Si è conclusa il 27 agosto, nella splendida Riviera dei Cedri, in Calabria, la terza edizione del Tirreno d’AMare Festival dei Sensi 2023, registrando un’alta presenza e un forte gradimento da parte del pubblico. La manifestazione nasce da un’idea dalla pianista concertista Giusy Caruso, che ne è la direttrice artistica, e dell’architetto Mario Aloe, tour leader dei percorsi turistici esperienziali. Quest’anno il programma si è articolato in concerti e appuntamenti culturali che si sono svolti tra la terrazza e il salone del Grand Hotel San Michele e il Castello del Principe di Sangineto.
Gli eventi in programma, oltre all’attenzione per il patrimonio storico-culturale offerto dal territorio, hanno rivelato una forte spinta tecnologica, come ha dimostrato il concerto T*ActiLE proposto da Giusy Caruso, cosentina di nascita e residente a Bruxelles, oggi a capo del gruppo di ricerca CREATIE, sviluppato in seno al Conservatorio Reale di Anversa, che di recente ha vinto un premio onorario della Commissione Europea come artista ricercatrice nei campi dell’arte, della scienza e della tecnologia.
Tiriamo le somme dell’edizione di quest’anno con la direttrice artistica Giusy Caruso.
Qual è il concept del Festival?
Il Tirreno d’AMare Festival dei Sensi nasce dal desiderio di cura e amore verso la meravigliosa costa dell’alto tirreno calabrese, la Riviera dei Cedri, un luogo noto per antichi splendori ed espressioni più contemporanee. La suggestiva cornice di questi luoghi fa da contenitore a eventi che mettono in relazione la musica, l’arte, la cultura, il benessere e dei tour esperienziali per facilitare l’incontro tra il pubblico di vacanzieri abituali e di turisti di passaggio in Calabria, con artisti locali e artisti di fama internazionale, e quindi stimolare la conoscenza del patrimonio storico-cultuale del territorio.
La proposta musicale è delle più varie, coniugando la classica al popolare fino alle sperimentazioni più ardite. Quali sono stati i tuoi obiettivi nel predisporre il programma?
Le scelte della programmazione mirano a far convergere diversi settori disciplinari e culturali e anche diversi generi musicali nei luoghi più suggestivi della Riviera dei Cedri per offrire un ventaglio di proposte variegate e di spessore. In questi ultimi tre anni gli eventi si sono avvicendati tra il salone e il terrazzo del Grand Hotel San Michele di Cetraro (Cs) – “tra cielo e mare…”come ha scritto la stampa – e quest’anno anche nel cortile dell’antico Castello del Principe di Sangineto (Cs) all’interno del progetto ‘Borgo Vivo’ a cura della Pro Loco di Sangineto che ha ottenuto il sostegno dalla Regione Calabria. In cartellone abbiamo avuto l’onore di ospitare il concerto speciale del celebre pianista-compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra Geoff Westley, il concerto del Duo Sfera – costituito dal chitarrista italiano di fama internazionale Giulio Tampalini e dal chitarrista e compositore cosentino Daniele Fabio con un programma “…dal classico al popolare”.
Grande attenzione anche al territorio…
Il “Made in Calabria” è stato valorizzato ad esempio con un appuntamento che ha posto al centro l’arte prodotta nel territorio con la presentazione del libro “Nuda. Io sono Mia”, PAV Edizioni, della scrittrice cosentina Carolina Cesario, l’esposizione di opere pittoriche dell’artista Assunta Mollo di Casoli del Manco (CS) e le mie esecuzioni sul pianoforte artigianale della ditta calabrese Pasquale Serra con le letture di Raffaella Galizia e interventi di Anna Maria Ventura.
Esiste un filo conduttore che sottende i diversi eventi?
Il filo conduttore tra i vari eventi è l’idea di generare un “Risveglio dei Sensi”, un risveglio della sensibilità degli animi nei confronti dell’arte e della bellezza del patrimonio storico-culturale del territorio. Il format è nato proprio dalla volontà di svolgere un’azione concreta usufruendo delle potenzialità dell’alto tirreno calabrese in cui svolgere una programmazione multidisciplinare caratterizzata dall’interconnessione tra le arti, dalla varietà di generi musicali e dalla possibilità di esser coinvolti in tour esperienziali, virtuali e reali, che stimolano la curiosità e generano approfondimenti storici sulla Calabria, con aperture all’innovazione e alla ricerca, e quindi restituiscono al pubblico benessere e armonia. Per esempio, il “Concerto Energizzante” ha fornito delle vere e proprie “pillole” di benessere scaturite dall’ascolto meditativo di mie esecuzioni al pianoforte alternato ai consigli dell’esperta di nutrizione Alessandra Spalletta.
In che modo la musica si lega alle risorse territoriali?
Gli appuntamenti del festival vogliono mettere in risalto i luoghi storici della Riviera dei Cedri che li ospitano, per valorizzarne la loro bellezza e la loro conoscenza. In seno al festival si colloca il progetto “Vivere il suono dei Luoghi”, messo a punto con l’architetto Mario Aloe. Su questa idea, le tre edizioni si sono svolte in diversi siti storici: nel magnifico terrazzo e nel salone del Grand Hotel San Michele di Cetraro, in provincia di Cosenza, un’antica tenuta liberty dei primi del 900 di proprietà della famiglia Siniscalchi ora diretta dal figlio Andrea Peiser, che ha sostenuto il festival sin dalla sua prima edizione; presso il Convento dei Minimi di Cirella-Diamante dove ha avuto luogo nel 2021 la performance immersiva DANTEUM, un viaggio virtuale in cui l’architetto Aloe ha presentato, in dialogo con le mie note al pianoforte e le proiezioni video, le stanze del monumento dedicato a Dante Alighieri progettato negli anni ’40 dall’architetto Giuseppe Terragni su Roma e mai mai realizzato per questioni politiche. In questa edizione del 2023 si è aggiunta come sede il Castello del Principe di Sangineto con due eventi che hanno guardato al futuro proponendo l’impiego del digitale nella performance artistica e per la valorizzazione dei beni culturali. In particolare nella conferenza-concerto dedicata al progetto ‘Vivere il Suono dei Luoghi’ il presente di un luogo da riqualificare, come il Castello del Principe di Sangineto, ha incontrato le note storiche del passato e le prospettive di una futura possibile ricostruzione digitale negli interventi dei relatori l’architetto Mario Aloe e l’ingegner Giandomenico Caruso, professore del Politecnico di Milano, accompagnati dalla performance di musica antica a cura del gruppo Graziosi Ardimenti che si è esibita in abiti d’epoca.
Erano previsti eventi collaterali per esplorare il territorio?
Certamente. Il festival include dei tour esperienziali sulla riviera dei Cedri – dai Ruderi di Cirella Cirella, ai Murales di Diamante e le nascoste preziosità del Castello di San Michele di Santa Maria del Cedro e dell’antica città Greca Laos – tutti a cura dell’architetto e tour leader Mario Aloe che include nelle sue visite guidate elementi a sorpresa come l’integrazione di esercizi fisici di pilates, degustazioni enogastronomiche e turismo teatralizzato.
Non è mancata infine l’attenzione ai giovani…
“Sì, sia in apertura, nel concerto iniziale dedicato al “Risveglio dei Sensi”, che nel mio workshop conclusivo, “Mirroring Creative Lab” per la crescita artistica e musicale, in cui, in dialogo con gli artisti partecipanti, sono stati gettati alcuni semi per la programmazione della prossima edizione.
Oltre che direttrice artistica, sei stata anche protagonista di una tappa del festival col tuo progetto T*ActiLE. Ce lo vuoi illustrare?
Come dicevo, ho preso parte a diverse tappe, ma quella in cui sono stata protagonista come performer solista riguarda uno dei due eventi organizzati presso il Castello del Principe di Sangineto. È stata una prima assoluta per la Calabria in cui ho presentato l’impiego del digitale nella performance. Il concerto è il risultato del mio progetto di ricerca T*ActiLE sviluppato in questi ultimi due anni in Belgio presso il Conservatorio Reale di Anversa, dove lavoro e dove sono a capo del gruppo di ricerca CREATIE. Si tratta di una performance in cui suono al pianoforte indossando dei sensori elettromiografi, dei braccialetti che catturano la tensione muscolare delle braccia. Il segnale viene rielaborato da un software che crea la sonificazione del mio gesto con dei suoni elettronici che si amalgamano con quelli acustici da me prodotti al pianoforte e le proiezioni di immagini artistiche del fotografo Alessandro Giorgi.
È il progetto che ti è valso l’importante riconoscimento della Commissione Europea per tanti anni di sperimentazioni tecnologiche applicate alla musica! Lavori a nuove implementazioni?
Sì, il progetto di sonificazione del gesto si è esteso nella performance virtuale MetaPhase in dialogo con il mio avatar nel metaverso. Il progetto MetaPhase, sviluppato insieme alla Società LWT3 di Milano, mio partner tecnologico, è stato presentato in prima assoluta durante Cremona Musica International Exhibition 2022 e ha ricevuto il premio S+T+Arts Honorary Mention 2023 assegnato annualmente dalla Commissione Europea alle ricerche futuristiche che indagano il connubio di arte, scienza e tecnologia.
Dati i tuoi molteplici interessi, hai altri progetti futuri che ti va di anticipare?
Come accennavo prima, in autunno ho in cantiere di espandere il virtuale in un viaggio completamente immersivo di una performance in VR ambientata nelle stanze del DANTEUM e che ho presentato in concerto nel 2021 con semplici proiezioni video. Ho in mente anche altre formule di concerti che implicano la partecipazione attiva del pubblico. L’intenzione è quella di elaborare nuove strategie interattive per stimolare gli spettatori in un vero e proprio atto co-creativo della performance. Il mio nuovo progetto è uno sviluppo del progetto T*ActiLE, quindi dell’idea che il movimento corporeo e il tatto possano essere tradotti in elementi visivi o uditivi, non solo dal punto di vista del performer, ma anche dello spettatore, che diventa parte attiva dello spazio performativo inteso come spazio condiviso di interazione sociale e di incontri, da qui deriva il titolo del progetto “Encounters”.
Hai pubblicato un libro che si intitola La Ricerca Artistica Musicale. Linguaggi e Metodi (LIM, 2022), il primo in lingua italiana sulla ricerca artistico-musicale. In cosa consiste la figura del musicista ricercatore?
In realtà, il concetto di ricerca è insito nel percorso creativo di ciascun musicista perché l’arte è rivolta all’ideazione di qualcosa di nuovo. In questo senso tutti gli artisti sono ‘ricercatori’. Ma quella dell’artista ricercatore, o musicista ricercatore, è oggi una figura professionale riconosciuta e supportata a livello istituzionale, anche se in Italia non esiste ancora un suo inquadramento professionale all’interno dell’accademia, intesa come Università e Alta Formazione Artistica. Nel nord Europa, invece, la ricerca artistica è stata istituzionalizzata già da vent’anni con dei dottorati di studio in cui la creazione artistica è identificata come attività di ricerca di tipo scientifico perché foriera di nuove conoscenze. L’obiettivo della ricerca artistica non è quindi quella di produrre esclusivamente una performance o un’opera d’arte, ma di generare nuova conoscenza.