Share

Lo racconta il paesaggio della periferia dalle colline ondulate, colme di ulivi, e lo attesta pure il lavoro costante della famiglia Provenza: la città di Battipaglia, oltre che della mozzarella di bufala campana, è capitale dell’olio extravergine di oliva o, quantomeno, uno tra i più importanti distretti dell’olivicoltura del sud Italia.

Sorto nel 1960 il Frantoio Torretta diventa subito un punto di riferimento per gli olivicoltori, radunando nel tempo circa 160 soci e apportando costanti migliorie, tanto da edificare un nuovo e più prestazionale stabilimento, sempre in via serroni, nella prima decade degli anni ’90.

Oggi alla terza generazione e capitanato da Maria Provenza, il Frantoio Torretta non ha mai smesso di perseguire la qualità e il perfezionamento di tutti i processi di filiera, tanto da vincere numerosi riconoscimenti, non ultimi quelli di quest’anno della guida del Gambero Rosso: infatti il Dafne, di cui abbiamo già parlato qui, vince le tre foglie, ma è Rea il protagonista di questo pezzo.

Prodotto dalle varietà Rotondella, Frantoio e Carpellese, rispettivamente al 10, 40 e 50%, il Rea Olio Extravergine di Oliva Dop delle Colline salernitane ha ottenuto anch’esso degli importanti riconoscimenti.

Dal colore oro intenso e piacevolmente denso, il Rea profuma di foglia di olivo, kiwi e mela verde, cicoria selvatica e basilico disidratato, con accenni di pomodoro, sedano e pepe bianco. Avvolgente e voluttuoso al palato, grazie a un sorso che crea volume, presenta un tocco umami delicato, con nota ammandorlata e piccante con buona persistenza. Con i suoi 92 grammi di grassi totali, di cui 10 saturi per 100 ml di prodotto, questo olio evo presenta una bella connotazione materica, la struttura e l’austera eleganza del nome della dea di cui porta il nome. È stata assaggiata, mea culpa, una bottiglia del 2021: questo dimostra però quanto il Frantoio Torretta lavori con materia prima di pregio e quanto i suoi metodi di lavorazioni siano precisi, tanto da rendere un prodotto di due anni stabile e godibilissimo. Sconsigliando di consumarlo ad oltre un anno dalla produzione comunque, onde non perderne tutto il potenziale, il Rea persino oggi si presta ad accompagnare un abbinamento intrigante, quanto complesso: una pita spalmata con baba ganoush che abbia, oltre alla tahina, un pizzico di cumino.

Leave a comment.