Certo chi immaginava il 1984 il punto d’arrivo della tecnologia usata dal potere per spiare i sudditi ed asservire le loro coscienze, aveva fatto male i conti, ma solo di qualche decina d’anni.
La tecnologia, infatti, invade oggi massicciamente le nostre vite, tanto da risultare indispensabile per il compimento anche delle più banali operazioni della quotidianità.
Si è infiltrata subdolamente soddisfacendo il lato più indolente del nostro inconscio. E’ indubbio che essa porti a risoluzioni veloci dei nostri problemi ed è stata progettata proprio a tal uopo. Ma questo facilitarci in ogni campo della nostra esperienza, porta sicuramente l’uomo ad adagiarsi e a cambiare le sue abitudini cognitive, spesso azzerandole del tutto.
L’altro giorno, in fila al tabacchino, la persona davanti a me si è accorta che, oltre alle sigarette, aveva bisogno di un accendino. Dopo averne chiesto il prezzo, ha fatto finta di rispondere ad un messaggio al telefonino, ma era palese che stava facendo il complicatissimo calcolo dell’importo totale di quel suo vizietto antisalutista. Poi ti rendi conto che anche tu sei privo di accendino ed improvvisamente senti il telefonino vibrare. “Deve essermi arrivato un messaggio!”.
L’uso sempre più massificato del calcolatore ha cambiato profondamente i nostri schemi mentali. La filosofia del copia/incolla fa ormai parte del nostro bagaglio culturale e viene applicata costantemente in vari campi del nostro consueto trantran. Spesso e volentieri, anche nella risoluzione dei problemi di tutti i giorni, siamo portati a ragionare come se stessimo operando col computer e, nel momento in cui commettiamo un errore, ci aspettiamo di poter tornare indietro col classico tasto “Undo”. Purtroppo questo tasto non è applicabile all’esperienza umana, anche se è utilizzato con successo nei matrimoni di oggi, in cui la previa consapevolezza di poterlo usare, garantisce la possibilità stessa che possano aver luogo.
Per non parlare della funzione “Search”. Quante volte in casa siete diventati pazzi cercando disperatamente qualcosa ed avete desiderato ardentemente che esistesse la possibilità di fare una semplice ricerca? O quando vi ricordate un passo di un libro che vorreste rileggere ed impiegate 20 minuti per trovarlo?
L’informazione oggi è diventata immediatamente fruibile e ciò ha determinato ovviamente tempi di risposta verso la soluzione dei problemi dimezzati rispetto al passato.
Attraverso wikipedia, ad esempio, riusciamo in pochi minuti ad avere quelle informazioni che, a cercarle in un’enciclopedia cartacea, ci metteresti il quadruplo del tempo. Per non parlare del fatto che, attraverso i tele e video fonini di oggi, Internet é disponibile dappertutto, mentre l’enciclopedia cartacea si trova a casa sopra un altissimo ed impolverato armadio e ti serve anche la scala, conservata nello sgabuzzino dietro le scope per arrivarci. Insomma… Un incubo.
Grossi colossi come Google detengono il controllo del potere con il loro motore di ricerca, che è diventato talmente importante nella vita di oggi, che è stata recentemente avanzata la proposta di farlo Santo, per non parlare del fatto che il verbo “googlare” è ormai inserito nel vocabolario ed utilizzato costantemente nel parlato di tutti i giorni.
Se una volta finire un Bartezzaghi o un Ghilardi era ritenuto quasi impossibile, oggi come oggi basta avere google e mettere in moto due o tre neuroni per trovare le giuste chiavi di ricerca e risolvere qualsiasi enigma.
Non è finita qui, perché nei nuovi smartphone, ad esempio, abbiamo anche il gps e possiamo in qualsiasi momento non solo localizzare i luoghi che ci interessano, ma anche tracciare quelli dove ci troviamo. Leggevo proprio l’altro giorno un’intervista ad un noto stalker seriale in cui l’intervistatore gli domandava se i nuovi sistemi di localizzazione, attraverso facebook ed altri social network, avessero in qualche modo facilitato le sue abitudini. Ovviamente la sua risposta è stata positiva e quasi osannante verso questa nuova possibilità di individuazione delle prede. Non aveva più difficoltà a farsi trovare casualmente negli stessi posti ed aveva arricchito le sue tecniche di abbordaggio per finalizzare i suoi tentativi di approccio.
Google, con l’email, la condivisione di documenti, l’agenda, le gallerie fotografiche, il nuovo social network, le mappe e finanche le ricerche, ha in mano una quantità di informazioni sull’utente che gli permetterebbero di profilarlo completamente.
Ci si chiede se, come e quando questi dati verranno utilizzati, sia per fini economici, sia per fini di controllo sociale.
La matassa sarà sciolta solo stando a guardare cosa succederà nei prossimi anni, e, anche senza andare troppo lontani, nel prossimo lustro. Tutti i cambiamenti hanno bisogno di fare il loro corso e, solo col tempo, si può realmente capire in che modo essi cambieranno le nostre vite, non solo a livello pratico, ma anche sociale. Adesso ci troviamo in pieno boom esplosivo, circondati da mille stimoli ed entusiasti di questa ennesima facilitazione di tutte le nostre attività. Ma quali saranno le conseguenze fra qualche anno?
In che modo questa “Rivoluzione tecnologica” muterà i rapporti fra le persone? E’ possibile che si arrivi ad un totale controllo dell’individuo tale da determinare la realizzazione di quello che Orwell chiamava il Big Brother?
I presupposti ci sono tutti e l’irresistibile slogan orwelliano “Il Grande Fratello vi guarda” potrebbe essere riadattato allo scenario attuale con “La Grande Rete vi traccia”.
N.B. Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale.