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Mental Hospital Tirana
Mental Hospital Tirana

di Madlen Namro

Come la maggior parte degli scrittori anch’io attingo l’ispirazione dai miei viaggi. Eppure cerco di evitare alberghi a cinque stelle e località di villeggiatura. Così era anche l’anno scorso, quando sono andata per tre mesi in Albania. Mi sono fermata al centro di Tirana, da una donna settantenne di nome Leda. Leda era molto tranquilla e taciturna. Si vestiva solo di nero come se fosse in lutto per qualcuno. Aveva l’abitudine di guardare per ore dalla finestra e di recitare il Rosario.

Ogni pomeriggio spariva per circa quattro ore. Sono sempre stata curiosa dove usciva. Una sera, durante la cena, l’ho chiesta dove passasse i pomeriggi. Lei all’inizio si è taciuta per poi scoppiare in lacrime. Ha confessato di visitare suo figlio, Bledar, che si trovava all’asilo psichiatrico.

Bledar aveva aperto un centro di sviluppo spirituale. Aiutava la gente ed invitava molti maestri spirituali che davano lezioni su come guarire il corpo e l’anima, quelle di bioterapia e di regressione ipnotica. Così ha conosciuto Elena con cui si è fidanzato presto. Non sapeva che la ragazza si occupasse in segreto di magia nera e di riti satanici. Queste pratiche l’hanno portata alla pazzia ed al suicidio. Dopo la sua morte Bledar non ha mai recuperato l’equilibrio. Ha chiuso il centro ed ha smesso di uscire da casa. Trascorreva giorni interi seduto nella posizione del loto e parlava con la ragazza assente. Sembrava posseduto da demoni. Ha iniziato a balbettare, dimenticava subito quello che gli si diceva, chiedeva cinque volte la stessa cosa. La madre ha chiesto l’aiuto medico per lui. Gli è stata diagnosticata schizofrenia, perciò l’hanno mandato all’asilo.

Non da oggi so che alcune persone praticano magia nera. Non potevo tuttavia capire come una persona all’alto livello di sviluppo spirituale potesse diventare schizofrenica.

Dopo aver conosciuto meglio Leda, ho concluso che la causa, per la quale Bledar ha iniziato ad interessarsi di sviluppo spirituale, era il suo contatto con la madre. Le sue reazioni al comportamento del figlio erano troppo emozionali. Tentava di controllarlo ad ogni passo. Da tanti anni prendeva calmanti, piangeva, si lamentava di lui: « tu vuoi la mia morte ». La cosa più difficile, la più scioccante per lei, era quando Bledar le rispondeva: « anch’io ho diritto alla mia propria opinione ». Leda cercava ugualmente di controllare la sua fidanzata e di far nascere discordie tra di loro. Bledar si sentiva messo in un angolo, isolato, non capito, quello che lo spingeva verso un mondo immaginario.

I genitori apodittici si sentono spesso minacciati dal fatto di perdere il controllo del proprio figlio, perciò provano di convincerlo che la sua indipendenza sarebbe pericolosa per gli altri. Non esitano persino di manipolarlo. Di più, commettono un’aggressione verbale ed energetica sulla sua mente. Attaccano per distruggere la sua fiducia in se stesso e nella sua ragione (non ce la fai, pensi in modo stupido, tutti ti sfrutteranno, ti distruggeranno, se non mi obbedisci). Nella mente di un tale giovanotto compaiono i meccanismi che bloccano il suo funzionamento. Inizia a pensare di essere deficiente e se ne vergogna.

Dopo qualche giorno sono andata con Leda a vedere suo figlio. Bledar mi ha detto che, quando si sentiva non capito dai suoi, cercava l’aiuto in un mondo invisibile, nel contatto con gli esseri che risultavano pura illusione. Ha aggiunto che nell’ospedale si trovavano molte persone considerate pazze, ma pochi sono a chiedersi che cosa succeda davvero con loro e perché si siano trovati qua.

Per evitare problemi di funzionamento della propria mente, ci vuole dell’autostima in confronto ad essa ed ai propri poteri mentali. Bisogna fidarsi della propria memoria e delle proprie capacità. Dopo aver acquistato autostima, si troverà un modo ottimale di gestire il potenziale mentale. Si deve anche guarire le sue relazioni con la famiglia, per quanto è possibile. Solo allora lo sviluppo spirituale, fondato sulla fede e guida divina, sarà realizzabile.

Lasciando Tirana ho capito che, persino in un luogo così caldo ed accogliente, pieno dell’aura positivissima, si può diventare preda della propria mente.

www.madlennamro.pl

Member of Women Writers and Journalists Society In London

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