Le più belle poesie di mare, dedicate al mare e che dal mare prendono vita.
Del mare non si può fare a meno. Quando lo si conosce, anche per poco, nasce un legame quasi filiale. Padre e figlio, patrigno a volte. Sempre pronto a donarci una prospettiva nuova, spazi immensi.
Guardarlo dalla spiaggia e provare malinconia, come facevano le donne in attesa che i mariti tornassero dalle battute di pesca nell’Oceano. Così nacque la saudade, e il Fado. O stare in mare aperto, senza vedere confini, e rendersi conto che ogni limite è quello che l’uomo ha creato, la natura viaggia indisturbata, in ogni latitudine.
Il Mediterraneo, nella sua condizione familiare, racchiude in se mille mari. Ogni costa è una storia, e ogni storia è di tutti. Senza questo piccolo grande mare, non sarebbe esistito Ulisse, neanche i primi viaggiatori o migranti, che dir si voglia. La necessità di andare, la voglia di cambiare la propria esistenza, è passata attraverso il mare per millenni, e ancora oggi la strada è la stessa.
I poeti sono in qualche modo liquidi, sono essi stessi un mezzo. Le parole usano il poeta come il nocchiero usa il mare per arrivare in ogni luogo.
L’uomo e il mare Charles Baudelaire
Uomo libero. Tu amerai sempre il mare!
Il mare è il tuo specchio;
contempli la tua anima
nello svolgersi infinito della sua onda.
E il tuo spirito non è un abisso meno amaro.
L’eternità ARTHUR RIMBAUD
È stata ritrovata!
– Cosa? – l’Eternità.
È il mare unito
Al sole.
Mare e Terra Alda Merini
Mare,
che io domino col pensiero,
mi hai nascosto mille bugie
e tante verità.
Un giorno d’aprile
è esplosa un’onda
che avrei voluto baciare,
come un animale
fugge davanti al fuoco,
io sono fuggito da te.
Ho lasciato il mare per la terra
e la terra per il mare,
ho lasciato il mare per la terra
e la terra per il mare,
e ho sbagliato tutto,
perché non esistono
né ombre né luci,
ma solo il nostro breve pensiero,
ma solo il nostro bisogno d’amore
Il più bello dei mari NAZIM HIKMET
Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l’ho ancora detto.
Mediterraneo ALBERT CAMUS
I°
Nel vuoto sguardo dei vetri, ride il mattino
Con tutti i suoi denti azzurri e scintillanti,
Gialli, verdi e rossi, ai balconi si cullano le tende.
Ragazze dalle braccia nude stendono panni.
Un uomo; dietro una finestra, il binocolo in mano.
Mattino chiaro dagli smalti marini,
Perla latina dalle liliali lucentezze:
Mediterraneo.
II°
(…)
Rassicurante passato, oh, Mediterraneo!
Sulle tue rive ancora voci trionfano che si son taciute,
ma che affermano poiché ti hanno negato!
(…)
Mediterraneo! E’ fatto per noi il tuo mondo,
l’ uomo si unisce all’ albero e in essi l’ Universo
recita camuffato
La commedia della Sezione Aurea.
Dall’ immensa semplicità senza scosse
Scaturisca la pienezza,
Oh natura che non conosci salti!
Dall’ulivo al Mantovano, dalla pecora al pastore,
nient’altro che l’indicibile comunione dell’immobilità.
Virgilio intreccia i rami, Melibeo conduce a pascolare.
Mediterraneo!
III°
Alla sera che sopraggiunge, la giacca in spalla
Egli apre la porta –
Lambito dai riflessi della fiamma, l’uomo attraversa la sua
Felicità e si dissolve nell’ombra.
Così gli uomini torneranno su questa terra, sicuri
D’essere perpetuati.
Più esausti che infastiditi di aver saputo.
Nei cimiteri marini sola è l’eternità.
Là, l’infinito s’affatica ai funebri fusi.
Non trema la terra latina.
E come il tizzone dissonante volteggia
Nell’apparenza immobile d’un cerchio,
Indifferente, l’inaccessibile ebbrezza della luce appare.
Ma ai suoi figli, questa terra apre le braccia e fa sua
La loro carne,
Pregni, questi si sbramano del sapore segreto
Della trasformazione – lentamente l’assaporano
A mano a mano che la scoprono
IV°
E presto, ancora e dopo, i denti, i denti
Azzurri e scintillanti.
Luce! Luce! È in lei che l’uomo si compie.
Polvere di sole, scintillio d’armi,
Essenziale principio dei corpi e dello spirito,
In te i mondi s’affinano e si umanizzano,
In te noi ci rendiamo e i nostri dolori si elevano.
Incombente antichità
Mediterraneo, oh, mar Mediterraneo!
Soli, nudi, privi di segreti, i tuoi figli attendono la morte.
La morte te li renderà, puri, finalmente puri.
Ulisse UMBERTO SABA
Nella mia giovinezza ho navigato
lungo le coste dalmate. Isolotti
a fior d’onda emergevano, ove raro
un uccello sostava, scivolosi al sole
belli come smeraldi. Quando l’alta
marea e la notte li annullava, vele
sottovento sbandavano più al largo,
per fuggirne l’insidia. Oggi il mio regno
è quella terra di nessuno. Il porto
accende ad altri i suoi lumi; ma al largo
sospinge ancora il non domato spirito,
e della vita il doloroso amore.
Al di là Fernando Pessoa
Al di là del porto
c’è solo l’ampio mare…
Mare eterno assorto
nel suo mormorare…
Come è amaro stare
qui, amore mio…
Guardo il mare ondeggiare
e un leggero timore
prende in me il colore
di voler avere
una cosa migliore
di quanto sia vivere…
Questo odore marino Giorgio Caproni
Questo odore marino
che mi rammenta tanto
i tuoi capelli, al primo
chiareggiato mattino.
Negli occhi ho il sole fresco
del primo mattino. Il sale
del mare…
Insieme
come fumo d’un vino,
ci inebriava, questo
odore marino
Sul petto ho ancora il sale
d’ostrica del primo mattino.
Febbre del mare JOHN MANSFIELD
Devo tornare sul mare, solitario sotto il cielo,
e chiedo solo un’alta nave e una stella per guidarla,
colpi di timone, canti del vento,
sbuffi della vela bianca,
e bigia foschìa sul volto del mare
e un bigio romper dell’alba.
Devo tornare sul mare, ché la chiamata
della marea irruente è una chiara
selvaggia chiamata imperiosa;
e io chiedo soltanto un giorno di vento
con volanti nuvole bianche,
pien di spruzzi e di spuma e di strillanti gabbiani.
Devo tornare sul mare, alla vita
di zingaro vagabondo; alla via
delle balene e degli uccelli marini,
dove il vento è una lama tagliente;
e io chiedo solo un’allegra canzone
da un compagno ridente e un buon sonno
e un bel sogno
quando la lunga giocata è finita.
Continua…
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