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Gregory Porter al Teatro Lirico di Cagliari, 02 novembre 2014

Metto subito le mani avanti, non sono un critico musicale, faccio la fotografa e per
questo, spesso mi ritrovo in eventi di ogni tipo, soprattutto quelli musicali. Mi piace la musica e soprattutto mi piace il jazz e non sarei mancata per niente al mondo a questa unica data di Gregory Porter in Italia.

Peccato che il Teatro Lirico non sia tutto esaurito, perché lo spettacolo che abbiamo visto
meritava un sold out totale, con fila all’entrata.
Il pubblico cagliaritano presente ha risposto in maniera eccelsa, solo come lui sa fare.
Pare che Cagliari sia una delle mete considerate “difficili”, il gradimento è stato
superlativo tanto da meritare non un bis, ma un “tris”.
Lui, Gregory Porter, è un omone grande e grosso, stazza da ex giocatore di football, si
presenta in abito grigio, con il suo usuale passamontagna con visiera. Le luci sul palco
sono minime e la visiera fa si che i suoi occhi si vedano a malapena, peccato perchè
sicuramente a fine concerto dovevano essere pieni di commozione, dopo un tris e una
standing ovation di tutto il pubblico.
Un omone grande e grosso con una voce sensuale e pastosa dalla quale trapela la sua passione per la sua musica. Ha quarantuno anni, orfano di padre, la madre è ministro di culto, quindi Gregory viene cresciuto a suon di gospel e spiritual, per lui cantare è naturale, nessuna scuola di canto, nessun maestro, puro talento. Come nei film romantici, la sua vita è travagliata, cresce senza padre e quando qualcuno gli dice che la sua voce assomiglia a quella del grande Nat King Cole, lui
immagina che il grande Nat sia suo padre…cresce grande nella voce e nello spirito; poi
come succede di solito nei film, un musicista lo nota in un locale e da lì inizia la sua
fortuna.

Incide il primo album nel 2010 dal titolo Water ed è subito un successo strepitoso, da tempo mancava una voce “nera” così nel jazz. Nel 2012 esce il secondo album Bee Good, i premi fioccano da tutte le parti. Insieme a lui sul palco musicisti di tutto rispetto che ci incantano con i loro arrangiamenti, Chip Crawford al piano, Aaron James al contrabasso, Emanuel Harrold alla batteria e un fantastico Yosuke Sato al sassofono…due ore di concerto passano lisce, lo spettacolo è superbo e l’omone grande e grosso a fine concerto, dopo che i musicisti hanno già fatto due bis, ci regala una MonaLisa a cappella, da solo con solo un piccolissimo occhio di bue che illumina la visiera del suo passamontagna, una potentissima dolcezza che incanta… e dopo mi sento obbligata a non scattare più.

Grazie Gregory Porter, sappi che Cagliari ti ama. Torna presto.

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