Viviamo costantemente in un eterno presente, un indimenticabile passato e un futuro inesistente. Cos’è un’occasione perduta se non un prolungamento continuo di un passato ormai dissolto?
A tutti è capitato di pensare alle occasioni perdute: quelle scelte non fatte, quel “no” o quel “sì” non detto, quel viaggio o quella dichiarazione non fatta. Si rimane a volte anni a ripensare agli errori, ai possibili(?) amori lasciati a metà, nell'”indecisione che uccide più della malaria“…
In questo numero proviamo invece a rovesciare il punto di vista comune: le occasioni perse sono quelle che non abbiamo ancora incontrato!
Non è solo il tempo a decidere cosa deve succedere, dipende dal carattere, dalla costanza, dal sano attaccamento ai migliori progetti. Il tempo aiuta solo a dimenticare gli errori e riconoscere ciò che veramente si desiderava. Nessuna recriminazione o pentimento, il meglio deve ancora venire insomma.
Le catastrofi possono essere occasioni di rinascita, quasi sempre. C’è sicuramente un certo fascino del passato, quella nostalgia di cose mai accadute (come diceva il poeta portoghese Pessoa), per come poteva andare se avessimo scelto questa o quella strada. Tutto questo è assolutamente deludente per il futuro, oggi più che mai.
Non c’è molto tempo per immaginare un “passato diverso”, c’è assolutamente bisogno di pensare a creare nuove occasioni, progetti, rischi di imprese che ci piacciono.
Credo, ma è solo una mia idea, che viviamo in un’epoca in cui si può immaginare il proprio futuro, in passato era preclusa anche solo la possibilità.
Le occasioni perdute riguardano la nostra sfera individuale, ma anche quella generale. “Se il governo avesse difeso al suo tempo lo sviluppo di Olivetti, oggi l’Italia sarebbe un altro paese”, questa frase l’ho letta in molte occasioni. Come se da una singola decisione, da un singolo aspetto dell’economia poi si possa immaginare uno sviluppo a catena per tutti gli aspetti della vita. E’ il mantra politico anche dei giorni nostri, vendere una singola decisione come determinante per l’intero sviluppo o decadenza del paese. Ma sarà davvero così?
Ci sono delle decisioni che nella vita vanno prese, non ci sono alternative. Bisogna scegliere chi si vuole essere, e non è retorica romanzesca. Se non si decide, le occasioni perdute si moltiplicano nell’infinito presente…
Buona lettura!
In questo numero: Claudia Zedda, Su scusorgiu: l’occasione perduta; Francesca Violante Rosso, La Sardegna e i nuraghi, ossia la cultura come occasione per il futuro; Sandra Giuliana Granata, Georges Bernanos, il profeta della Grazia; Daniela Trudu, L’attesa delle occasioni ritrovate; Consuelo Melis, Prova d’amore; Barbara Picci, La macchina del tempo; Gabriella Dessì, La leggenda del santo bevitore; Irene Melis, Colpi di scure e sensi di colpa. Storia del disboscamento della Sardegna dalle origini a oggi; Alessandra Ghiani, Oltre i confini, oltre le mura; Erica Verducci, Libia, Siria, Egitto – Riflessioni intorno ai viaggi mancati