Secondo quanto si apprendeva stamane da fonti qualificate come LaPresse il premier Giuseppe Conte, al termine di un lungo confronto con l’Agenzia Informazione e Sicurezza Esterna, è partito per la Libia con Luigi di Maio per trattare la liberazione dei pescatori italiani prigionieri da ben 108 giorni. Gli equipaggi delle due unità da pesca di Mazara del Vallo, composti da 18 persone, tra cui 8 italiani, 6 tunisini, 2 indonesiani e 2 senegalesi, erano stati detenuti dal settembre scorso proprio nella fortezza del generale Khalifa el-Haftar a Bengasi.
Se ne sarà certamente fatta una ragione l’Italia Viva di Matteo Renzi, il cui incontro con Giuseppe Conte era previsto per stamane alle 9:00 ed è stato rimandato per le 19:00, salvo questioni più urgenti. Per quanto la notizia abbia portato lo spirito del Natale nel cuore delle famiglie dei pescatori, della Gente di Mare e dell’Italia tutta, restano ancora molte perplessità sul lunghissimo silenzio della Farnesina e del ministro degli Esteri. La conferma della liberazione dei nostri connazionali, per quanto foriera di una ventata di ottimismo, rinfranca sì lo spirito patrio dopo aver lasciato tutti sulle spine, ma non è salva da polemiche: ci si chiede fondamentalmente come mai al presidente turco Recep Tayyip Erdoğan siano bastati soltanto 5 giorni per liberare i suoi connazionali, 17 membri d’equipaggio di una nave da carico sconfinata in acque territoriali libiche, mentre il nostro corpo diplomatico è stato assente ingiustificato per oltre tre mesi; ad aggravare le critiche verso il ministro Di Maio, malgrado i suoi ottimi rapporti con il leader cinese Xi Jinping, è la vicenda ben più lunga che concerne la situazione delle rinfusiere Antonella Lembo ed MBA Giovanni di Michele, rispettivamente in forza alla Fertilia ed alla Bottiglieri Armatori: ben 14 i mesi per gran parte dei marittimi a bordo delle due bulk carriers senza poter sbarcare con la scusa delle restrizioni della Cina in materia di covid-19, che non consentono avvicendamenti del personale, e soprattutto per la battaglia diplomatica tra il Dragone Rosso e l’Australia, che blocca diversi asset economici tra i due paesi e tiene in ostaggio i nostri connazionali nel golfo di Bohai assieme ad un cospicuo carico di carbone di fronte al porto di Huanghua nella provincia di Hebei.
Dopo che qualcuno ha alluso ad un’operazione ad orologeria mirata ad una presunta “passerella natalizia” da parte del governo i nostri politici staranno temporeggiando nel risolvere anche questa questione al fine di far salire l’asticella dei consensi per Capodanno o cosa?