Tra pandemia e guerra, anche quest’anno torna il Festival della Resilienza con la chiamata per ospitare in Sardegna artisti da tutto il mondo. C’è un mese di tempo per partecipare. Il fulcro dell’edizione 2022 sarà il concetto di PRIMITIVƏ, una condizione primordiale che ci riguarda sempre più da vicino e che viene espressa dall’incontro tra arte nuragica e contemporanea.
Da qualche anno, infatti, il Festival della Resilienza ha messo al centro della propria progettazione lo sviluppo di Muraghes – Parco dell’arte nuragica e muraria. “Muraghes è un parco, un progetto, un’idea di futuro.” Afferma Gian Luca Atzori, Presidente dell’APS ProPositivo “È l’incrocio tra Murales e Nuraghes nel Centro Sardegna, nato come tentativo di unione tra l’immenso patrimonio culturale presente nel nostro territorio al fianco del lavoro di riqualificazione urbana e artistica svolto da noi negli ultimi anni, dando vita ad una piattaforma dal grande potenziale turistico”.
Dal 2015, il Festival promosso dall’Associazione ProPositivo ha coinvolto oltre 50 partner locali, nazionali ed europei, producendo: circa 100 eventi culturali; 3 Scuole di alta formazione con La Stampa e L’Espresso; 10 residenze teatrali e musicali con Sardegna Film Commission e Sardegna Teatro; 3 Contest internazionali di Street Art. “Attività che nel tempo hanno prodotto circa 40 murales in 7 comuni e coinvolto più di 200 ospiti tra ricercatori, giornalisti, scrittori e artisti, con un valore indotto sul territorio di oltre 300 mila euro.” aggiunge il direttore organizzativo Luca Pirisi.
Questo incontro tra arte primitiva e contemporanea, è anche l’anima dell’ottava edizione del Festival della Resilienza, la quale è connotata dal concetto di PRIMITIVƏ. PRIMITIVƏ come i graffiti e le prime pitture rupestri così antiche e così attuali. Secondo la direzione artistica affidata a Isabel Gollin, “ancora oggi ci esprimiamo lasciando un segno sulle pareti, con un’azione preistorica, per raccontare la nostra contemporaneità. PRIMITIVƏ come la condizione attuale, fatta di paure, limitazioni e incertezze in cui riscoprire l’essenziale, il benessere primordiale.”
E’ come se ci trovassimo di fronte ad un Futuro Primitivo, “un futuro che non riesce a delinearsi, come se fosse bloccato da un passato che continua a riemergere”, afferma Azzurra Lochi, direttrice culturale del Festival. “Ne è espressione il simbolo “Ə” ,schwa/scevà, protagonista di un dibattito presente che tenta di lasciarsi dietro un passato e una tradizione per delineare un’evoluzione inclusiva a partire dal linguaggio.”
Il Festival si svolgerà con diverse attività partecipative tra giugno e luglio e vedrà la sua conclusione con una serie di eventi tra il 1 e il 5 agosto a Macomer. Il programma sarà disponibile a breve ma, come ogni anno, la manifestazione parte con una chiamata agli artisti disponibile sul sito propositivo.eu, questa volta orientata alla creazione di opere fisiche e digitali che possano arricchire permanentemente il nuovo parco Muraghes.