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L’universo del vino ha bisogno di cambiare, anzi deve. Certo occorrono sicuramente adeguamenti strategici per il mercato nazionale e globale ma, poiché i tumulti e gli scandali non mancano, per quanto fortunatamente di esigua entità, occorre pur sempre e soprattutto applicare dei criteri di trasparenza a partire dall’etichettaggio

L’industria enologica si trova davanti ad una svolta normativa in tal senso, la quale ridefinisce il futuro delle etichette da applicare alle bottiglie. Infatti, la necessità di dibattere a riguardo nasce dalle novità introdotte dal Regolamento UE 2021/2117, in vigore dall’8 dicembre 2023.

Tale regolamento attiene principalmente a due fattori, ossia l’etichettatura nutrizionale e l’elenco degli ingredienti, imponendo de facto quelle che potrebbero definirsi nuove responsabilità a produttori, enologi e distributori di vino, ma che in realtà, per un’assenza normativa tanto attesa, sono rientrate fino ad oggi nell’ordine di un’etica enologica opzionale, fosse null’altro per chiarezza di contenuto in quanto a origine delle uve processate e atte a diventare uno specifico vino.

La forma se coerente diventa contenuto e l’etichetta, cioè quel patto sacro tra produttore e consumatore che non andrebbe mai violato, deve poter essere assoluta garanzia di ciò che il vino contiene.

Per le circostanze dettate dal nuovo regolamento, cioè informazioni nutrizionali e ingredienti, l’Assoenologi ha pensato bene di riunirsi alle ore 16:00 di giovedì 16 gennaio 2025 ad Avellino, presso il distaccamento dell’Università degli Studi di Napoli Federico II Dipartimento di Agraria, Sezione di Scienze della Vite e del Vino, proprio per approfondire l’impatto di queste normative e offrire strumenti pratici per la loro applicazione.

La sede infatti ospiterà il convegno di Assoenologi dal titolo “Etichettatura vinicola: novità normative e impatto sui processi aziendali” e verrà moderato dal giornalista enogastronomico Luciano Pignataro, con la partecipazione dei seguenti relatori: il prof. Luigi Moio, Ordinario di Enologia, Università degli Studi di Napoli Federico II, Vicepresidente OIV, Dott. Riccardo Cotarella, Presidente Assoenologi Nazionale, Nicola Caputo, assessore all’agricoltura della Regione Campania, Roberto Di Meo, presidente Assoenologi Sezione Campania ed organizzatore del convegno stesso, Maurizio Petracca, presidente commissione agricoltura Regione Campania, Salvatore Schiavone, direttore ICQRF Italia Meridionale, Francesco Manzo, responsabile nazionale Schema Vino Agroqualità, e Mauro Di Cosimo della Codivin srl; ulteriori relazioni di approfondimento saranno date dall’avv. Marco Giuri dello Studio Giuri Avvocati, il quale tratterà gli aspetti normativi e giuridici delle etichette nutrizionali e dell’elenco ingredienti.

Sostiene Riccardo Cotarella che l’incontro offrirà un’importante occasione di confronto per professionisti del settore, con l’obiettivo di affrontare le sfide operative imposte dalla nuova regolamentazione europea e garantire un’applicazione coerente lungo l’intera filiera produttiva Lo stesso presidente di Assoenologi aggiunge inoltre che sono proprio gli incontri che vengono organizzati dalle sezioni territoriali ad assumere sempre più un’importanza rilevante per tutti gli associati e non solo, sostenendo che ciò avvenga grazie all’ottimo lavoro che stanno svolgendo tutti i presidenti delle varie sedi. Concludendo, Cotarella dice “Il convegno organizzato in questo caso da Roberto Di Meo si inserisce in un contesto complesso come quello attuale che sta vivendo tutta la filiera del vino, sempre più alle prese con attacchi e normative che non agevolano il lavoro dei produttori e degli enologi”.

Confidiamo nelle ottime deduzioni che scaturiranno da questo convegno, nonché nell’erudizione e nel buon giudizio di chi dovrà dare opportune indicazioni alle cantine, non soltanto per evitare multe e sanzioni per errato etichettaggio, ma per mantenere sempre altissima l’asticella della qualità del vino italiano e la sua grande fama, non di meno la fiducia del consumatore a mezzo di maggiore consapevolizzazione. Ma basterà un regolamento che sostiene che tutto ciò che è enologicamente legale e ammissibile per la produzione di vino sia omissibile in etichetta a patto che non lasci residui a creare vera trasparenza? Se la risposta fosse si, d’obbligo il condizionale, ci saremo di certo risparmiati un botto di carta e di inchiostro per stampare etichette, guadagnando in informazioni omologate però.

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