È di questi giorni la notizia che il Ministero delle Infrastrutture ha rigettato definitivamente il progetto del ponte alto che si intendeva realizzare a Sant’Antioco, in sostituzione dell’attuale. La notizia ha fatto registrare reazioni entusiastiche da più parti, in particolare dai sindaci del Sulcis e, a ragione, dal Comitato Porto Solky che si è fortemente impegnato per raggiungere questo importante risultato.
Tra gli oppositori al progetto il Comitato di cittadini, l’associazione Italia Nostra e altre Associazioni ambientaliste che hanno convinto alcuni Enti decisori, in particolare i sindaci del Sulcis, a manifestare opposizione a quel progetto e ad avanzare la richiesta di una rimodulazione del finanziamento. A ottobre 2019 il Comune di Sant’Antioco ha deliberato contrarietà all’opera ribaltando la decisione assunta dalla precedente Amministrazione Comunale e proponendo valide alternative.
Le motivazioni adotte, da coloro che si sono opposti fermamente al progetto di costruzione del ponte alto vi sono l’inutilità e il danno paesaggistico e ambientale che l’opera avrebbe causato.
Importanti sono state le prese di posizione della Soprintendenza Archeologica e Paesaggistica del Sud Sardegna, dell’Ufficio Regionale per la Tutela del Paesaggio e del Servizio Valutazione Impatti Ambientali della RAS che hanno espresso pareri molto critici sul ponte alto e sulle modalità con le quali l’opera è stata proposta e progettata.
La vicenda insegna, tra l’altro, l’importanza della partecipazione attiva dei cittadini – peraltro costituzionalmente garantita – che ha permesso di raggiungere questo importante risultato.
Ora si tratta di utilizzare nel migliore dei modi e senza inutili campanilismi il finanziamento previsto dal Piano Sulcis e, qualora non esistessero, di predisporre i progetti per le nuove opere. Tante sono le infrastrutture di grande utilità e non impattanti che potranno essere realizzate a partire dalla circonvallazione per Calasetta, al miglioramento dell’attuale ponte, alla riconversione ad uso diportistico del porto industriale e alla messa in sicurezza della viabilità al fine di creare i presupposti per un reale decollo dell’economia del Sulcis.
Fonte: Italia Nostra
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