Non è il rispettabilissimo Costera, un signor Cannonau per tutte le stagioni, e neanche il Korem, stessa uva ma dal gusto androgino e che più si confà ai palati cosmopoliti piuttosto che ad un pubblico internazionale, semplicemente il Senes di Argiolas è il Cannonau che si pone al di sopra sui suoi fratelli minori per saggezza ed esperienza acquisita, è il Cannonau che racchiude la gioventù della maturità che sboccia lentamente, con prudenza e senza adolescenziali irruenze, pensando con affetto, dolcezza e melanconia al ricordo di Antonio Argiolas ed a tutti i centenari sardi a cui è dedicato, senza doversi dare troppa pena di attendere un invecchiamento proprio perché maturo nella sua gioventù, vino compiuto nel suo progetto.
Ottenuto dai vitigni più vecchi allevati sulle colline di Siurgus Donigala presso le tenute di Sisini, nella subregione del Trexenta, i quali affondano le radici in terreni argillosi e marne calcaree ed espongono le verdi chiome al Maestrale ed ai venti di primo quadrante, il Senes nasce entro fattori pedoclimatici che favoriscono le escursioni termiche e proteggono i grappoli dalla eccessiva calura, fattori determinanti per imprimere le componenti aromatiche; fermentazione alcolica a temperatura controllata in acciaio entro i 28° centigradi e protratta tra i 12 ed i 15 giorni, poi malolattica in vasche di cemento e successivamente affinamento in piccoli fusti di rovere per 12 mesi prima dell’imbottigliamento.
Il Senes Doc Cannonau Riserva 2015 possiede la densità cromatica del rosso rubino che è foriera di spessore, consistenza e compattezza nella sua profondità e nella lentezza con la quale le lacrime scoscendono. Tanto il frutto quanto la confettura di ciliegie e more si fanno strada dopo un pizzico di pot-pourri, poi prugne essiccate, tè nero e cuoio, geleè di liquirizia, balsamico di sapa che veicola in sé tanto una nota piperita quanto una leggermente vanigliata.Piacere succoso, tondo, sapido e con tannini perfettamente maturi e setosi, diluiti ed integrati al sorso che si fa morso e che convoglia una carezzevole nota pseudo-calorica ed ulteriori percezioni, oltre ai frutti rossi, di agrume e di quelle prugne secche che diventano fichi infornati in un continuo sciabordio di freschezza e polifenoli. Persistenza aromatica intensa per un fuoriclasse che malgrado la sua adulta prontezza di beva attuale attende di esplodere nella sua maturità piena in almeno un altro lustro. Leggendo Frammenti di un Discorso Amoroso di Roland Barthes evitando saggiamente di fare pensieri che non condividete.
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