a causa dell’insularità.
Miele, mandorle e uova sono rimasti nei secoli e fino ad oggi gli ingredienti principali dei nostri dolci tesori per via della loro facile reperibilità nell’isola e a causa della scarsità di contatti con l’esterno, che ha reso la tradizione dolciaria sarda immune alle contaminazioni.
Un prodotto unico dai sapori antichi che solletica i palati dei sardi e non solo, varcando il confine dell’isola diretto verso il resto dell’Italia e del mondo.
Per conservare il profumo e il sapore dei dolci delle nonne, segreto del successo di Durke, Maurizia e le sue figlie hanno svolto un vero e proprio lavoro di ricerca recandosi nei vari paesi per imparare le ricette direttamente dalla memoria e dai taccuini delle donne sarde.
Un lavoro enorme perchè ogni paese custodisce orgogliosamente il proprio prodotto, diverso da quello del centro vicino anche solo per una piccola variante.
Potrà quindi accadere che recandoci nella piccola bottega di Via Napoli potremo assaporare i papassinos, uno dei più rappresentativi prodotti del panorama dolciario sardo, declinato nelle sue numerose variazioni a seconda del paese di provenienza.
È così che la ricerca di Maurizia e le sue figlie diventa essa stessa dono prezioso per le generazioni future, un tesoro di saperi e conoscenze che consente di conservare intatte le tradizioni giunte fino a noi immutate nei secoli.