scorrere del tempo
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Forse il tempo perso nei decenni non è mai davvero perduto per sempre.
Forse quelle mezzore, diventate anni, hanno davvero coltivato un pensiero forte, un nocciolo duro di resistenza al dolore, all’inerzia verso le difficoltà della vita, una marcia contro ogni fermata obbligata.

Forse è la serie infinite di pause che costruisce il tempo in cui viviamo. Pause che non distruggono, cancellano o dimenticano la continuità della vita. Si, perché esiste soprattutto la dialettica interna, che non è fatta di continuità regolare, ma spesso di alti e bassi. Guerra e pace interiore, momenti eroici e altri di invisibilità, anche vigliacca a volte.

A volte sono le pause a salvarti. L’unica cosa che va avanti è il corpo, senza nessuna pausa o ripensamento. Il corpo va da se.


L’essere e il tempo hanno però qualità diverse. Non tutto il tempo è uguale, non tutti gli attimi sono importanti. Non tutto ha la capacità di superare il presente, il consumo immediato di momenti. A volte, per contro, le vite spezzate riescono ad essere ricucite, come un miracolo i cocci si riaggiustano, ridanno la vita ad una storia interrotta.

Forse la pausa è un’immagine, un’illusione ottica, mentre il mondo gira anche senza di noi.

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