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Il Mibact in Sardegna ha fatto un grande lavoro nell’ultimo triennio: le risorse destinate alle attività di restauro e valorizzazione dei beni culturali gestite dal Segretariato regionale del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, sono state di € 36.509.057,00 su un finanziamento complessivo per i beni di tutta la Sardegna pari a € 59.641.898,00. 

Presentando il lavoro svolto negli ultimi anni, nonché i numerosi progetti futuri che lo coinvolgono in prima linea e più in generale gli interventi del Mibact sul Patrimonio Culturale nell’Isola. Come riferisce la dirigente Patricia Olivo “Il Segretariato con questa conferenza stampa intende avviare un canale di comunicazione con particolare attenzione ai processi decisionali e attuativi collegati ai lavori pubblici sui Beni Culturali. Comunicare i risultati di questa attività risponde, oltre all’esigenza di trasparenza del proprio operato, anche alla necessità di rendere partecipi le comunità civili e religiose del difficile percorso di realizzazione di un intervento che deve tenere conto della normativa sui LL.PP. in continuo aggiornamento, della delicata natura dei BB.CC., del coordinamento dei funzionari tecnici del MIBACT e di tutti i professionisti esterni a vario titolo coinvolti. Attraverso un flusso costante di informazioni e aggiornamenti, si intendono mostrare i risultati concreti per dare al cittadino un’iniezione di fiducia sull’azione delle amministrazioni pubbliche, confidando di alleviare il disagio generato dalla presenza di lunghi cantieri senza conoscerne le specifiche e tempi certi.” 

IL SEGRETARIATO REGIONALE
Già ex Direzione regionale, il Segretariato mantiene la vocazione di ufficio tecnico-amministrativo e di coordinamento. Il suo cuore pulsante è rappresentato dalla Stazione Appaltante, che attua, secondo le normative ministeriali, attività di programmazione e coordinamento dei vari uffici Mibact regionali, coinvolgendoli sia nella fase di programmazione che nella fase esecutiva. Lo dimostrano le attività degli ultimi anni che hanno visto questo ufficio recettore del 65% del totale delle risorse destinate alle attività di restauro e valorizzazione dei beni culturali, per un ammontare di € 36.509.057,00 su un finanziamento complessivo per i beni di tutta la Sardegna pari a € 59.641.898,00. 

LE FONTI DI FINANZIAMENTO
Particolarmente fruttuoso è stato l’ultimo triennio, anche grazie all’avvicendarsi di alcune misure di finanziamento che per la portata e le caratteristiche si sono dimostrate straordinarie. Queste sono il “Fondo per la tutela del patrimonio culturale” istituito nel 2016 e che ha predisposto una dotazione iniziale di 500 milioni di euro per il periodo 2016-2020 (L. 190/2014, art.1 cc. 9 e 10) e la misura prevista con la Legge 232/2016 (art.1 c. 140) che, al fine di assicurare lo sviluppo infrastrutturale del Paese, individua settori di finanziamento tra i quali la prevenzione al rischio sismico e l’eliminazione delle barriere architettoniche. 
Insieme agli altri finanziamenti derivanti da leggi ordinarie e altre misure particolari, anche grazie alla capacità propositiva delle Soprintendenze e degli altri uffici periferici, la Sardegna ha potuto contare su un aumento considerevole delle risorse da destinare al patrimonio culturale.

I CANTIERI CONCLUSI E I NUOVI PROGETTI
Tradotto nella pratica il Segretariato regionale in questo periodo ha avviato 91 interventi, di cui 37 riguardanti beni archeologici, 48 relativi a beni architettonici e 6 dedicati alla cura di beni storico-artistici. Di questi cantieri, distribuiti da sud a nord e da est a ovest dell’Isola, sono 48 i nuovi progetti che verranno avviati a breve e per cui è prevista conclusione entro il 2023. Tra questi ritroviamo il Sistema delle aree archeologiche della Sardegna sud-orientale che include 16 siti di cui, per citarne qualcuno, fanno parte le terme di Fordongianus, il Nuraghe Diana e il sistema museale di Mont’e Prama. Sempre in ambito archeologico, nel nord Sardegna è previsto il progetto di ristrutturazione e valorizzazione per la fruizione turistica dell’imponente Ponte Romano di Porto Torres e dello scavo dell’area archeologica di Turris Libisonis. Tra questi progetti ci sono anche delle grandi opere architettoniche, alcune delle quali hanno già visto l’avvio dei lavori, come l’ex convento di San Francesco di Oristano, che diventerà sede dell’Archivio di Stato, luogo di fruizione pubblica e di studio che prevede anche la restituzione di uno spazio verde aperto alla città, il restauro delle pitture murarie della Cattedrale di Oristano, oppure l’intervento sull’ex Episcopio di Tortolì, struttura storica del centro ogliastrino destinato ad accogliere un piccolo museo della città, un centro servizi che includerà anche un teatro all’aperto. Cagliari vedrà, a conclusione dei lavori che si svolgeranno nel prossimo biennio, la restituzione alla cittadinanza della torre di San Pancrazio, attualmente inaccessibile per via del degrado delle strutture lignee. 

Quasi la metà dei lavori avviati in questi ultimi anni, per la precisione 43, si sono conclusi tra il 2018 e il 2019 e molti verranno terminati entro il 2020. Tra questi ci sono alcuni beni storico artistici come le tavole di Bortigali, Benetutti, Dorgali, la Necropoli di S. Andrea Priu che sotto una coltre di terra e vegetazione ha dato luce ad un impianto di terme romane con delle parti completamente integre. Sono terminati l’estate scorsa ad Alghero i lavori di restauro del nuraghe Palmavera e dell’impianto di illuminazione dei percorsi del villaggio circostante, pensati per garantire, oltre alla fruizione notturna, anche una migliore accessibilità per persone con ridotte capacità motorie. Nelle due principali città dell’Isola invece stanno per terminare i lavori di due importanti centri museali: il Museo G.A. Sanna di Sassari e il Museo Ex Regio di Cagliari. 

LE RICADUTE SUL MERCATO E LE PROSPETTIVE FUTURE
È stato dunque un triennio che ha visto l’avvio di numerosi cantieri e la risoluzione di alcuni progetti fermi da anni. Le procedure non sono semplici. Come ci racconta la responsabile della stazione appaltante, l’architetto Patrizia Tomassetti “L’attività di stazione appaltante, confermata anche nella recente riforma del MIBACT, comporta il continuo confronto con gli altri Uffici Periferici sia in fase di programmazione degli interventi e, ancor più in fase esecutiva, con il coinvolgimento fattivo di tutte le professionalità tecnico-scientifiche in servizio presso le Soprintendenze. Il continuo aggiornamento normativo in aggiunta alle numerose e sempre maggiori incombenze richiede uno sforzo se possibile ancor maggiore di quello profuso sin d’ora.”

Se diamo uno sguardo dietro le quinte, in quest’Ufficio operano nella stazione appaltante 11 tra architetti, amministrativi e tecnici che si occupano di coordinare il personale del Ministero su tutta l’isola e di gestire il rapporto con le ditte esterne.

Nell’ultimo triennio le risorse ministeriali destinate ai beni culturali hanno avuto interessanti ricadute anche sul mercato, avendo coinvolto 257 operatori economici tra imprese, tecnici e fornitori esterni per un ammontare di € 18.355.086,72.

Prosegue la Tomassetti “Ritengo che i tre anni appena conclusi abbiano di certo dato risultati soddisfacenti sia in termini di progettualità, capace di intercettare i fondi a disposizione, sia in termini di capacità di attuare gli interventi finanziati con molti margini di miglioramento. Spicca un sostanziale cambio di filosofia nella gestione della fase progettuale con una cospicua esternalizzazione dei servizi tecnici affidati esclusivamente sulla base del merito. Si tratta sostanzialmente di incarichi di progettazione o di Coordinamento della sicurezza, sempre nell’ottica di valutare le effettive capacità del professionista in relazione allo specifico intervento da progettare”.

Parlando di procedure di affidamento dei lavori e di appalti, solo nel 2019 si registrano 36 gare per un importo complessivo € 6.607.673,87, cui hanno partecipato 248 soggetti economici. Di queste, 4 sono state le “gare aperte”, che hanno un valore economico pari a € 6.124.427,65 ed in cui sono state coinvolte 153 imprese. 

Le prospettive future per ora sono assai ottimistiche, infatti è già presente il rinnovo della L.232 per un finanziamento di € 56.000.000,00 per i beni culturali in Sardegna, articolati in una programmazione decennale, evento mai capitato in precedenza.