A proposito di comunicazione esiste una storia affascinante che forse pochi conoscono e che ha conferito alla Sardegna un primato eccezionale: quello di aver annunciato, prima di tutte le altre radio europee, la fine della guerra attraverso le frequenze di Radio Sardegna.
È il 7 maggio 1945 e tra i fruscii e i disturbi delle frequenze radiofoniche le voci di Amerigo Gomez e Antonello Muroni, rispettivamente direttore e annunciatore di Radio Sardegna, dichiarano concitatamente “a voi che ascoltate, la guerra è finita!”.
Uno scoop, come si usa dire oggi, che precede di almeno venti minuti la BBC, inchiodata ai doverosi tempi di verifica, e che riesce ad essere udito in tutta Italia e perfino in molti paesi d’Europa.
La notizia fu frutto di un’intercettazione di un tecnico di Radio Sardegna, Quintino Ralli, che riuscì a captare le onde di Radio Algeri e a sentire l’annuncio in francese della resa dei tedeschi.
Possiamo affermare senza temere di utilizzare un termine sbagliato che Ralli “spiò” la radio algerina. Quello era il suo compito: i tecnici e il personale di Radio Sardegna erano infatti dei militari e la stessa radio nacque come radio militare, anche se ben presto abbandonò queste radici per diventare una delle prime radio libere.
Per risalire alla nascita di Radio Sardegna occorre fare qualche passo indietro rispetto all’annuncio del 7 maggio 1945 ed inoltre bisogna spostarsi geograficamente: le origini della radio risalgono infatti all’ottobre del 1943 quando, in una grotta di Bortigali utilizzata come rifugio antiaereo, fu allestita una base radio. In quei giorni la guerra non era ancora finita, continuavano incessanti i lutti e le sofferenze, ma si avvertiva anche che qualcosa stava cambiando e in quest’ottica di cambiamento nasce Radio Sardegna, o Radio Brada come veniva chiamata allora a causa della sua natura improvvisata e amatoriale. Nasce a Bortigali, paese ai piedi del Marghine, dove sono localizzate le strutture che assicurano le comunicazioni tra i contingenti sardi e Roma, per svolgere un preciso compito: garantire un collegamento fra i soldati in servizio nell’isola e le loro famiglie rimaste sul continente in un momento di grande isolamento della Sardegna. Un servizio umanitario dunque come scopo principale che trova nella trasmissione “Notizie a casa” il suo fondamentale mezzo di espressione.
Da questi primi passi mossi da Radio Brada all’annuncio del 7 maggio 1945 c’è di mezzo un grande processo di crescita ed anche un trasferimento di sede: dalla grotta di Bortigali alle grotte del quartiere di Is Mirrionis, anche in questo caso adibite come rifugio antiaereo. Nell’anno e mezzo che separa i primi vagiti della radio dallo scoop di Gomez e Muroni, il palinsesto si è sviluppato ed oltre ai notiziari e alla trasmissione “Notizie a casa” sono nate nuove trasmissioni seguite in tutta l’isola. Una crescita destinata a consolidarsi con la fine della guerra e a far diventare Radio Sardegna una delle prime radio libere d’Italia.
Per approfondire la storia di Radio Brada si può leggere il libro che ne racconta le vicende scaricandolo dalla Sardegna Digital Library: la comunicazione di oggi al servizio di quella di ieri.