Antonello Salis
Share

Cagliari (ITALIA)

Siamo di nuovo nel mondo del Jazz Expo, e anche il 2008 è stata un’edizione ricchissima di eventi importanti, primo fra tutti l’omaggio alla carriera ad Antonello Salis, uno dei più importanti musicisti della scena jazz europea. Un pianista e fisarmonicista dalle doti straordinarie, un creatore e improvvisatore che ha spiazzato il pubblico del festival con una performance senza tregua con il suo “Meta Quartet”, una delle sue formazioni più longeve del panorama jazz nazionale ed internazionale. Nessuna remora per la fantasia creativa, il nostro pianista sardo ha trascinato nella sua esibizione al Palazzo dei Congressi, artisti storici come Don Moye, insieme a Sandro Satta al sassofono e Riccardo Lay al contrabbasso. Un concerto che ha regalato emozioni fortissime, applausi generosi e richieste infinite di bis, che il quartetto ha regalato per due volte. La soddisfazione di aver visto un pezzo di storia della musica, ha fatto uscire tutto il pubblico con un sorriso beato.

Ma cominciamo dall’inizio della serata di sabato, che si apre con l’esibizione del giovane e ormai “vecchio”, della scena jazz newyorchese Roy Hargrove al Palazzo dei Congressi. Chi ha assistito al suo concerto è rimasto folgorato dalla freschezza delle sue composizioni e dalla forza del concerto. Un musicista di impostazione hard Bop, dotato di un suono chiaro e brillante che non ha riferimenti ad altri trombettisti del passato. Roy Hargrove è stato scoperto nel 1987 da Wynton Marsalis e subito viene inserito nella sua band che gli apre le porte del jazz importante, con collaborazioni prestigiose. A vent’anni incide il primo album. Una carriera di tutto rispetto, che ha regalato al pubblico di Cagliari uno spettacolo da non dimenticare.

Alle 18 un’altra sorpresa e assoluta prima nazionale, con l’esibizione di “Almost W Quartet”, il quartetto ideato da Gavino Murgia, sassofonista, interprete vocale con cui riesce a creare una vera sinfonia di suoni che riprendono la musica della tradizione sarda. Nella band, Roswell Rudd, il grande trombonista e compositore, Michel Godard con la sua tuba, ed il grande batterista newyorkese Famoudou Don Moye. Concerto anche questo che ha riempito la sala di un pubblico ammirato per la bravura di tutta la band. Anche in questo caso, si può vedere la facilità con cui un’artista sarda riesce a creare concerti e spettacoli con artisti di importanza internazionale, con assoluta professionalità e originalità. Il jazz senza confini, o meglio un European Jazz Expo senza confini, dove ciò che adesso è normale non lo era anni fa, quando le collaborazioni tra artisti della stessa isola e con artisti stranieri era una rarità assoluta. Un bell’esempio di integrazione culturale oltre che artistica, la musica unisce senza tanti sforzi, così dovrebbe essere in tutti i mestieri e in tutte le realtà sociali.

Elena Ledda
Elena Ledda

Ma il tempo è poco, e poter vedere tutto è impossibile. Ci troviamo ogni volta a dover scegliere la sala, il concerto, l’evento migliore. Ma il meglio è abbastanza soggettivo, perché la qualità è altissima per tutti gli eventi. Si sceglie seguendo il gusto personale e la curiosità, insomma per una volta abbiamo l’imbarazzo della scelta. E scegliamo di andare a vedere il palco che ospita il gruppo S’Ard, nell’Arena, all’esterno, perciò col freddo che iniziava ad insistere e nonostante ciò lo spazio era colmo. S’Ard è formato da un gruppo di artisti sardi che hanno voluto unirsi per un progetto comune: far conoscere la musica isolana al resto del mondo. Musicisti che sorprendono ogni volta per la bravura, come Mauro Palmas e Marcello Peghin o ancora Salvatore Bonafede il pianista jazz e compositore, talento riconosciuto della musica jazz. Sul palco salgono le donne dalla voce più potente della musica d’autore italiana, Elena Ledda per la Sardegna e Patrizia Laquidara per la Sicilia.

Quest’ultima un’autentica sorpresa, un talento esplosivo, una voce che riesce ad emozionare, che arriva anche a livelli di intensità notevoli. Patrizia Laquidara ha cantato una canzone tradizionale veneta, regione che ha adottato per vivere in questi anni, una del suo repertorio e alla fine la canzone finale del concerto, un pezzo in lingua sarda dove si esibiva con Elena Ledda e Francesco Pilu, cantante dei Cordas e Cannas. Ci vuole coraggio a cantare in sardo per una siciliana-veneta-portoghese… l’esibizione però è riuscita perfettamente. La padrona di casa, Elena Ledda ha dato ancora il meglio di se, nella sua veste appassionata, ed emoziona con le sue melodie. Abita il palco come fosse la sua casa, crea un’atmosfera trascinante e piace a tutto il pubblico, che applaude copiosamente. Il cantante dei Cordas e Cannas, ci ha regalato una esibizione buona, forse in ombra dall’importanza delle voci femminili. La potenza del timbro di voce della Laquidara metteva in crisi i compagni del palco, ma nell’insieme il risultato è stato grandioso. I musicisti hanno eseguito uno dei concerti più belli del festival, accompagnando anche le voci del Coro a tenore di Oniferi che ha rafforzato l’effetto di concerto di insieme.

La serata è poi continuata con le interviste di Pier Francesco Loche agli artisti, e poi dalle ore 24, con il concerto “Devil” di “Nick the Nightfly & Monte Carlo Night Orchestra”.

Leave a comment.