Bologna, ImmEvAlberi
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di Federica Rubini

A Bologna è in corso un abbattimento di alberi senza precedenti. Tigli (Tilia sp. pl. ), Platani (Platanus sp. pl.) e Pioppi (Populus sp. pl.) ultradecennali sono sacrificati per far spazio a nuove infrastrutture nelle aree verdi della città.

Nel Parco naturale protetto del Paleotto, a Rastignano, 1.157 alberi sono stati abbattuti per fare spazio a una strada denominata Nodo di Rastignano, altri 600 nella zona Stazione Rastignano. Il Paleotto era un punto di riferimento per molte associazioni ambientaliste: qui venivano liberati animali selvatici recuperati e curati. Le associazioni preposte non sono state avvisate per tempo e il recupero della fauna selvatica è divenuto di fatto impossibile. Il Parco del Paleotto ospitava specie vegetali protette come la Tulipa Sylvestris L. .

Nel Parco Don Bosco poi, è in atto il taglio degli alberi per far spazio al percorso del tram, per costruire un’altra scuola e una pista ciclabile. A pochi giorni dagli scontri del 20 giugno scorso, tra chi voleva salvaguardare gli alberi e la polizia, sono stati trovati i ricci nel Parco Don Bosco. Il riccio (Erinaceus europaeus Linnaeus, 1758) è tutelato ai sensi della legge numero 157 dell’11 febbraio 1992, è considerata specie non cacciabile ed è protetto dalla Convenzione di Berna.

Bologna, Parco Don Bosco

In questo periodo, mentre la distruzione del parco continua, i ricci sono in piena attività riproduttiva e nelle tane ci sono già i cuccioli. Tutto questo potrebbe essere evitato se invece di abbattere 70 alberi per la costruzione di una pista ciclabile dove si trova il Parco Don Bosco si facesse passare il percorso all’interno del parco stesso.

Nella zona di Borgo Panigale sono stati abbattuti alberi per far posto alle rotaie del tram.

Negli ultimi mesi si sono accesi i riflettori anche sul Giardino Acerbi.  Alle 4.40 del mattino del 19 maggio sono stati tagliati i tigli per dare inizio ai lavori per la costruzione del nuovo nido Cavazzoni. Orario insolito che sicuramente ha evitato proteste da parte dei residenti. Nei giorni seguenti, alcuni di essi, hanno sporto denuncia per il reato di disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone. Inoltre è stato segnalato che l’abbattimento è avvenuto senza le opportune segnalazioni dei lavori in corso, creando quindi una situazione pericolosa per chiunque potesse passare in quel momento perché gli alberi venivano giù interi e perciò era imprevedibile capire dove sarebbero caduti e soprattutto al buio.

Gli alberi abbattuti hanno causato danni ad alcuni pozzetti elettrici. Al momento della denuncia è stato chiesto dai cittadini ai carabinieri di verificare se ci fossero state le opportune autorizzazione per il taglio dei tigli. Tutto questo per costruire una scuola accanto a una già esistente.

Bologna, strage di Tigli e Pioppi

Sit-in di protesta per il taglio degli alberi al Giardino Acerbi

Gli abbattimenti si potevano evitare? Forse si, esiste infatti una sorta di “vanga per alberi”, un macchinario che consente di spostare alberi interi. Ci si chiede che senso ha devastare un giardino pubblico per costruire un nuovo edificio, quando i bambini potevano essere ospitati in un’altra struttura già esistente nella stessa zona. Sono proprio i bambini a essere i primi a risentire di questa deforestazione. Il rapporto Foreste e alberi per la salute umana: percorsi, impatti, sfide e opzioni di risposta pubblicato dal Programma Scienza-Politica del Unione internazionale delle organizzazioni di ricerca forestale (IUFRO), sottolinea quanto il contributo delle foreste e degli alberi siamo fondamentali nel raggiungere vite sane e il benessere per tutti, come previsto dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite con l’Obiettivo 3 (SDG 3).

Sebbene i benefici di foreste e spazi verdi abbiano conseguenze positive sulle persone di tutte le età già a partire dalla fase prenatale, sui bambini si è riscontrato un miglioramento dello sviluppo neurologico, gli spazi verdi inoltre sono luoghi che agevolano la socialità e il rilassamento. Il contatto col verde porta a un miglioramento di diverse patologie come depressione, cancro e diabete, inoltre dalla Natura arrivano le piante medicinali che costituiscono le cure primarie per il 70% della popolazione mondiale. Si stima che dal 1960 c’è stato un incremento del 30% di nuove malattie legate al cambiamento dell’uso del suolo.

Gli alberi servono a tutti gli esseri viventi per respirare. Secondo l’Independent, un albero di faggio adulto produce in un anno l’ossigeno che basta per far respirare fino a dieci persone, nel mondo l’essere umano ha sfondato la soglia degli 8 miliardi, in cui ovviamente non sono conteggiati tutti gli altri esseri viventi. Giovanni Dinelli, docente di Agronomia dell’Università di Bologna si è espresso così in merito al caso del Giardino Acerbi: “Per pareggiare i benefici di un tiglio di 40 anni alto 20 metri sono necessari 48mila alberi. Le piante assicurano l’assorbimento dell’anidride carbonica e l’abbassamento della temperatura: se dovessimo quantificare in denaro i servizi ecologici offerti ci aggireremmo intorno ai 40-70 mila euro

Alberi abbattuti nel Giardino Acerbi

Piantare nuovi alberi senza cambiare la visione è inutile. Si fatica a trovare le piante giovani, perché i vivai non ne producono abbastanza, bisogna selezionare le specie in base a clima, suolo e disponibilità di acqua, serve un piano di monitoraggio per far crescere le piante e bisogna proteggerle dagli animali e dar loro cure adeguate, bisogna insomma avere una visione a lungo termine, senza le piante non sopravvivono. In media un albero di città vive al massimo 8 anni e ovviamente si sprecano fondi e piante, tenendo anche conto che all’inizio della riforestazione c’è un aumento delle emissioni di carbonio che se le piante muoiono non vengono compensate.

Le sedi delle scuole potrebbero essere spostate in edifici ristrutturati, così da recuperare quelle strutture fatiscenti e abbandonate a sé stesse che si vedono transitando sulle strade. Una di queste si trova proprio nel Parco Vittime della Uno Bianca, non lontano dal Parco Acerbi e vicino a un’altra scuola, così facendo si salverebbero anche i posti di lavoro degli operai.

Le scuole in questione verranno finanziate col Pnrr.

A cosa servano tutte le politiche green se poi la tutela degli alberi risulta inesistente?

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