*Articolo originale tratto da: Il Mondo da un Doblòg
Tra le tante mete per delle vacanze in Italia, un travel blogger professionista probabilmente non consiglierebbe Genova (anche se il New York Times Travels l’ha fatto l’anno scorso, contro ogni concetto mainstream). Non è Roma, non è Firenze, non è Torino, non è nemmeno Milano o Napoli. È Genova e ogni volta che viene nominata, tutti storcono un po’ il naso. Della Liguria in sé si ha forse una percezione più positiva (Portofino, Cinque Terre e, poi, Sanremo, a due passi dalla Nizza francese), ma il capoluogo regionale viene sempre un po’ snobbato. È probabile che la città venga immediatamente e irrimediabilmente associata al suo terribile porto commerciale e alla zona circostante (Pré), nota per essere, a dire di qualcuno, “pericolosa”. Negli ultimi anni, poi, viene anche accomunata a Beppe Grillo, con grave perdita di qualche altro punto.
In realtà le cose da fare e da vedere a Genova sono più di quelle che si possono immaginare.
Genova non può farci niente se la particolare collocazione geografica ha dettato la sua storia millenaria, fatta di successi e grandezza. Sin dal Neolitico, infatti, i suoi abitanti hanno sviluppato la navigazione, che ha portato i liguri a commerciare con le più progredite civiltà del Mediterraneo. A partire dal Medioevo, fu anche una delle quattro repubbliche marinare, città portuali dotate di autonomia politica che hanno prosperato proprio grazie agli affari via mare.
Oggi Genova si porta dietro quest’eredità. Difficilmente un porto commerciale può distinguersi per bellezza. Per quello di Genova, poi, -il più grande d’Italia, primo per linee di navigazione e movimentazione container- il discorso si fa ancora più complicato. Ma è sbagliato pensare di valutare una città o di provare a scorgerne la magia solo a partire dal suo porto.
Il consiglio è, piuttosto, quello di approcciarsi a Genova con la mente del tutto sgombra. Per gli sfortunati che devono varcare il mare per raggiungerla, a cui non va di vedere il porto o sorbirsi onde e nausee ripetute, Genova è ben collegata via aereo (Alitalia e Volotea, ad esempio). Oppure si può atterrare su Orio al Serio e raggiungerla in treno o, meglio ancora, su Pisa per poi percorrere una linea ferroviaria a ridosso del mare, probabilmente tra le più spettacolari del mondo.
Una volta a Genova, rimpiangerete di averla criticata senza conoscerla (io stessa ho dovuto abbassare le corna da capricorno e ammetterlo). Bastino queste poche righe per capire perché visitare Genova: dalla stazione di Brignole fino al porto antico, pochi chilometri, è tutta una sorpresa. Si nota subito che è popolata da persone di mezza età, eleganti e acculturate, ma, tra i vicoli, ci sguazza benissimo anche una vita notturna tutta giovanile.
Genova è storicamente una città di commercianti. Ovunque, quindi, troverete attività commerciali di tutti i tipi. È una caratteristica palpabile e non è niente di banale: la nota subito chi fa un viaggio a Genova. Da Brignole, imboccando via San Vincenzo, negozi e tanti forni con ottime focacce genovesi (basso costo, tanto gusto) non potranno che essere alleati ideali per una bella passeggiata. Il boom, poi, si ha in via XX Settembre, arteria di Genova dove porticati e palazzi in stile liberty rendeno unico il giro per le botteghe (anche quando tira quel vento leggermente gelido delle mattine genovesi e quando piovono pure i santi dal cielo). Un vero toccasana per chi ama l’eleganza.
Da lì, si consiglia una deviazione verso piazza Dante per visitare una immensa libreria Feltrinelli: cinque piani di libri, dischi e ancora libri, una sala lettura e tutto il vibrare della cultura. L’occasione è ottima anche per fare un salto a Porta Soprana, scoprendo ciò che resta della cinta muraria del XII secolo.
Tornando indietro, pochi passi e si arriva in piazza De Ferrari, sempre viva con la sua fontana che fa da copertina alla facciata di Palazzo Ducale, dove vengono ospitate mostre ed eventi d’eccezione in continuazione. Attualmente, ad esempio, direttamente dal Museo Picasso di Parigi, sono state trasferite qui, e resteranno a Genova fino al maggio 2018, alcune tra le opere a cui il pittore spagnolo era più legato. Tra fotografie, racconti di vita amorosa e descrizione degli atelier, oltre che a incantarsi davanti all‘arte di Picasso, ci si sente più vicini all’autore.
Da lì la camminata sfocia naturalmente in via San Lorenzo, dove è obbligatorio sedere sulle scalette della nota cattedrale. Un po’ di riposo, infatti, non guasta prima di spingersi lentamente verso i “caruggi”, gli stretti vicoli di Genova, parte di quel centro storico più vecchio d’Europa. Qui, se ci si ferma a mangiare una tipica pasta al pesto, si respira tutta l’essenza antica della città, quasi si accarezza il peso della sua storia. Poi le vie si snodano verso il porto antico, dove sorgono la Biosfera e il famoso Acquario di Genova. Da poco, nella stessa zona è stato costruito un centro commerciale con tanto di multisala. È divertente notare quanto poco sia trafficato rispetto al resto delle viuzzole pullulanti di negozi della città: sembra quasi che i genovesi vedano di mal occhio questa costruzione dai tratti troppo moderni. Anche il cinema è spesso deserto, a differenza delle numerosissime piccole sale della città. Per queste, infatti, si è pensato di unirle in un unico circuito, offrendo all’utente appassionato una vasta programmazione cinematografica: ogni proiezione è, così, a pochi chilometri, e a volte solo metri, l’una dall’altra, in spazi intimi e un po’ retrò. Un bel modo di far fronte a una modernità senza fascino. Per respirare l’azzurro, invece, e godere di un po’ di salsedine e pace, basta percorrere Corso Italia, il preferito dai genovesi anche per fare jogging.
Di Genova c’è tanto altro da visitare (o da dire, in questo caso), ma è sempre bene lasciare qualcosa di non visto (o non detto) di una città. La curiosità deve restare accesa, pronta per viaggiare alla scoperta di un luogo come se fosse la prima volta, ma senza più quella patina di pregiudizio, almeno per quanto riguarda Genova.
Gli amanti della musica dovrebbero fare un viaggio a Genova per un semplice motivo: la città ha dato i natali a Fabrizio De Andrè. Segnatevi questo: il famoso cantautore, nonché poeta, non sarebbe potuto nascere e crescere in nessun’altra dimensione. Affinché certe menti si forgino, è necessario respirare l’apertura, come quella obbligata di Genova verso tutto il Mediterraneo, e avere un contatto diretto con l’eleganza, dettata dalle sfarzose vie e palazzi della città, che si contrappone a quella miseria sempre presente nelle periferie. Le canzoni di De Andrè, infatti, sono sinonimo di apertura, eleganza e sensibilità, oltre che di un’estrema delicatezza, come le onde di un mare calmo. Sola la sua anima sublime poteva arrivare a descrivere quella che comunemente verrebbe detta “una donna dai facili costumi” come l’essere umano più generoso e libero: Bocca di Rosa non era una puttana, ma colei che donava ciò di cui nella vita si fa più ricerca e incetta, ciò che più conta. Bocca di Rosa, infatti, metteva l’amore sopra ogni cosa. Portava l’amore. Donava l’amore.
Daniela Melis
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