Allevi a Cagliari
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Cagliari (ITALIA)

27 agosto 2008, Giovanni Allevi suona all’Anfiteatro romano di Cagliari per il tour del suo nuovo lavoro “Evolution”.

Sì, l’evoluzione s’è vista tutta: musica e pensiero. Per spiegare il suo lavoro userò le sue stesse parole “Stiamo tornando nel Rinascimento italiano, dove l’artista deve essere un po’ filosofo, un po’ inventore, un po’ folle, deve uscire dalla torre d’avorio e avvicinarsi al sentire comune”. L’esperimento supera la personalità psicotica di certi artisti misogini del ‘900, l’esperimento musicale verso il terreno, il concreto sentire, rende partecipe ed edotta la popolazione che ascolta. Inoltre, il livello culturale del pubblico, in qualche modo, si innalza rispetto alla media nazionale. Come nel suo pezzo “300 anelli”, dove fa dialogare l’uomo e la natura “seguendo un dialogo serrato, dove l’uomo all’inizio attacca la natura per conquistarla”. Poi in un secondo tempo la natura e l’uomo trovano un accordo, e si trova un terreno comune di convivenza.

Una metafora, un’immagine che supera l’ostacolo della comprensione linguistica. La musica supera la grammatica comune, deve necessariamente dialogare in codici universali. Allevi usa la Filosofia per entrare nell’intimo delle “parole musicali”, usa gli spartiti come racconti o meglio come messaggi, un linguaggio che in ogni caso unisce.

Il suo è un concetto che si evolve continuamente, e come dice nella spiegazione di cosa non è il suo disco: “Evolution” non è un disco “New Age”, non è musica “Minimale”, non è musica di “contaminazione” o “crossover”, non è musica da film.
Evolution, è un disco di musica classica contemporanea. Un genere, ed un linguaggio che vive ormai da secoli, ma che da spazio di sperimentare e creare infinite soluzioni e melodie.

Il suo lavoro, soprattutto quest’ultimo, che fa insieme all’orchestra dei Virtuosi italiani (grandiosa orchestra), sottolinea il carattere di insieme, di “concerto” nel vero senso della parola. Ossia, una composizione musicale che prevede uno o più strumenti solisti accompagnati dall’orchestra, e sottolinea l’idea di incontro e di dialogo già nell’etimo della parola.

Sembra che Allevi sia legato all’etimologia, al ricercare il primo significato delle parole. Come una ricerca di un’origine comune, valida per tutti, universale. La sua musica mira all’universale, al metafisico quasi. Le musiche del nuovo album cercano spazio, si sviluppano in altezza con un’orchestra che aiuta a esprimere meglio lo spartito. Allevi compositore di se stesso, arriva a creare un Suite di brani, una famiglia musicale che nel concerto raggiunge i suoi massimi livelli.

Il luogo poi, aiuta l’artista a crearsi un regno personale, un non luogo dove solo la melodia e le poche parole di spiegazione creano l’atmosfera perfetta. Nessun colpo di scena, nessun aiuto tecnologico hanno decretato il successo di un teatro pieno, tanto da non contenere tutti quelli che avevano pagato il biglietto.

Da segnalare il pessimo comportamento dell’organizzazione (Shannara) nel vendere dei posti inesistenti. Pazienza, il concerto è stato bellissimo lo stesso, merito dello spirito ottimistico di Allevi e orchestra, e della pazienza infinita del pubblico cagliaritano.

Giovanni Allevi non ha però dimenticato di suonare i pezzi che lo hanno reso famoso: “Come sei veramente” o ancora “Back to Life”. Allevi live, ossia come assistere ad un concerto di musica classica-contemporanea. Tutte le emozioni e le musiche sono assolutamente popolari nel senso più alto della parola, di dominio pubblico ma con un linguaggio classico.

Insomma, un concerto da non perdere, in qualsiasi posto vi troviate le emozioni saranno sicuramente fortissime.

 

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