Visioni ad arte al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari con “In Effigie” – progetto site specific di Riverrun Performing Arts – affascinante performance/installazione ripensata per le geometrie degli spazi espositivi, in programma DOMANI (sabato 3 dicembre) alle 17.00 e alle 18.30 tra gli antichi reperti in occasione delle Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità – sotto l’egida del MiBACT / Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – per una cultura senza barriere declinata in una pièce sull’enigma dell’essere e dell’apparire.
Un evento firmato CeDAC – in collaborazione con il Polo Museale della Sardegna/ Museo Archeologico Nazionale di Cagliari – che mette l’accento sull’ambiguità del sentire e sull’umana imperfezione, ma anche sulla capacità di spingersi oltre lo sguardo, di decodificare segni e simboli, in un gioco di specchi tra l’opera e lo spettatore.
«“In Effigie” è un progetto artistico che indaga il concetto di “identità umana” a partire dai molteplici segni che utilizziamo per definirci dentro il gruppo sociale a cui apparteniamo – spiega l’ideatore e regista Lorenzo Mori. «L’abito (unico elemento visibile in scena) è un involucro apparentemente vuoto… con fattezze che rimandano all’immaginario infantile e fiabesco… Negli occhi di chi l’osserva si delinea come personaggio e a secondo di chi l’osserva racconta una biografia di donna sempre diversa – “astratta” poiché data con segni indecifrabili, ma “concreta” poiché incarnata dallo sguardo e dalle emozioni dello spettatore».
Figura simbolica ispirata all’iconografia della fiaba, una veste “femminile” danza nello spazio reinventando la trama dei ricordi, in un sottile equilibrio di pieni e vuoti, tra sogni e speranze, desideri e rimpianti: creatura fantastica e misteriosa incarna un archetipo muliebre – madre e regina, figlia e principessa, fanciulla e sposa nel gioco della presenza/assenza di una “dama” senza volto, un’apparizione evocata dalle pagine di un libro o dai riflessi di un dipinto.
Tra le pieghe di stoffa dell’abito disegnato ad hoc dal costumista e scenografo Marco Nateri, performer invisibile, Michela Atzeni anima il fantasma di una, nessuna e centomila donne vere e inventate, interpretando la rigorosa partitura di gesti e azioni, in una moderna e ineffabile trasfigurazione del mito dell’“eterno femminino”. Una pièce astratta – con la tridimensionalità di una scultura e l’evanescenza di un’ombra – a cura di Roberta Locci – in cui si fondono i codici del teatro e della danza, la ricerca della forma plastica e l’inganno della percezione.
“In Effigie” è un viaggio nelle emozioni, un’opera cangiante che “abita” i luoghi in ragione del paesaggio e della sensibilità del pubblico – un intervento effimero destinato a vivere nella memoria e nell’immaginario di un ristretto numero di spettatori – per gruppi di 40 persone – ciascuno dei quali si fa specchio dell’immagine e autore/narratore della storia. Una fiaba moderna o un’arcana leggenda, sulle tracce di ciò che è invisibile agli occhi ma noto al cuore – per intuire e comprendere, perdonare e dimenticare, o ritrovare e ritrovarsi in un riflesso di luce, una pennellata di rosso, un’eco remota, un soffio, una carezza sull’anima.
“In Effigie” sarà replicata alle 17 e alle 18.30 (prenotazione obbligatoria)
ingresso al museo €5.00 (gratuito per disabili e accompagnatori)