Kate Bonsworth e Jamie Blackley
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Locarno (Svizzera)Festival del Film Locarno 2012, Proiezione in Piazza Grande Napoli e poi, Ischia. Ai giorni nostri.Eppure, sin dalla scena iniziale di While we were heredove nello scompartimento di un treno in arrivo alla stazione di Mergellina siedono un uomo e una donna sui trent’anni, il look vintage dei due, coadiuvato dall’uso del bianco e nero, fa pensare subito e non a caso al cinema che racconta un Italia anni Cinquanta, come quello di Roberto Rossellini e del suo Viaggio in Italia, ma anche quello di De Sica e di Wyler con l’indimenticabile Vacanze Romane e una Audrey Hepburn da manuale.Nel film di Kat Coiro non ci sono principesse in fuga. C’è un’algida ed esile Kate Bosworth in crisi con il marito (Iddo Goldberg) accompagnato da lei a Napoli per un tour (lui è un concertista e suona la viola). I silenzi, gli sguardi tra i due, l’attenzione distratta che l’uomo riserva alla moglie, il suo non credere al progetto di scrittura di lei che ascolta su nastri la voce della nonna, reduce della II Guerra Mondiale con l’obiettivo di trarne ispirazione per un libro, i tentativi falliti della donna nel costruire un dialogo inesistente sono sintomi chiari di una coppia alla deriva, dove un aborto e la consapevolezza di non poter avere figli sembrano aver intaccato la relazione per sempre. Ed ecco che tra le strade di Ischia, in cui la Bosworth si perde annoiata e frustrata mentre il marito è alle prese con le prove del suo concerto, entra in scena Caleb (Jamie Blackley), diciannovenne americano che la farà sentire di nuovo viva e darà il colpo di grazia a un matrimonio in via di estinzione.La Coiro costruisce una storia semplice, fatta di atmosfere rarefatte e silenzi eloquenti, di luoghi bellissimi e tanto amati dai turisti di tutto il mondo, anche se rimane un po’ troppo prigioniera di quell’immagine dell’Italia mediterranea da Dolce Vita che piace tanto agli americani, ma che rischia di suonare decisamente superata e satura di cliché, soprattutto per un film ambientato nel Duemila: le donne vestite con scamiciati smanicati e demodé, il classico capannello di napoletani che litiga urlando in puro stile Totò e Peppino, la Bosworth che, chiedendo indicazioni nel tentativo di raggiungere il castello aragonese di Ischia, scimmiotta gesti eccessivi perché quello sembra il solo modo di farsi capire laggiù. Caleb che, pur essendo americano (per fortuna) è vestito con pantaloni “Capri” e una canottiera slabbrata che oggi nessun ischitano indosserebbe nemmeno per Carnevale, l’immancabile Vespa stile Vacanze Romane, una Cinquecento bianca vecchio modello (non quella “up to date”, uscita nel 2007, cinquant’anni dopo l’originale) e gli immarcescibili carabinieri…Tutti questi dettagli che fanno “colore”, rovesciati sullo schermo all’unisono concorrono a creare un’immagine facile e un po’ forzata di un’Italia che non c’è più, ma che piace e che probabilmente rassicura lo spettatore straniero, catapultato in un mondo “altro”, lontano dal suo quotidiano.Luoghi comuni a parte, la Coiro racconta il disagio palpabile di una donna sempre più lontana dall’uomo che ha sposato: la storia con un adolescente non è la via di fuga, ma un ulteriore segnale di disfacimento di un rapporto che nemmeno la cornice patinata e senza tempo di Ischia e Napoli potranno fermare: é il primo segno di rinascita personale di una giovane donna, che implica la rottura con quello che è stato, portando autonomia e rinnovamento interiore.While we were here di Kat Coiro

con Kate Bosworth, Iddo Goldberg, Jamie Blackley

Stati Uniti – 2012 – 83 minPrima internazionale

 

 

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