Pessoa
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Pagine esoteriche

Si può parlare di Fernando Pessoa, facendo finta che non sia uno scrittore reale e che non lo si possa leggere? Si potrebbe ipotizzare che la sua eteronomia lo spinga all’oblio, si può supporre che le pagine inventate da lui, in realtà siano un’illusione letteraria? La tentazione è forte, tanto è il mistero che avvolge la questione Pessoa. I suoi scritti sono stati recuperati solo dopo la sua morte nel 1935, tutti conservati in “un baule pieno di gente” come diceva Montale. Un baule pieno di scritti firmati da molti nomi, quanti i suoi personaggi inventati. Pessoa viveva in Bernardo Soares. Viveva nel personaggio del medico brasiliano, viveva attraverso il poeta Alberto Caeiro, Alvaro de Campos, o Ricardo Reis. Il testo è quello dove cerca di spiegare ciò che lo convince di più, e allo stesso tempo lo deludono profondamente, è “Pagine esoteriche” pubblicato in Italia da Adelphi 8\9 euro, forse il suo libro più intimo.

Le convinzioni politiche, quelle iniziali e quelle del pentimento. Si dichiara “un conservatore di stile inglese, cioè liberale all’interno del conservatorismo, e assolutamente antireazionario”. Racconta la sua biografia dal suo punto di vista: pochissime righe. Poi, le fobie, le paure le angosce che lo attaccavano con conseguenza fisiche. Studia l’esoterismo, i Rosacroce e le influenze che questa setta ha avuto, a suo parere, sulla politica del suo paese e in generale in quella europea. Ci parla del suo rapporto con la magia, e con una zia che sembra essere l’unica persona di cui si fidi ciecamente. Ci parla di lui, forse parlando direttamente come Fernando Pessoa – nome e cognome esatti per l’anagrafe -, come corrispondente estero di una ditta commerciale. Come l’uomo che visse solo tutta la vita, a parte la compaagnia dei suoi eteronomi con cui si intratteneva in lunghe discussioni, filosofiche, politiche e portoghesi!

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