turismo balneare
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La vacanza estiva per eccellenza è il mare, non ci sono alternative che attirano più della spiaggia assolata. Si va in spiaggia, costi quel che costi. Anche un’ora di fila per arrivare, percorsi ad ostacoli pur di arrivare all’agognata meta. Relax sotto l’ombrellone, bagni, sole e letture.

Anche in vacanza siamo sommersi di pubblicità

Il tragitto è sempre accompagnato da pannelli pubblicitari, cartonati o manifestiaffissi negli spazi pubblicitari che propongono acquisti in attività commerciali o escursioni turistiche in barca o in montagna. E fin qui si tratta di turismo classico, e classiche proposte di svago. La difficoltà nel proporre vacanze culturali, o un assaggio di cultura nelle ore non dedicate al mare, sta molte volte nella scarsa comunicazione. O nella comunicazione sbagliata, troppo poco coinvolgente o solo esteticamente valida.

La cultura nelle spiagge entra a far parte della vacanza solo in rarissime occasioni, specialmente negli eventi musicali. Ci sono festival che a volte arrivano anche in mezzo ai bagnanti, come per il famoso festival Ai confini tra Sardegna e Jazz, nella bellissima spiaggia di Porto Pino in Sardegna. L’evento coglie di sorpresa, senza però dare la possibilità di apprezzare davvero l’importanza dei contenuti artistici. Non c’è una preparazione adeguata dalla comunicazione, perciò si perde talvolta la vera potenza dello spettacolo.

Ancora più invisibile la comunicazione per il settore museale, in continua crescita di visitatori e incassi in tutto il territorio italiano. Ma gli operatori museali non danno abbastanza importanza al marketing, a quello classico e ancora meno quello digitale. La cultura senza pubblico è completamente inutile, semplicemente non esiste.

turismo culturale

Le strategie di comunicazione per attirare i turisti presenti nel territorio, possono essere molte. Ma oltre alla fase online e dell’uso massiccio dei social network o del classico passaparola (sempre il metodo più potente ancora oggi), bisognerebbe usare anche la comunicazione offline, perciò scegliere una campagna di diffusione di brochure o volantini da distribuire negli hotel, nelle case vacanza, nei centri commerciali e perché no, nelle spiagge?

I chioschi, gli stabilimenti balneari possono diventare media partner del museo, affiggendo un poster con le immagini più belle o le informazioni sulle attività connesse al territorio dove è ubicato il museo. Ormai la realtà museale è qualcosa che deve uscire al di fuori delle mura e delle esposizioni permanenti, deve mescolarsi con la società che vive nel territorio, d’estate e soprattutto in bassa stagione. Nei mesi spalla infatti, bisognerebbe portare avanti una campagna social che invogli il turista a programmare una visita durante la vacanza.

Portare il museo in giro, questo è lo slogan per il futuro. Aprire le porte ai visitatori abituali, ma anche a chi non ci è mai entrato. Durante le ferie siamo anche più propensi a fare nuove esperienze, e quale migliore esperienza di quella culturale?

1 thought on “Come portare i turisti balneari nei musei?

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