Il Portogallo in questi ultimi dieci anni ha creato una folta schiera di ottimi artisti: dal cinema, alla letteratura, alle arti grafiche. Ad oggi però, la vocazione nazionale pare essere ancora la musica. In Portogallo, a discapito della fama di popolo triste, si canta e ci si diverte. La pop band dei Clà è un esempio dell’energia creativa che trascina la gente del paese. Chi ha sentito la loro musica, anche senza capire i testi, si lascia trasportare dal ritmo e dalla voce dell’avvocato Manuela Azevedo. Già, è proprio così.
Un’avvocatessa che ha scelto di cantare, riuscendo a passare dalle ballate romantiche come “Problema De Expressão”, ai ritmi rockeggianti di “Dançar na corda bamba”. La discografia non è molto nutrita, e se dovessi rischiare un consiglio proporrei il concerto che hanno tenuto insieme a Sergio Godinho, altro grande della musica “leggera”, (forse un Lucio Dalla portoghese). Il disco è “Afinidades”, letteralmente affinità, somiglianze tra gli artisti e le persone. Un’altra informazione: gli artisti portoghesi collaborano tra loro, molto meglio – purtroppo – che in Italia…
Questo è solo un esempio della creatività europea che caratterizza molta parte della musica portoghese. Si, una creatività europea, che in certe scelte musicali somiglia a cantautori italiani o spagnoli, in altri casi si avvicina all’africa coloniale, in altri ancora al profondo nord dell’Europa. C’è una mescolanza assoluta fra la tradizione storica e la sperimentazione elettronica, tra la musica impegnata e la musica demenziale dei Xutos e pontapés. Tutto questo si armonizza in modo perfetto nei vari e grandi festival musicali che ci offre l’estate portoghese: Super Bock Super Rock, Alive, Sudoeste, Paredes de Coura. C’è l’imbarazzo della scelta, dal nord al sud, per ogni gusto.