La Casa della Memoria e della Storia di Roma, presenta la mostra “Sono un Graforibelle Mamma”.
Vengono riaperti gli archivi segreti del movimento che porta il nome di Graforibelli; ma chi sono esattamente?
Innanzitutto è fondamentale premettere che, il gruppo, ha avuto il suo apice nel 1990; a farne parte sono Andrea Guerra, Carlo Barbanente, Carlo Prati, Roberto Grossi, Valerio Bindi.
Un centinaio di vignette raccolte in occasione dell’evento ospite fino al 7 novembre 2014; le vignette evidenziano le tematiche quali il rapporto instauratosi all’interno del movimento, il rapporto con la politica, con le strutture del potere universitario, con la città.
Nel 1990 il movimento si prefiggeva il compito di criticare la società dell’informazione, la privatizzazione della formazione, la gestione della cultura.
I Graforibelli cominciarono ad estendersi, occupando le facoltà e inviando fax e fotocopie stampate nella Facoltà di Architettura di Valle Giulia, precedendo le mail e i tweet.
Prefigurarono “scenari di guerra dei media”, affrontando la repressione più dura, rappresentata dai fatti di Genova, per poi scomparire.
Volantini e fax realizzati con i pochi mezzi a disposizione e al risparmio, dai toner esausti, a bassa risoluzione.
Questa attività di informazione, diventata virale, portò alla formazione della Pantera video/scrittura/disegno e fu così che, un esauriente lavoro di comunicazione e linguaggio, si lasciò alle spalle una “espressione organica di contenuti politici”, per lasciare il posto a forme di comunicazione creative.
I Graforibelli, parteciparono alla fondazione di un giornale satirico “Il Lunedì de La Repubblica”, collaborando con Sparagna e Scozzari, con gli pseudonimi di Frigidaire e Il Male.
In seguito ci fu la formazione della SCIATTO Produzie che, si dedicò ai murales, alle installazioni, all’architettura radicale.