Le persone con disabilità sono state colpite duramente dalla pandemia, sia lo Stato che i cittadini non fanno abbastanza per la loro l’inclusione, le famiglie hanno in media un reddito basso e scivolano verso la marginalità a causa di fattori di rischio come il mantenimento della persona con disabilità e l’aggravarsi delle sue condizioni di salute. L’atteggiamento verso la disabilità è improntato alla “sensibilità” e alla solidarietà, ma restano forti gli approcci ostili e distanti. Oltre un terzo dei cittadini italiani ha assistito a episodi di discriminazione. Allo stesso tempo i media ignorano il tema della disabilità per la stragrande maggioranza degli italiani (79%) e in Italia nella società c’è limitata attenzione sulle principali esigenze e diritti delle persone con disabilità. È il quadro che emerge dall’indagine condotta da SWG con il primo rapporto dell’Osservatorio Cittadini e disabilità sulla percezione da parte dell’opinione pubblica della realtà della disabilità, presentato durante la Cerimonia di consegna del Premio Bomprezzi a Milano. Un mondo che riguarda e investe oltre il 15% degli italiani ma che si rivela poco conosciuto dal resto della popolazione.
L’indagine SWG. Il 63% degli italiani pensa che la divulgazione sulla disabilità sia insufficiente e il 79% ritiene che i media non diano spazio al tema, per avere informazioni scelgono l’azienda sanitaria locale (20%), internet (18%) e il medico di base (14%). La scarsa conoscenza della disabilità si accompagna ad una valutazione critica sull’attenzione della società agli aspetti più importanti della vita delle persone con disabilità. Il dopo di noi, le barriere architettoniche, i trasporti, la vita indipendente gli ambiti ritenuti più ignorati. Alla domanda su quale atteggiamento culturale prevale in Italia sulla disabilità si impongono quello della “sensibilità” (77) e “solidaristico” (71), ma fanno da contraltare negativo anche la tendenza al pregiudizio (66) e all’indifferenza (62) insieme all’impreparazione (53). A sottolineare l’allarme sulla condizione delle persone con disabilità in Italia anche la dichiarazione di un terzo dei cittadini che ha assistito a episodi di discriminazione. La mancata conoscenza del fenomeno e la marginalità percepita nell’opinione pubblica si riflette nell’idea che lo Stato destini pochissime risorse per le persone con disabilità, in media il 2,7% del Bilancio statale a fronte di un reale 5,6%. È il tema dell’inclusione quello su cui c’è il giudizio più negativo: la stragrande maggioranza degli italiani ritiene che sia lo Stato (74%) che i cittadini (72%) facciano poco o nulla per garantire la partecipazione paritaria delle persone con disabilità. Se per la scuola la percezione è positiva, anche se resta una quota critica e di incerti (24%), invece i servizi assicurati da Comuni per l’accessibilità sono visti da oltre un 60% dei cittadini come insufficienti. Gli italiani pensano che le famiglie con persone con disabilità siano segnate da forte fragilità economica, in media considerano il loro reddito inferiore ai 18mila euro, sotto la soglia nazionale. A pesare sulle famiglie le spese di mantenimento e cura medica della persona, vengono sottostimati i costi meno conosciuti come quelli relativi all’educazione e alla riabilitazione, agli ausili, al caregiver a tempo pieno e quindi l’abbandono del lavoro, alla ristrutturazione dell’abitazione, fino all’impostazione del Dopo di noi. Appena il 19%, infatti, considera un fattore determinante la costruzione del futuro delle persone con disabilità “alla scomparsa dei genitori”.
“La ricerca svela quanta strada ancora ci sia da fare per aumentare la consapevolezza delle esigenze e dei bisogni delle persone con disabilità e delle loro famiglie. Abbiamo indagato quali tra una serie di azioni possibili agevolerebbe il superamento degli ostacoli che queste persone devono affrontare. Alcune sono prioritarie per l’opinione pubblica: occorre fare chiarezza sui diritti, ed è responsabilità dei media e di tutte le istituzioni. E subito dopo c’è il tema del lavoro, considerato importantissimo. Tra le ultime, per mancanza di comprensione, il Dopo di noi, il cohousing e il diritto alla sessualità. Sono gli italiani a dirci che c’è ancora una scarsa conoscenza della disabilità, una presa di distanza o non accettazione significative, una consapevolezza di muoversi poco in modo inclusivo. L’Osservatorio nasce proprio per far sì che si parta da qui per fare un vero cambiamento culturale” spiega Simone Fanti, Vice Presidente Premio Bomprezzi.
All’evento, aperto con il saluto del Presidente della RepubblicaSergio Mattarella, sono intervenuti Maurizio Pessato, Vicepresidente SWG, Lamberto Bertolé, Assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano, Simonetta Morelli, Presidente Associazione “Premio Bomprezzi”, in video collegamento On. Erika Stefani, Ministro per le disabilità, Martina Fuga, CoorDown ODV e Comitato scientifico “Premio Bomprezzi”, Giovanni Parapini, Direttore RAI per il Sociale, Stefano Arduini, Direttore responsabile VITA, Riccardo Bonacina, Fondatore VITA.
On. Erika Stefani, Ministro per le disabilità, con un video messaggio ha voluto ricordare Franco Bomprezzi “Un giornalista che ha fatto la storia e rappresentato per questo mondo un cardine fondamentale nell’affermazione dei diritti – continua a spiegare l’On. Stefani – un impegno sui diritti che oggi vede un importante risultato come il varo della Disability Card, la Carta Europea Della Disabilità, un modo per sconfiggere la burocrazia e garantire un accesso agevolato a beni e servizi. Siamo convinti che la disabilità non debba essere più approcciata in modo pietistico ed assistenzialistico. Con la stessa visione il Governo presenta al Parlamento la Legge Delega sulla disabilità, una norma procedurale per semplificare i passaggi che una persona con disabilità deve affrontare per costruire il proprio progetto di vita. Vogliamo costruire un contenitore in cui ci siano tutte le figure con cui la persona con disabilità è tenuto a dialogare. Non cambieremo nulla di quello che già c’è. Ci limitiamo ad aggiungere il concetto di valutazione multidimensionale in senso semplificativo”.
I vincitori del Premio Bomprezzi. Il riconoscimento, alla sua prima edizione, assegna nella categoria dei migliori lavori giornalistici che raccontano la disabilità realizzati nel corso dell’ultimo anno il primo premio ex aequo a Laura Badaracchi, Superabile Inail e Nello Del Gatto “Tre soldi” di Radio 3 Rai, secondo posto a Veronica Rossi, Altreconomia, terza classificata Cristina Carpinelli, Radio24. Per la categoria progetto giornalistico da realizzarsi con il contributo del premio vincono Ylenia Sina e Angela Nittoli, Fanpage.it.
L’associazione Premio Franco Bomprezzi nasce nel 2021 con lo scopo di «ricordare l’uomo, il comunicatore, l’amico e il compagno di molte battaglie per i diritti delle persone con disabilità» scomparso 7 anni fa attraverso un Premio che riconosca e promuova la migliore informazione giornalistica sul tema.
“Sono passati sette anni da quando Franco Bomprezzi ci ha lasciato. Oggi celebriamo una persona che esiste ancora profondamente nelle nostre menti e nei nostri cuori e di cui abbiamo raccolto l’eredità che vogliamo far rivivere. Vogliamo con questo Premio metterci alla prova e stimolare l’informazione, la politica e la società civile su una tematica che ha necessità di essere raccontata, di essere rappresentata e di essere sostenuta. Franco è stata la persona che più di ogni altra in Italia ha contribuito a cambiare la comunicazione sulla disabilità” afferma Simonetta Morelli, Presidente dell’Associazione Premio Bomprezzi.
La Cerimonia di premiazione è stata celebrata da Gerardo Bombonato, Massimo Maggio, Direttore di CBM Italia e Marco Rasconi, membro della Commissione Centrale di Beneficenza di Fondazione Cariplo, Coordinatore della Commissione Servizi alla Persona e membro della Commissione Ricerca Scientifica.
Massimo Maggio, direttore di CBM Italia Onlus dichiara: “Siamo orgogliosi della nuova collaborazione che si inaugura oggi – in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità – con l’associazione Premio Bomprezzi, con cui noi di CBM condividiamo l’impegno a promuovere una cultura inclusiva della disabilità, che mette al centro i diritti delle persone con disabilità. Desideriamo portare anche in Italia l’esperienza che abbiamo maturato da oltre 110 anni nei Paesi in via di sviluppo con le persone con disabilità e le loro comunità, lavorando con progetti di salute visiva, educazione e lavoro, per spezzare il ciclo che lega povertà e disabilità”.
La giuria è composta dalla Presidente dell’associazione, Simonetta Morelli, il fratello di Franco, Marco Bomprezzi, il fraterno amico e collega Gerardo Bombonato, Simonetta Agnello Hornby scrittrice, Stefano Arduini Direttore di Vita, Claudio Arrigoni cronista delle Paralimpiadi di Tokio 2020, Alessandro Cannavò (presidente di giuria) caporedattore del Corriere della Sera e responsabile del blog InVisibili dedicato alla disabilità, Lella Costa attrice, Matteo Flora founder e CEO di The fool, Antonio Giuseppe Malafarina scrittore poeta e tra i massimi esperti di comunicazione della disabilità, Giovanni Parapini Direttore di Rai per il Sociale, Enrica Roddolo scrittrice e giornalista del Corriere della Sera, Marco Tarquinio Direttore di Avvenire e Silvia Vaccarezza responsabile della rubrica del Tg2 Tutto il bello che c’è.
Il premio annovera i patrocini dell’Ordine Nazionale dei giornalisti italiani, degli ordini regionali dei giornalisti della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, ed è realizzato con il patrocinio della Fondazione Cariplo in partnership con CBM Italia e supportato dalle media partnership di Avvenire, InVisibili blog sulla disabilità di Corriere della Sera, Vita e Superando.it.
Giovanni Parapini ha annunciato durante la cerimonia che il Premio godrà per il prossimo anno della Media Partnership di Rai per il Sociale.
All’evento del 3 dicembre sono stati presentati anche i risultati del programma Cariplo Crew, iniziativa di Fondazione Cariplo organizzata da Filarete Servizi con il supporto di Fondazione UniMI, che sostiene le attività di ricerca e sviluppo di tecnologie per migliorare la qualità della vita di persone con fragilità.