1) I tuoi dati anagrafici sono tutti presenti sul tuo sito, perciò li descriviamo molto velocemente. Però non posso non osservare che per la tua giovane età hai già un bagaglio culturale e lavorativo non indifferente.Come sono stati i tuoi inizi? Hai avuto una guida che ti insegnava il “mestiere” oppure hai iniziato da indipendente a conoscere in modo libero la tua arte?
Ho iniziato in maniera indipendente e così continuo nel proseguire la mia strada. Naturalmente, man mano mi sono confrontato con altri autori: ho scambiato con loro idee e consigli che mi hanno aiutato a crescere. Ma non posso dire di aver avuto un vero e proprio punto di riferimento. Sono arrivato a possedere uno stile personale lentamente, sperimentando e cercando di seguire quello che mi ha sempre suggerito l’istinto. E’ qualcosa tutt’ora in evoluzione, che va a braccetto con le fasi della mia vita.
2) Tu affermi di voler indagare tutto quello che vuol dire Arte: disegno, letteratura, musica, fotografia ecc. Per alcuni l’arte è sempre libera, per altri deve avere uno scopo preciso. Nel primo caso abbiamo un’arte indipendente, nel secondo caso l’arte è al servizio di un particolare principio-politica-obiettivo (prendo solo l’esempio del celebre Guernica di Picasso). Cosa pensi che debba rappresentare l’arte? e in particolare la tua arte è rivolta ad un particolare obiettivo?
Entrambe le tipologie da te descritte sono valide. Da parte mia, prediligo realizzare arte che sia legata alla mia personalità. E’ qualcosa di più “egoistico”, che rappresenta le mie emozioni, le mie paure e i miei segreti. L’obiettivo che mi prefiggo è quello di trovare uno sfogo e trasmettere delle sensazioni intime e confuse a chi osserva i miei lavori. Però devo dire che, da fruitore, apprezzo molto anche quegli artisti che inseriscono dei messaggi sociali nelle proprie opere. Tutto sta nel vedere la qualità e l’originalità del lavoro proposto.
3) L’arte digitale a volte descrive in modo ossessivo dei particolari: un corpo, un oggetto, un viso se pur modificato con Photoshop. Sembra insomma una forma di dipendenza dalle cose, dalle persone. Non ho mai trovato un artista digitale che descriva una situazione sociale: disoccupati, scioperi, sovraffollamento delle città. Situazioni reali amplificate dalla mano esperta di un artista digitale. Molte volte le opere digitali ritraggono situazioni di solitudine o di disperazione dell’anima, ma raramente una iniziativa sociale o politica. Cosa ne pensi?
Su questo la penso diversamente. Per me il digitale è solo una tecnica; di conseguenza, chiunque può liberare la fantasia e rappresentare tutto ciò che vuole. Non ho mai identificato chi fa opere digitali con un particolare movimento ideologico o stilistico. Certo, ci sono le mode e a volte possono nascere delle correnti di pensiero interne. Forse chi si avvicina all’arte digitale può avere l’idea che ci sia soprattutto una preferenza per il figurativo… credo sia anche una conseguenza del fatto che molti artisti digitali sono molto legati alla fotografia. E il legame con la fotografia è sempre in aumento. Ma ciò non deve mandarci fuori strada, perché non è l’unico aspetto del digitale: ho incrociato tantissime tipologie di opere, molte politicamente impegnate, totalmente astratte o con stili del tutto originali, non riconducibili a niente di già visto in passato.
4) Quali progetti per il tuo lavoro editoriale? La tua rivista è un progetto molto ricco di spunti e idee per capire cosa succede nel mondo dell’arte digitale e non solo. Progetto indipendente, gratuito, che vuole presentare quegli artisti che altrimenti non verrebbero conosciuti?
Si, vuole essere un progetto indipendente e spaziare un po’ tra tutte quelle forme d’arte che sono emerse grazie alla rete. Quindi parlo di autori sconosciuti ma anche di quelli più famosi. Non voglio identificarmi come puro “underground” o “mainstream”: mi piace spaziare. Quello che conta è che si proponga qualcosa di interessante, di non scontato. Adesso c’è in cantiere la nuova versione del sito, con alcune novità, come ad esempio uno spazio dettagliato per gli eventi. Purtroppo ci sono stati degli imprevisti e i lavori sono rallentati. Ad ogni modo, il sito attualmente procede con la normale attività di magazine.
5) Qual è la tua idea di indipendenza in generale?
Indipendenza dai grossi sistemi di informazione e indipendenza anche dai circuiti ufficiali di promozione. Poter parlare di ciò che si vuole senza dover essere proprietari di testate giornalistiche o televisioni; promuovere il proprio lavoro senza avere necessariamente grossi contatti nel mondo dell’arte. Internet ha reso possibile tutto questo.
6) Il tuo lavoro ti permette di mantenerti, è un lavoro vero e proprio?
Per potermi mantenere, lavoro a tempo pieno come web designer. E’ difficile, purtroppo, vivere di arte!
Daniele Cascone
www.danielecascone.com (sito personale)
www.reflectiva.com (photoblog)
www.braintwisting.com (web magazine)