Secondo l’etimologia del termine, per “tecnologia” si intende una esposizione di regole per trattare con arte e scientificamente un certo soggetto.
Con “arte” non ci si riferisce qui al significato più immediato della parola -quello che ci fa venire in mente un quadro o una scultura- ma più specificatamente alla capacità di fare. Non a caso tale concetto fino al Medioevo racchiudeva in sé solo le teorie e gli accorgimenti che venivano osservati in ambito più che altro pratico: ad esempio quello artigianale o meccanico.
La tecnologia può essere considerata un modo di migliorare le condizioni di vita degli individui, contribuendo al loro benessere attraverso metodologie sempre più avanzate.
Arte e tecnologia sembrano così essere molto distanti.
Da una parte, l’una potrebbe essere guardata solo come un mero godimento estetico, mentre l’altra sembra faccia passi da gigante per facilitare e rendere più sicura l’esistenza dell’umanità.
Eppure un legame -anche molto stretto- c’è eccome.
Spesso si valuta un’opera giudicandone solo gli aspetti estetici e formali. Si osservano i colori, le linee guida, l’iconografia e quant’altro. A volte però si tralascia di contestualizzarla a livelli più profondi: quello storico, sociale, economico. Insomma, mentre un pittore dipingeva placidamente nella sua bottega, cosa succedeva nella società al di fuori di essa?
Se si immaginano gli artisti come semplici cittadini/componenti di una società è facile realizzare quanto essi possano essere condizionati dal contesto che ruota loro attorno, un tempo come oggi. Se questo è sconvolto e condizionato da nuove scoperte è facile intuire che i pittori tendano a inserirle in modo più o meno accentuato, nelle loro opere.
Nei tempi più recenti la tecnologia si associa alle invenzioni contemporanee: materiali iper-leggeri e innovativi, telefoni cellulari tuttofare, computer dalle mille risorse.
É invece opportuno ricordare che comunque ogni epoca ha avuto le SUE tecnologie, che a noi sembrano di certo un po’ scontate, ma che nel loro contesto hanno causato una forte ventata rivoluzionaria.
Gli artisti, nel corso del tempo, hanno subìto spesso il fascino delle nuove invenzioni, soprattutto gli artisti delle Avanguardie, e gli intellettuali ne hanno fatto materia di studio e riflessione, sviluppando una vasta letteratura.
Si può fare riferimento alla macchina fotografica, che ha rivoluzionato il metodo di rappresentazione dello spazio. Oggi ci può sembrare del tutto ovvio, ma allora non fu facile comprendere la portata di questa invenzione, che avrebbe mutato per sempre l’ambito delle arti visive, considerata anche la sua “concorrenza” con la pittura tradizionale. Si può parlare del cinematografo, che ha dato luce a una delle arti per eccellenza, ha messo le basi per tutte le svariate teorie e tecniche del linguaggio del cinema, senza il quale oggi non si potrebbe godere di un film nei moderni multisala, oppure un telegiornale o un cartone animato nei televisori domestici.
Si pensi all’automobile, al treno, al volo aereo. Ci sarebbero stati i Futuristi senza questi elementi? O ancora all’utilizzo del ferro e del vetro nell’edilizia, dei materiali sintetici usati per la produzione industriale di massa, la grafica pubblicitaria, senza contare l’attualissimo grande boom dell’informatica, che oggi sembra riuscire a insinuarsi in tutti i settori.
Se si riflette su quanto la vita si sia trasformata oggi con la tecnologia, non c’è da meravigliarsi quanto possa essere cambiata quella di artisti, teorici e intellettuali, i quali hanno trasmesso su altri piani il loro entusiasmo o sgomento. Poco gli importò forse della critica, del pubblico e della concorrenza: avevano capito che l’arte avesse bisogno di nuovi stimoli, per arricchirsi.
Val la pena anche fare una riflessione su come le nuove tecnologie abbiano influenzato il modo di promuovere l’arte. Esse hanno fatto si che l’arte non restasse solo un lusso d’élite, ma che potesse arrivare a tutti e diventare un fenomeno di massa, attraverso ad esempio il potenziamento della diffusione effettuato dai media. Questo è visibile nelle monumentali costruzioni che chiunque può ammirare nelle grandi metropoli -chiaro simbolo dell’evoluzione-, nei manifesti pubblicitari, in televisione e radio. Alcune correnti artistiche hanno sfruttato tutto questo in modo davvero intensivo, basti pensare a quelle più sperimentali, come ad esempio Dadaismo, Pop Art e Fluxus.
Ed ai giorni nostri, la ciliegina sulla torta: Internet.
Gli infiniti social network consentono agli artisti emergenti di pubblicare e rendere visibili a tutti le proprie opere. Possono esporsi in maniera più rapida. Conoscono in modo immediato il gradimento di esse grazie alla comunicazione virtuale e al mercato online.
É inoltre merito della tecnologia se oggi chiunque può vedere un’opera esposta dall’altra parte del pianeta, o addirittura visitare musei interi. Le immagini in alta risoluzione permettono la visualizzazione anche dei dettagli più minuti.
Tuttavia, ancora oggi è acceso il dibattito in cui tradizione e innovazione si scontrano: un dibattito dai tanti pro e contro, che se si risolvesse probabilmente segnerebbe la fine della ricerca espressiva artistica, che da sempre, pur tenendosi salda ai princìpi del passato, vede nell’innovazione il suo percorso futuro.