Sant’Antioco (ITALIA)
Sole d’estate e i turisti, si sa, preferiscono le spiagge alle opportunità culturali. Al massimo ci si può concedere una passeggiata archeologica e la visita ad un museo in un giorno di vento. D’altra parte non è ‘colpa’ dei Sardi se il loro mare è talmente invitante da offuscare le altre bellezze dell’isola con il colore cristallino dell’acqua. E se i nuraghi costellano il paesaggio incuriosendo inevitabilmente chi percorre la Sardegna in macchina, in moto o in bicicletta, non si può dire che la medesima sorte tocchi ai numerosi ‘tesori’ , defilati e spesso nascosti, che solo l’azzardo di pochi viaggiatori riesce a scovare. I Sardi, infatti, non sono bravi a promuovere le testimonianze della loro Storia. Perlomeno non lo sono quelli che hanno voce, spazi sui media e, diciamolo senza timore, coloro che detengono il potere. Eppure anche la cultura potrebbe essere una risorsa grande quanto il mare, e una fonte di lavoro e ricchezza. Ma questo è un discorso economico e poiché l’economia è strettamente connessa alla politica, le strategie di valorizzazione del patrimonio culturale, in Sardegna come nell’Italia tutta, non sono mai decise con intelligenza ed onestà bensì con bieco opportunismo. Così si danneggiano non solo i siti archeologici che mancano di un’adeguata manutenzione ed i musei che, spesso privi di servizi e incapaci di lanciare iniziative accattivanti, accolgono un numero ridotto di visitatori. Ma si rischia anche di perdere memoria della Storia e delle tradizioni. Cosa che sembra non preoccupare affatto i governanti sardi, interessati semmai a trasformare ciò che di autenticamente ‘tipico’ resta sull’Isola, in un pastrocchio folkloristico da vendere ‘in pacchetto’ ai tour operators. E pazienza se in questo modo si sfiora il falso (ed il ridicolo), l’importante è fare soldi a breve termine. E decretare, a lungo termine, la morte di ciò che realmente rende la Sardegna unica nel panorama mediterraneo.
Queste righe vogliono dunque essere un sentito appello, rivolto ai Sardi prima ancora che agli ospiti. Sappiate conservare e tramandare la vostra Storia. Abbiate rispetto per la Memoria, l’unica eredità certa da lasciare ai vostri figli. E se proprio non sapete come si fa, vi invito a recarvi a Sant’Antioco e visitare il Museo del Bisso. Lì incontrerete Chiara Vigo, l’ultimo maestro di bisso esistente al mondo. Non dovrete pagare un biglietto d’ingresso, ciò che ammirerete è già vostro. Le vetrine che contengono le opere del maestro non hanno lucchetti. Perché mai dovreste rubare qualcosa che vi appartiene? Godete dunque di quello che più attira la vostra curiosità, non abbiate fretta di compiere il giro della bottega, perché il Museo del Bisso non è una stanza ma uno spazio senza confini, aperto sul Tempo. Sedetevi se ne avrete voglia o rimanete in piedi. Nessun custode vi ammonirà di stare attenti a non sfiorare questo o quell’oggetto. I custodi del bisso siete anche voi. E non vi affannate a cercare pannelli o targhette di alcun genere. Al Museo del Bisso non si impara leggendo, ma ascoltando un messaggio che Chiara Vigo tramanda per noi attraverso la sua esistenza e la sua maestrìa. Sarà lei stessa a narrarvi, con doti di cantore, la sua storia e quella della ‘seta del mare’ che attraverso un patrimonio gestuale di antica sapienza, diverrà ‘filo’ davanti ai vostri occhi. E se, infine, vorrete acquistare almeno un souvenir, non dispiacetevi nello scoprire che al Museo del Bisso non si vende nulla. Chiara Vigo ha consacrato la sua vita a quest’Arte, che prima fu di sua nonna, e prima ancora di sua bis-nonna e così via, indietro negli anni, fino ad arrivare alla regina il cui ciuffo ha lo stesso colore del bisso. Berenice chioma d’oro. Uscendo dal Museo, sarete trattenuti ancora lì da una forza emozionale che vi legherà inesorabilmente a quel filo, così fragile eppure così forte. Vi accorgerete allora che questo è il dono che il maestro vi avrà fatto e che mai vi sareste potuti comprare; l’eredità che vi avrà affidato e che sempre dovrete impegnarvi a trasmettere.
Per saperne di più sul Bisso e la maestria di Chiara Vigo visitate il suo sito internet ufficiale alla pagina: http://chiaravigo.com