Veronica Matta
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In Sardegna le guerriere dell’antica pratica dell’allattamento

L’inchiesta antropologica promossa dall’associazione di promozione sociale Sa Mata, l’albero delle idee, presso il reparto di neonatologia dell’ospedale G. Brotzu, durante lo scoppio della pandemia da Covid-19 (2020/2022), condotta dall’antropologa Veronica Matta, autrice del saggio “Il Dono del latte”, frutto di una precedente ricerca universitaria qualitativa d’indagine etno-antropologica (2002) sul sistema alimentare infantile della Sardegna, ha permesso di indagare i fattori che hanno favorito o reso problematica l’antica pratica dell’allattamento al seno.

I questionari, condivisi con la Dott.ssa Luciana Pibiri, direttrice del reparto di Neonatologia, costituiti da domande a scelta multipla, sono stati distribuiti tramite la pediatra Dott.ssa Valentina  Pisano e le infermiere del nido, a 112 neomamme che, in modo volontario e in forma anonima, hanno aiutato a individuare i fattori che oggi influenzano e determinano la buona riuscita dell’allattamento al seno, subito dopo il parto. La percentuale dei neonati allattati al seno è stata significativamente superiore alle aspettative, nonostante le criticità storiche dettate dall’insorgere del virus Covid-19 che ha portato l’Italia ad affrontare un’emergenza sanitaria con l’applicazione di regole molto restrittive, creando barriere nella comunicazione e isolando, in alcuni luoghi, sempre più la mamma e il suo bambino sin dal momento del parto. Per fortuna, dalla lettura dei grafici si evince che l’82,1% delle neomamme ricoverate a Cagliari, presso l’ospedale Brotzu, ha allattato al seno subito dopo il parto, provvedendo dunque alla nutrizione naturale con il cosiddetto “latti de pettus o de titta”.

La scelta di allattare al seno è dipesa dalla convinzione unanime espressa dalle neomamme che il latte è l’alimento migliore per il bambino, dal fermo riconoscimento che l’allattamento è un fatto naturale, oltre che una pratica naturale consigliata dai pediatri. Un dato ancora più significativo è rappresentato da quel 95% che ha somministrato il primo latte, il colostro “su cabòstu o su coròstru”, assicurato dall’attaccamento precoce del neonato al seno. In passato, prima dell’ospedalizzazione del parto, le mamme sarde sapevano, anche se inconsapevolmente, che il colostro avrebbe favorito la discesa del latte nella mammella e giovato alla salute del neonato.

È indubbio – dichiara la Dott.ssa Luciana Pibiri –  che la pandemia  da Covid-19 abbia portato nelle nostre vite uno stravolgimento a cui nessuno era preparato. Da una parte la paura di un virus sconosciuto e pericolosissimo, dall’altra le misure adottate per contrastarlo, hanno avuto un forte impatto su tutti noi. Parlando dell’evento nascita e delle pratiche connesse bisogna riconoscere quanto tutto questo abbia avuto forti ripercussioni sulla salute psicofisica della donna che si è trovata a dover gestire un evento fortemente emozionale ed importante in un momento drammatico e anche  sola, senza il partner e i familiari, durante il parto e nei giorni di degenza in ospedale.
All’Ospedale Brotzu noi Neonatologi e tutti gli operatori coinvolti, abbiamo cercato di tranquillizzare i genitori con informazioni chiare e corrette, di tutelare la relazione mamma-neonato e l’allattamento coniugandoli con un corretto approccio igienico-sanitario. Per questo abbiamo istituito  percorsi dedicati e procedure per salvaguardare la salute delle madri, dei bambini e degli operatori sanitari.
Abbiamo cercato di seguire come sempre le indicazioni della S.I.N. per una gestione congiunta di madre-bambino spingendo, come sempre, per un allattamento precoce. Abbiamo quindi aderito con piacere all’invito della Dott.ssa Veronica Matta che, tramite la compilazione di questionari anonimi da parte delle mamme, alla dimissione, ci avrebbe dato l’opportunità di capire quali erano stati i risultati del nostro impegno ed eventualmente sapere dove migliorare. Devo ammettere che sono rimasta sorpresa nel constatare i risultati che io ritengo estremamente positivi, vista la situazione locale e generale. Per questo – conclude la direttrice –  ringrazio la Dott.ssa Matta, a nome di tutto il nostro Reparto, perché i risultati della sua ricerca ci inducono a perseverare nel nostro lavoro nella convinzione che la strada sia quella giusta ma che resti, ancora, molto da fare in proposito.

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