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La narratrice e drammaturga Yasmina Reza, acclamata autrice di Arte e Il dio del massacro, a Capri ha ritirato il riconoscimento.

È narratrice, drammaturga, sceneggiatrice, all’occorrenza anche attrice. Soprattutto è autrice di opere sempre non facili, ispide, che vanno al cuore delle cose, anche se costantemente temperate da una buona dose d’ironia. Parliamo di Yasmina Reza, autrice parigina (ma figlia di padre iraniano e madre ungherese) che, grazie alle inconfondibili caratteristiche della sua scrittura, si è aggiudicata quest’anno il Premio Malaparte, prestigioso riconoscimento a un letterato internazionale che anche quest’anno è stato assegnato all’inizio di ottobre sull’isola di Capri. A celebrare la fresca vincitrice l’intera giuria, capitanata dal Presidente Raffaele la Capria, 99 anni, soddisfatto di aver scelto ancora una scrittrice controversa, in linea con le caratteristiche del Premio. Con lui, i giurati del Malaparte (Leonardo Colombati, Giordano Bruno Guerri, Giuseppe Merlino, Silvio Perrella, Emanuele Trevi e Marina Valensise).

In questa edizione del Malaparte, tra l’altro, c’è un valore in più: “Abbiamo scelto di assegnare il premio a Yasmina Reza – nota la giuria – nella prima metà dell’anno, ben prima della scomparsa di Roberto Calasso, che da una decina d’anni pubblica le sue opere in esclusiva nella sua Adelphi. Consegnarlo ora significa anche rendere omaggio a questa figura così eccentrica, eppure centrale, nell’editoria italiana”.

Il Premio Malaparte si conferma così uno dei più importanti riconoscimenti letterari italiani per personalità internazionali: merito della sua anima, Gabriella Buontempo, che ha fatto rinascere una tradizione di famiglia, nata per iniziativa di sua zia Graziella Lonardi Buontempo, e di Ferrarelle S.p.A., unico sponsor del premio, che ha sposato con entusiasmo il progetto di riportare a Capri il riconoscimento.

“Dieci anni or sono – afferma Gabriella Buontempo – quando ho ripreso la tradizione del premio fondato da mia zia, ero sorretta solo da un pugno di amici, uno sponsor importante e molto partecipe come Ferrarelle, e la volontà di non sfigurare rispetto a una tradizione di quel livello. Amici, sponsor e volontà sono rimasti intatti; adesso, guardando ai dieci premiati, si è aggiunta la nuova consapevolezza di essere stati all’altezza della sfida”.

Per il decimo anno consecutivo, il Premio è supportato da Ferrarelle SpA, che da quando è ripreso il riconoscimento lo ha subito inserito tra le sue più significative iniziative nella Responsabilità Sociale: “Sono molto orgoglioso del traguardo dei dieci anni, che il Premio Malaparte taglierà quest’anno” commenta Michele Pontecorvo Ricciardi, Vice Presidente di Ferrarelle SpA e Presidente del FAI Campania “Si tratta di un investimento per noi molto importante, che crediamo sia significativo anche per l’Isola di Capri: in un momento in cui è urgente ripensare alla gestione del turismo, del territorio e delle sue bellezze, siamo convinti dell’opportunità di mantenere accesa, con il Premio Malaparte, questa fiamma di cultura che porta ogni anno sull’isola i più significativi autori della letteratura contemporanea. Un impegno che quest’anno viene arricchito ulteriormente dal patrocinio morale di FAI Campania, che ne riconosce la valenza e rilevanza nel panorama culturale italiano.”

Come sempre, la tre giorni caprese ha rappresentato un omaggio alla narrativa della vincitrice, naturalmente rispettando in tutte le sedi le normative anti Covid. Venerdì 1° ottobre al Cinema Internazionale si è tenuta la proiezione di Carnage, il film che una decina d’anni fa Roman Polanski ha tratto dal testo teatrale Il dio del massacro. Secondo la tradizione, la premiazione ufficiale si è svolta alla Certosa di San Giacomo, dove la vincitrice ha tenuto un discorso.

Nota in Italia soprattutto dopo il successo di Carnage, il film di Roman Polanski tratto dal suo Dio del massacro, Yasmina Reza è conosciuta dai giurati del Malaparte da una trentina d’anni, ai tempi del potente lavoro teatrale Art (1994) e del romanzo d’esordio, Hammerklavier, tradotto in Italia da Archinto con il titolo Al di sopra delle cose. Fin da allora, a tutti era parsa una forza della natura, per la sua capacità di ritrarre ambienti e personaggi tutto sommato convenzionali, andando a coglierne le più intime contraddizioni e debolezze. Un percorso che si è arricchito di romanzi  (Felici i felici, Babilonia) e titoli teatrali celebrati universalmente e variamente messi in scena anche in Italia, come Bella figura, del 2015, e il recentissimo Anne-Marie la Beauté, scritto appena prima dello scoppio della pandemia. Tutti lavori in cui la vena sarcastica si è sempre più approfondita, e la critica alle convenzioni non è mai mancata.

Yasmina Reza succede a un altro scrittore in lingua francese, Amin Maalouf, che si era aggiudicato il riconoscimento nel 2020. Francese (Emmanuel Carrère) era anche il vincitore di dieci anni fa, quando il premio è ripreso a opera di Gabriella Buontempo. Peraltro da allora restano prevalenti i gli autori di lingua inglese: 5, con gli americani Richard FordElizabeth Strout, Donna Tartt, l’inglese Julian Barnes e l’irlandese Colm Tóibín Due invece gli scrittori di altre lingue: Karl Ove Knausgård e Han Kang. Altri autori di grandissimo talento, come Saul Bellow, Nadine Gordimer o Isabel Allende, se lo sono aggiudicato negli anni Ottanta e Novanta.

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