Tempo di Chet Paolo Fresu
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L’arte di Paolo Fresu – raffinato poeta della tromba – per un inedito omaggio a uno dei protagonisti della storia del Jazz: s’intitola “Tempo di CHET / La versione di Chet Baker” lo spettacolo scritto da Leo Muscato (che firma anche la regia) e Laura Perini, ispirato alla vita spesso tormentata e alla musica del leggendario cantante e trombettista statunitense dallo stile inconfondibile, lirico e intimistico, capace di far vibrare le corde della mente e del cuore, in tournée nell’Isola sotto le insegne della Stagione 2019-2020 de La Grande Prosa organizzata dal CeDAC/ Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna.

Viaggio nella temperie culturale del Novecento con la pièce originale (produzione del Teatro Stabile di Bolzano) che ricostruisce l’esistenza del ragazzo dell’Oklahoma, rievocandone talento e fortuna, trionfi e cadute – in cartellone da mercoledì 8 gennaio fino a domenica 12 gennaio (tutti i giorni da mercoledì a sabato alle 20.30, la domenica alle 19 e giovedì doppia recita con la pomeridiana alle 16.30) al Teatro Massimo di Cagliari e lunedì 13 gennaio alle 21 al Teatro Comunale di Sassari.

Sotto i riflettori insieme a Paolo Fresu (tromba e flicorno) che ha composto le musiche originali dello spettacolo, Dino Rubino al pianoforte e Marco Bardoscia al contrabbasso insieme con l’affiatata compagnia formata da (in rigoroso ordine alfabetico) Alessandro Averone, Bruno Di Chiara, Rufin Doh, Debora Mancini, Daniele Marmi, Mauro Parrinello, Graziano Piazza e Laura Pozone, protagonisti di un intrigante racconto per quadri, sullo sfondo della scenografia di Andrea Belli, con i costumi di Silvia Aymonino a sottolineare epoche e caratteri dei personaggi mentre il light designer Alessandro Verazzi dipinge le sfumature di stati d’animo e emozioni, in una rigorosa e affascinante partitura intessuta di parole, note e visioni.

Un intenso e appassionante ritratto di uno dei miti della musica improvvisata, cronaca di una discesa agli inferi culminata nell’ultimo, tragico volo, tra luci e ombre di una carriera ricca di successi e le devastazioni inferte dall’abuso di stupefacenti, come se dietro il volto dell’ “angelo della tromba” si celasse un abisso di fragilità e dolore da cui magicamente egli riusciva a distillare incantevoli melodie di luminosa bellezza.

Chet Baker incarna l’enigma dell’arte, quell’incontrastabile supremazia del talento e della tecnica, da cui scaturiscono opere mirabili, frutto apparentemente senza sforzo di quella sapienza antica e quasi connaturata che sembra trascendere le miserie del mondo contingente, quasi una memoria di altri mondi o delle celesti armonie descritte dai filosofi, in grado di vincere o cancellare l’orrore, per librarsi fino al sublime.

Tempo di CHET / La versione di Chet Baker” ripercorre la controversa vicenda dell’artista e dell’uomo, segnato da un dono straordinario accompagnato dall’inquietudine, da una sorta di vocazione per la sofferenza o forse semplicemente da una sciagurata inclinazione per l’oblio, con abitudini pericolose come l’abbandonarsi all’artificiale abbraccio dell’eroina, che ha saputo regalare al mondo preziosi gioielli sonori. «Se la sua vita e la sua morte sono ancora oggi avvolte dal mistero, la sua musica è straordinariamente limpida, logica e trasparente, forse una delle più razionali e architettonicamente perfette della storia del jazz» – riflette Paolo Fresu – . «Ci si chiede dunque come mai la complessità dell’uomo e il suo apparente disordine abbiano potuto esprimersi in musica attraverso un rigore formale così logico e preciso».

La vita di un artista “maledetto”, tra genio sregolatezza, in scena in una forma onirica e quasi metafisica, attraverso lo sguardo del protagonista, eroe (in negativo) di una storia singolare eppure emblematica, con la musica come destino, in un gioco di specchi tra i ricordi personali e le testimonianze di parenti, colleghi e amici, per uno spettacolo-concerto che fonde la malìa delle note alla potenza espressiva del teatro, in una moderna epopea.

«Ogni apparizione apre il sipario su una fase della vita dell’artista, che ha passato molti periodi lavorando e vivendo in vari luoghi d’Italia, facendo emergere anche il sapore di epoche diverse, di differenti contesti socioculturali e visioni del mondo. Si delinea la figura del grande trombettista, che fra sogni, incertezze, eccessi ha segnato una delle pagine più importanti della storia della musica» svela Leo Muscato.

Tra verità e invenzione Leo Muscato e Laura Perini “immaginano” la vita reale e onirica di un artista che ha lasciato una traccia indelebile nella memoria collettiva, per restituire attraverso “Tempo di CHET / La versione di Chet Baker” le molteplici sfaccettature di una personalità, per ridare voce a un artista capace di cantare e suonare con dolcezza struggente, ma anche di incarnare fino in fondo tutto ciò che è umano, troppo umano.Oltre la Scena/ incontro con gli artisti: un ideale viaggio dietro le quinte di “Tempo di CHET / La versione i Chet Baker”venerdì 10 gennaio alle 17.30 nella sala conferenze della Fondazione di Sardegna in via San Salvatore da Horta N. 2 a Cagliari, dove Paolo Fresu e la compagnia insieme con il giornalista Giacomo Serreli parleranno del progetto e dello spettacolo, ma anche della figura del grande trombettista in un riflessione sui rapporti tra vita e arte, talento e successo e dialogheranno con il pubblico nell’appuntamento incastonato ne I Pomeriggi della Fondazione – ingresso libero (fino a esaurimento posti). 

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