È appena trascorsa una settimana, ma negli ambienti capitolini non si parla d’altro: i vini italiani hanno conquistato l’attenzione e i palati degli illustri ospiti che hanno partecipato alla cena di gala indetta dall’Ambasciata del Messico a Roma, venerdì 13 settembre scorso.
È stata Identità Mediterranea, piccola associazione fondata da Gaetano Cataldo, a organizzare una rappresentanza di 11 Cantine eccellenti, cogliendo l’opportunità concessa da Carlos Eugenio García De Alba, ambasciatore del Messico in Italia dal 2019, in occasione del 214° anniversario dell’inizio della Liberazione del Messico dal dominio coloniale spagnolo, ricorrenza anticipata di alcuni giorni quest’anno.
Ciò è stato possibile grazie alle cantine di prestigio che hanno aderito alla sponsorship, selezionate da Gaetano Cataldo, miglior sommelier dell’anno al Merano Wine Festival, beneficiando di un’attività di reputazione comunicativa esclusiva e ad ampio raggio, sfoggiando bottiglie scintillanti e di altissima qualità enologica in presenza di alte cariche politiche, religiose e militari, nonché di funzionari diplomatici e delle camere di commercio bilaterali, che hanno davvero potuto apprezzare vini di grandissimo valore territoriale, con i banchi di assaggio allestiti nel Salone d’Onore della sede diplomatica messicana.
Il Vigneto Italia certo è vastissimo ma la selezione delle Cantine è stata così ben accurata da poter esibire uno spaccato territoriale, ampelografico e ben diversificato per filosofia produttiva, tanto da riversare nei calici il nettare dionisiaco proveniente dalle rive del Lago di Garda alle colline trapanesi, da cui è possibile ammirare il Golfo di Castellammare, passando per i diversi distretti vitivinicoli della Campania.
Ecco le Aziende che Identità Mediterranea, tra i main sponsor della serata, ha coinvolto per il memorabile evento…
Dalla provincia di Salerno
La Cantina Tredaniele, gestita dai fratelli Pietro, Gianni e Francesco Daniele, imprenditori giovani e coraggiosi che hanno puntato tutto sul territorio cilentano, costituendo un vero e proprio punto di riferimento per il borgo di Trentinara, famoso per la skyline, producendo vini da uve Aglianico, Fiano ed altri vitigni internazionali, promuovendo una cucina tradizionale, franca e accogliente in una villa settecentesca.
Da Albanella, in un distretto vicinissimo ai templi di Paestum, la Cantina Bello ha presentato il suo premiatissimo rosato da uve Primitivo, inclusa la versione en rouge.
Dalla provincia di Benevento
La Famiglia Verlingieri, detentrice di una centenaria tradizione di viticoltori, ha presentato le sue bollicine briose da Falanghina e una versione sannita ferma da uve Greco, della loro Cantina Rossovermiglio, sita a Paduli.
Dalla provincia di Caserta
I vini della Cantina Alois, già famosa per i suoi manufatti in seta, presenti persino al Louvre e alla Casa Bianca, ha rappresentato il territorio casertano con il Pallagrello, sia nella versione albina che in rosso, da uve allevate nella zona di Pontelatone.
Dalla provincia di Napoli
Il Quarto Miglio è la storica cantina fondata da Raffaele Verde, rapito dall’amore per la viticoltura, e che oggi è capitanata da Ciro Verde, alla guida sia agronomica che enologica. Alcuni sesti d’impianto nei vigneti di proprietà sono a piede franco. Le referenze aziendali presenti non potevano che essere a base di uve Falanghina e Piedirosso dei Campi Flegrei.
Dall’isola di Ischia La Pietra di Tommasone, ubicata nel borgo di Lacco Ameno, ha dato il meglio di sé con la tipicissima Biancolella e con l’espressività di Aglianico e Piedirosso, declinati nelle due versioni del Pithecusa, secondo la visione enologica di Giuseppe Andreoli, che ha saputo puntare anche sul cantinamento subacqueo.
Tenuta Augustea, azienda fondata dalla famiglia Nocerino, ha espresso rarità e piacevolezza grazie al suo Catalanesca, così come la vulcanicità del Piedirosso, vitigni di proprietà ubicati alle falde del Vesuvio nel distretto di Somma Vesuviana.
Dalla provincia di Avellino
Dalla verde Irpinia due grandi realtà, la prima di Roccabascerana e la seconda da Montemarano: parliamo di Agricola Bellaria e della Cantina di Giovanni Molettieri. L’Agricola Bellaria, di proprietà della famiglia Maffei e diretta da Antonio Pepe, guarda all’internazionalizzazione e si fa ambasciatrice da anni della territorialità con un’ampia gamma di vini, frutto dei classici vitigni irpini e dell’Uva Rara.
Il giovane Giovanni Molettieri porta avanti un messaggio altrettanto importante per il suo territorio, mettendolo sotto i riflettori con visite in azienda e con degustazioni presso l’accogliente agriturismo familiare. Entrambe le cantine hanno espresso la loro filosofia sul Greco di Tufo, nonché sull’Aglianico nella versione Igt e sul Taurasi.
Dalla provincia di Brescia
La famiglia Bulgarini ha piantato le proprie radici a Pozzolengo, in quel territorio che guarda tanto al bresciano quanto all’area di Verona, in termini di tradizione enologica. Vicinissima al Lago di Garda infatti, traduce le uve Turbiana in tutte le sue espressioni ed offre ottime versioni di vini del veronese. Infatti non potevano non scegliere una bollicina elegantissima di Lugana, affinata 60 mesi, e lo storico Amarone della Valpolicella.
Dalla provincia di Trapani
I vini artigianali di Nino Asta, deus ex machina di Astavini, sono stati quantomeno succosi e dirompenti, destando grande sorpresa tra gli ospiti, che nutrivano qualche reticenza nei confronti di un certo modello enologico, che ha saputo dimostrare grazie ai vini di questa azienda ubicata ad Alcamo, di essere di tutto rispetto. Il Catarratto, nelle sue due versioni, e il blend di Nero d’Avola e Sirah, hanno raccontato decisamente un bellissimo pezzo della storia del vino della Sicilia.
Abbiamo chiesto a Gaetano Cataldo, che collabora con la redazione di Mediterranea Online da quasi quindici anni, le sue personali impressioni sulla serata presso l’Ambasciata del Messico:
“Erano anni che non mettevo piede in un’ambasciata, cosa che capitava più frequentemente all’Estero per adempiere alle pratiche burocratiche che attengono al mestiere del marittimo, e non pensavo sarebbe successo così in fretta nella mia veste di sommelier professionista e giornalista enogastronomico, figuriamoci come fondatore di Identità Mediterranea durante un’attività di questo genere. Intanto tengo a ringraziare tutte le Cantine che hanno aderito alla mia proposta di partecipare al 214° anniversario della Liberazione del Messico, proprio nell’anno in cui Italia e Messico celebrano 150 anni di relazioni diplomatiche. Queste Cantine, oltre che darmi fiducia, hanno dimostrato assertività, capacità di fare rete e una grande vocazione ad affermarsi in contesti decisamente esclusivi e di assoluto prestigio.
Non posso non ringraziare Gaetano Coppola, fiero cittadino sangiorgese, oggi affermato professionista del banqueting capitolino e maggiordomo personale dell’ambasciatore De Alba, unitamente ai funzionari Ana Ramirez e Alfredo De Tejada che, con Morena Altieri, addetta stampa presso la sede diplomatica messicana, mi hanno aiutato non poco a concertare tutte le operazioni necessarie nel rispetto del protocollo dell’ambasciata.
Con identità Mediterranea ci siamo fatti carico di trasporti e logistica, redazioni di testi e traduzioni delle lettere che hanno accompagnato le pregiate bottiglie che le singole cantine hanno voluto portare in dono all’ambasciatore, assieme al loro caloroso invito di averlo ospite nelle loro aziende, senza dimenticarmi di tuti i collaboratori che si sono alacremente dedicati alla mescita con competenza e professionalità, in special modo Francesco Giugliano, giovanissimo sommelier e maître presso il Cosmo Restaurant di Pompei.
Ho potuto verificare personalmente il gradimento degli ospiti di eccezione invitati alla festa, tra cui esponenti delle altre sedi diplomatiche a Roma, dei funzionari dell’ambasciata messicana, di alte cariche politiche, militari e religiose, nonché di esperti comunicatori del mondo del vino, tra cui gli amici Roberto Mattozzi e Roberto Garofalo. In un contesto esclusivo internazionale e multiculturale è stato un privilegio poter raccontare di queste 11 aziende, dislocate in Campania, Lombardia e Sicilia, soprattutto dei loro territori, del loro lavoro, dei loro vini. Abbiamo avuto l’onore di incontrare oltretutto la dott.ssa Letizia Magaldi, presidente della Camera di Commercio del Messico in Italia, e persino l’onorevole Gennaro Migliore, presidente dell’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo, dai quali abbiamo ricevuto grandissima attenzione e disponibilità per avviare scambi culturali e commerciali con le imprese interessate.
Concludo dicendo che il Messico è un Paese fortemente radicato alle tradizioni culinarie, che si esprimono regionalmente come per l’Italia, e che da decenni è fortemente sviluppato nella conoscenza e persino nella produzione del vino. Pertanto c’è un grande interesse per l’enogastronomia del nostro Paese. Infine, aggiungo semplicemente che le opportunità sono strabilianti, ricordando che Città del Messico è tra le metropoli con la più alta concentrazione di ristoranti italiani al mondo”.