La raccolta delle olive principia in ottobre e si protrae fino a dicembre a seconda del clima e della tipologia di cultivar. Questo periodo autunnale rappresenta una sorta di terra di confine temporale, transizione tra l’estate e l’inverno, in cui le foglie di altre specie vegetali cominciano a cadere e mutare nella forma e nel colore, quelle dell’ulivo invece restano fedeli testimoni di quel verde che tutto l’anno irradia speranza e pace.
Compagno dell’uomo, l’ulivo maestoso attende paziente la raccolta del suo frutto, prestando un poco della sua lignea nodosità alle mani operose che tradurranno poi il succo dell’oliva nella luce fluida e genuina che porta con sé il sole estivo anche d’inverno, sulle tavole fatte più allegre e nelle pietanze rese più gustose e salutari.
“L’Ulivo” dell’ing. Francesco Terrone, poeta e scrittore, è un’ode alla bellezza di questa pianta, fiera testimone della civiltà umana, poiché è dai tempi più remoti che ad essa si accompagna. Grande deve essere il compiacimento del lettore che, nel leggere e rileggere questa poesia, approva e ricambia il pegno di gratitudine che il poeta nutre sinceramente verso tutto ciò che esso ci dona. Sembra che i versi ondeggino lietamente nella luce che filtra attraverso le fronde stesse dell’ulivo, nei riflessi verde oro dell’olio e nelle venature di saggezza, solidità ed eleganza che il suo legno esprime attraverso il buon artigianato. La contemplazione che affiora da questa poesia accarezza l’animo, ci fa socchiudere gli occhi ed immaginare paesaggi rurali di muretti a secco e colline, di chiesette imbiancate e villaggi sul mare.
All’improvviso, come uno strapiombo, la poesia di Francesco Terrone precipita in tutt’altra dimensionalità: come una frattura che separa irrimediabilmente la luce dall’oscurità, senza avere il beneficio di passare attraverso l’ombra, le parole da gioia si fanno cupe, componendo un finale inaspettato, tanto che dopo tutta quella luce dorata pare esso stesso un ossimoro rispetto alla premessa. Dunque l’amore per il sacro ulivo che è amore per Colui che lo ha creato diventa un severo monito per l’uomo… per il poeta un mondo senza l’ulivo ed i suoi frutti è un mondo privo di luce e chi non ha luce nel cuore non ha né coraggio né il senso della vita e, al richiamo della civetta, pavido, superstiziosamente si chiede per chi suona la campana, senza avere colto il senso del sacrificio, vivendo una vita grama, e senza prestare Fede alla risurrezione coltivando soltanto il timore per la morte piuttosto che festeggiare la vita ogni giorno.
L’ULIVO
La tua storia è la storia del mondo!
Intere civiltà hanno utilizzato la tua bellezza
per renderti ambasciatore di messaggi
verso un Dio onnipotente che si manifesta
con amorevole fascino
verso l’umanità sofferente.
Tu ulivo, alterni il verde della speranza
all’argentato alloro di mistici orizzonti.
Il tuo legno forte, austero, pieno di recondite venature
ti rendono struttura per immortali capolavori
di scultura antica e moderna.
I tuoi frutti danno all’intera umanità
il gusto del senso della vita.
L’olio, oro fuso, succo di terre aride
baciate dal sole…
come la vita di colui che soffre
per la remissione dei peccati
ed il dono della vita eterna.
Arido è il cuore di colui che sente
il richiamo della civetta
in notti prive di luce.
Francesco Terrone