Tra le principali scommesse degli ultimi anni legate al turismo, quello enogastronomico si conferma per l’Italia come una risorsa economica e culturale con ampi margini di crescita.
Oggi, secondo l’Osservatorio Nazionale del Turismo, il turismo enogastronomico è un segmento in forte ascesa e uno dei più dinamici all’interno del settore di riferimento. L’Italia è indubbiamente una delle mete enogastronomiche maggiormente apprezzate dal viaggiatore straniero desideroso di entrare in contatto con il nostro territorio e le sue tradizioni: i turisti, sia italiani che stranieri infatti, secondo i dati ENIT, si considerano molto soddisfatti della vacanza enogastronomica in Italia che si aggiudica un voto di 8,1.
I turisti stranieri, in particolare, hanno un’ottima percezione dell’Italia come meta enogastronomica che supera Paesi come Francia e Spagna. I turisti cinesi e statunitensi indicano l’Italia come destinazione enogastronomica preferita. Per i tedeschi, l’Italia è al primo posto come destinazione per una vacanza all’insegna del buon cibo.
È infatti la qualità della cucina e del vino la motivazione che raccoglie un alto livello di soddisfazione subito dopo il patrimonio artistico e le bellezze naturali del nostro paese. Non a caso infatti, sono cibo e vino le categorie merceologiche più acquistate tra i prodotti Made in Italy.
Per spiegare il successo turismo esperienziale in Italia, occorre considerare diversi fattori: la qualità dell’offerta ricettiva italiana, che fa leva sul desiderio del turista di staccare la spina ed entrare in contatto con un mondo rurale più lento ed esperienziale, all’insegna della sostenibilità, della natura, delle tradizioni e della cultura, attuabile anche grazie alla riscoperta e valorizzazione di territori meno battuti; un servizio di qualità, attento alle esigenze dei turisti, in grado di sviluppare offerte diversificate che puntano alla sostenibilità ma che strizzino l’occhio alla tecnologia, con l’attivazione di app in grado di geolocalizzare facilmente il tipo di esperienza più adatta al visitatore. Basti pensare come negli ultimi anni sia cresciuta la richiesta di wine wedding,i matrimoni in cantina. È infatti previsto un set fotografico nei vigneti e in cantina e poi la possibilità di pernottare nelle stesse aziende nelle quali si festeggia. Un trend in forte espansione che sta riscuotendo grande interesse, sopratutto all’estero.
Ma chi sono i turisti enogastonomici, quanti sono e soprattutto quanto spendono? È possibile tracciarne un identikit?
Da sempre il cibo è stato oggetto di curiosità e uno dei fattori decisivi di attrazione verso un luogo ma, ora più che mai, è diventato un elemento determinante per la scelta della destinazione come esperienza sensoriale da imprimere nella memoria.
Il turista del gusto è disposto a coprire distanze maggiori rispetto al passato, viaggia nei territori di produzione puntando sulla stagionalità e opta per una ricettività sempre più attenta e funzionale.
Tracciare un identikit ben definito del turista enogastronomico medio è un obiettivo di difficile attuazione, a causa delle molteplici variabili con cui è possibile interpretare le varie opzioni di fruizione turistica. Solitamente, le persone che si dedicano all’enoturismo hanno un livello sociale ed economico medio-alto e non sono solo intenditori, ma anche consumatori e scopritori.
Il turista alla ricerca del buon cibo si declina in molti gruppi, a seconda del motivo della visita: gourmet, foodie, lifestyle, turista enologico, sono solo alcuni esempi, ma il filo conduttore sarà sempre il consumo consapevole di esperienze gastronomiche.
Ciò che varia è anche la durata della vacanza che è limitata a tempi brevi. Più della maggioranza dei casi è concentrata in un solo giorno, per poi passare alla formula weekend. Il turista è alla ricerca del cibo locale da abbinare alla cultura del luogo, e quindi visiterà i festival e le sagre che con lo street food ricoprono oggi un ruolo importante nel potenziamento dell’offerta enograstonomica.
Ogni località potrà quindi offrire ai visitatori i propri prodotti tipici, attraverso i quali ogni persona avrà la possibilità di scoprire tradizioni centenarie attraverso il buon cibo, perché un’esperienza enogastronomica positiva può avere effetto anche sulle altre attività locali, come negozi, musei, hotel e portare all’acquisto di prodotti made in Italy anche una volta rientrati al Paese d’origine.
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