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“L’enogastronomia è uno dei nostri punti di forza. Ha retto in un momento di crisi, è sostenibile e può correre ancora più veloce, ma ci dobbiamo organizzare per esprimere pienamente le nostre potenzialità in questo ambito”. Lo afferma il Ministro del Turismo Massimo Garavaglia alla presentazione del “Rapporto sul turismo enogastronomico italiano 2021” — quarta edizione — avvenuta il 6 maggio scorso presso il Senato. Il rapporto fa il punto sul fenomeno attraverso l’analisi della domanda e dell’offerta, la descrizione dei trend e delle tendenze del settore, tenuto conto della stretta attualità del Paese, pandemia di COVID-19 inclusa.

Curato da Roberta Garibaldi presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, con il contributo di un Comitato scientifico di esperti del settore e del mondo accademico, nazionali e internazionali, il rapporto è un “documento di lavoro”, secondo il Ministro Garavaglia, che descrive come puntare sulle risorse e sulle caratteristiche dei territori della penisola, a beneficio del Paese e nell’ottica della sostenibilità, il concetto chiave dell’analisi.

Come sappiamo, le forze politiche sono impegnate a risollevare l’Italia dalla crisi economica, esacerbata dalla pandemia, con l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), valido fino al 2026. Il Piano è articolato in sei Missioni che intervengono in più settori. Il turismo, tra i più colpiti dalla crisi sanitaria, è oggetto di rilancio nell’ambito della prima Missione, nella stessa sezione dedicata al settore della cultura con cui è connesso, per ovvie ragioni.

Nel Pnrr il turismo ha un “peso strategico” nel percorso di crescita economica sostenibile e duraturo del Paese. Per svilupparne pienamente il potenziale il Piano agisce su più aspetti, che descriviamo più avanti e che si allineano con il rapporto di cui presentiamo i dati.

Ciò premesso, l’enogastronomia è un segmento turistico che ha retto la crisi generata dalla COVID-19. L’aggiornamento registra l’aumento costante dei turisti che hanno svolto almeno un’esperienza enogastronomica nei tre anni precedenti, complici le restrizioni negli spostamenti verso l’estero, volte a contenere la diffusione della pandemia: 2016, 21% -2018, 30% – 2019, 45% – 2021, 55%.

Pandemia a parte, l’ascesa del turismo enogastronomico nel Bel Paese è dovuta anzitutto alla forte attrattività del patrimonio di prodotti tipici e d’eccellenza (DOC, IGP, IGT…), presente in ogni regione italiana — il rapporto rileva un notevole interesse per gli alberghi a tema cibo-vino (56%) — poi alla capacità di veicolare un’esperienza di valore, ricca di contenuti: l’«enogastroturista» è animato, principalmente, dal desiderio di scoprire i sapori autentici e identitari dei luoghi e visitare le aziende agroalimentari. Ma vuole anche esplorare i territori per conoscerne le bellezze naturali, artistiche e la cultura locale, interagire con la comunità residente.

Insomma, il turismo enogastronomico è un “punto di forza” di ogni regione italiana: nell’analisi 2021 la Sicilia è la destinazione più ambita, seguita dall’Emilia Romagna e dalla Campania.

Il rapporto traccia un sentiero ricco di opportunità per i territori che vogliono sviluppare il proprio potenziale. Però al passo con i tempi: infatti l’enogastroturista vive l’esperienza non solo come reduce dalla pandemia, mostra anche sensibilità verso il tema della sostenibilità, ossia la sfida colta dalle Nazioni Unite – Italia compresa – quando realizzano l’Agenda 2030, che ogni Paese firma il 25 settembre 2015. Il documento contiene 17 Obiettivi connessi tra loro, che mirano al benessere ambientale, sociale, culturale ed economico. E i 193 Paesi membri dell’Onu sono chiamati a raggiungerli entro il 2030.

Considerato che il percorso dell’Italia verso la sostenibilità finora è stato segnato da forti criticità, come documenta il monitoraggio continuo di Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, il rapporto 2021 sul turismo enogastronomico fornisce un prezioso contributo.

Ma procediamo con ordine. Innanzitutto riteniamo utile ricordare la definizione di sviluppo sostenibile diffusa dalle Nazioni Unite nel documento “Our common future” noto anche come Rapporto Brundtland (1987). Si intende “un modello di sviluppo che consenta alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni, senza compromettere la possibilità a quelle future di soddisfare i propri”.

Il messaggio ci sembra chiaro: poiché abbiamo un solo pianeta, diamo uno stop al consumismo e utilizziamo le risorse disponibili in modo equo e dignitoso per tutti. Il turismo enogastronomico sposa questa visione.

Infatti, la nuova analisi rivela che il turista aspira sì a un’esperienza gratificante — il benessere psicofisico diventa il megatrend del settore — ma vuole anche partecipare attivamente alla creazione e al mantenimento di un modello turistico che promuove lo sviluppo armonico dei territori, urbani e rurali.

Dal quadro generale emerge che l’enogastroturista intende «premiare» le destinazioni dove il turismo si prende cura della comunità locale, favorendo l’inclusione e l’occupazione, soprattutto per i giovani e le donne; nutre il benessere dei turisti e non trascura quello degli animali, custoditi negli allevamenti che si trasformano in “luoghi-icona” del loro benessere; salvaguarda e, al contempo, valorizza la cultura e i prodotti locali in un sapiente mix tra creatività e innovazione; tutela l’ambiente e la bellezza del paesaggio.

Le destinazioni delle aree urbane e rurali sono raggiunte con facilità, collegate da una modalità di spostamento che riduce l’inquinamento atmosferico e acustico, la congestione stradale e il consumo di suolo, migliorando la qualità della vita delle persone: la cosiddetta mobilità sostenibile.

Questo modello di turismo è in grado di fidelizzare i viaggiatori, condizione imprescindibile per la crescita economica dei territori.

Entrando nel dettaglio dell’esperienza enogastronomica, i turisti sono attratti verso le destinazioni che comunicano in modo efficace le azioni relative alla sicurezza dei luoghi. Mentre la comunicazione in ambito alimentare (qualità, tracciabilità, contenuti) promuove il consumo dei prodotti locali sul posto (ristorazione, strutture d’accoglienza) e l’acquisto online. I turisti esprimono interesse verso le degustazioni virtuali prima (48%) e dopo l’esperienza (50%). E poi, ci piace molto il 51% che vorrebbe “adottare” a distanza un vigneto, un uliveto o un frutteto e ricevere i prodotti finali: ciò soddisfa l’esigenza di consumare cibi ritenuti sani e genuini, complice la pandemia e la vita in isolamento, che hanno acceso i riflettori sul connubio tra l’alimentazione e la cura di sé stessi.

La maggior consapevolezza della crisi ambientale fa raddoppiare il numero dei turisti che desiderano raggiungere le aziende in bicicletta/e-bike, al contempo diminuiscono (meno 9 punti) i viaggiatori che intendono usare l’automobile. Preferiscono le aziende agroalimentari che comunicano in modo efficace e concreto — durante la visita — le scelte etiche compiute a beneficio del personale e degli animali (66%) e il basso impatto ambientale delle attività produttive (65%).

Il lockdown riaccende il desiderio di vivere in immersione nella natura, calati nella realtà locale. Non stupisce che gli agriturismi siano le strutture ricettive più desiderate (86%): sono lo scenario del felice incontro tra le tradizioni culinarie e le peculiarità dei paesaggi. Nello specifico, i turisti premiano i territori che permettono di partecipare alla vita della comunità (vendemmia collettiva, semina…), che propongono attività a contatto con gli animali (pet therapy) o ludiche alla scoperta dei prodotti e delle tradizioni locali, percorsi tematici, tour in bicicletta in esplorazione delle bellezze naturali e artistiche del territorio. Non solo.

Il turista è ben disposto verso le iniziative che lo aiutino a “riprogrammare le proprie abitudini e adottare uno stile di vita più sano” (58%). Nell’offerta delle iniziative di sensibilizzazione vediamo bene l’integrazione dell’Agenda 2030, al fine di aumentare la consapevolezza degli aspetti meno noti o in cui l’Italia presenta maggiori criticità.

Il megatrend del benessere a 360 gradi esorta a fare leva sulla suggestività del contesto per nuovi utilizzi degli spazi: ad es. Il 47% ritiene le cantine un luogo ideale per le riunioni di lavoro (comunicazione della sicurezza). Il rapporto suggerisce, altresì, di puntare sulla versatilità dei prodotti enogastronomici: i turisti valutano allettanti i servizi e le attività che raccontano intriganti connessioni del cibo ad es. con l’arte, la letteratura e la cosmesi (creatività e innovazione).

Dall’analisi emerge la ri-scoperta dei territori “dietro l’angolo”, come conseguenza alle limitazioni negli spostamenti. Parliamo del turismo di prossimità, sostenuto dai viaggiatori che non vogliono rinunciare a un’esperienza enogastronomica per brevi periodi o da vivere in giornata (destagionalizzazione del turismo).

In sostanza, il “Rapporto sul turismo enogastronomico italiano 2021” — che include esempi di progetti realizzati e focus su realtà internazionali — supporta concretamente gli operatori della filiera che desiderano «intercettare» le occasioni di sviluppo nate dalla crisi sanitaria, anzi globale (aziende agroalimentari, ristorazione, strutture d’accoglienza). A loro è chiesto, chiariscono gli esperti che hanno collaborato all’analisi, un approccio fondato sulla co-progettualità e sulla cooperazione, necessario per cavalcare in pieno l’attrattività del patrimonio enogastronomico dei territori.

Di cruciale importanza è saper promuovere la realtà “sostenibile” sia sul posto — dove il 60% degli intervistati vorrebbe trovare un centro informazioni sul turismo enogastronomico — sia sui media soprattutto i social, il cui utilizzo è in aumento, e con le nuove soluzioni digitali tra cui gli accattivanti podcast. I turisti, a loro volta, diventeranno gli «ambassador» delle destinazioni che corrispondono alle aspettative (effetto social, e del sempre efficace passaparola utilizzato dal 55% per scegliere le aziende e i territori).

Chiaramente gli operatori hanno bisogno del supporto delle forze governative. In tal senso ci piace la proposta lanciata dal Ministro del Turismo Garavaglia di realizzare un piano nazionale legato all’enogastronomia, sulla base del rapporto, per cui serve tanto impegno e organizzazione, sottolinea il Ministro. Riteniamo, lo speriamo, che il piano o un provvedimento affine, sia utile a definire il settore — “punto di forza” del Paese —nonché a risolverne le eventuali criticità, tenuto conto di quanto già realizzato nell’ambito, anche in termini normativi.

Intanto c’è il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che precisiamo fa parte del pacchetto di finanziamenti stanziato dall’Unione europea, per supportare gli Stati membri nella ripartenza economica, il cosiddetto NextGenerationEu. L’Italia, poiché è il Paese più danneggiato dalla crisi sanitaria, è il principale beneficiario con 191,5 miliardi di euro.

Si tratta di “un’opportunità imperdibile di sviluppo, investimenti e riforme” dichiara il Premier Mario Draghi nella premessa al Pnrr.

Cosa prevede nelle aree di nostro maggior interesse? In sintesi:

la Missione 1 — specifica sul turismo — prevede azioni di tutela e valorizzazione del paesaggio, del patrimonio artistico e culturale dei territori, al fine di aumentare l’attrattività delle destinazioni. Si tocca il tema dell’accessibilità (digitalizzazione, rimozione delle barriere fisiche e cognitive…) e della sicurezza dei luoghi della cultura. Il recupero dei borghi — scrigni di saperi e tradizioni, enogastronomiche comprese, diffusi su tutta la penisola— è un fiore all’occhiello del programma di rilancio del turismo italiano (Piano Nazionale Borghi). L’intento è “bilanciare” il flusso dei turisti su tutto il territorio nazionale, specie nelle aree meno note, e proteggere dagli effetti del turismo di massa le destinazioni più frequentate. Viene sottolineato il beneficio su occupazione e inclusione sociale (richiamate nel rapporto) che deriva dagli interventi sul binomio-brand “turismo e cultura”. Entrambe le tematiche sono trattate nella Missione 5.

Le Missioni 2 e 3 agiscono su altri aspetti cruciali, emersi dal rapporto sul turismo enogastronomico. La M2 sostiene lo sviluppo della filiera agroalimentare sostenibile, quindi le attività produttive a basso impatto ambientale e improntate al benessere degli animali, l’economia circolare. Si tratta di aspetti su cui i turisti sono sempre più informati, e correttamente grazie alle iniziative di divulgazione della cultura della sostenibilità promosse dalle università e dalle associazioni nel territorio e sul web.

Entrambe le Missioni intervengono sulla mobilità sostenibile vale a dire l’anima del turismo. Si agisce a livello locale, regionale e nazionale. Il Pnrr mira a trasformare letteralmente le modalità di spostamento dei passeggeri e delle merci, grazie a una “rete di trasporto digitalizzata, a basso impatto ambientale ed efficiente” che include ferrovia, piste ciclabili — sono previsti 1.250 km a scopi turistici — parco auto e bus, aerei e sistema portuale. Gli investimenti prevedono la connessione tra i territori urbani e rurali, tra il Nord e il Sud, isole comprese, così favorendo — tutto l’anno, stando ai dati del rapporto — il turismo e, quindi, la crescita economica del Paese, fortemente penalizzata da infrastrutture di trasporto inadeguate come è ben chiarito nel Pnrr.

Capiamo bene quanto il rapporto 2021 sul turismo enogastronomico italiano sia un prezioso “strumento di lavoro”.

Prendiamo atto anche del fatto che la crisi economica generata dalla pandemia, si è abbattuta su un’Italia già fragile in ogni ambito toccato in questo articolo, così riferisce la lettura del Pnrr. Da decenni sono presenti “squilibri sociali e ambientali” e l’andamento della produttività è “deludente”. Tra il 1999 e il 2019 il Pil è cresciuto in totale del 7,9 per cento, nello stesso periodo in Germania, Francia e Spagna l’aumento è stato rispettivamente del 30,2, del 32,4 e del 43,6 per cento.

Per non perdere l’occasione di rilancio offerta dal Pnrr, “l’Italia deve combinare immaginazione, capacità progettuale e concretezza, per consegnare alle prossime generazioni un Paese più moderno, all’interno di un’Europa più forte e solidale” sollecita il Presidente del Consiglio Mario Draghi.

E noi, che abbiamo scelto di raccontarvi la nostra Storia mentre accade, saremo le sentinelle dell’Italia.

Per approfondire sul turismo enogastronomico, invitiamo a consultare il sito web di Roberta Garibaldi, autrice del Rapporto sul turismo enogastronomico italiano 2021, che ha il patrocinio di ENIT, Fondazione Qualivita, ISMEA e Touring Club Italiano e il sostegno di PromoTurismoFVG, Visit Emilia, Valdichiana Living e UniCredit.

Per seguire il percorso dell’Italia verso il raggiungimento dei 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu ricordiamo Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile

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