Share

La Piana di Quarto è geologicamente definita una depressione del sottosuolo di forma ellittica, dall’altissima attività vulcanica, la cui circonferenza è costituita da creste collinari, cospicui depositi di tufo giallo e zeolite, edifici vulcanici recenti e dai resti dell’antica caldera originatasi in seguito all’eruzione dell’ignimbrite campana, è situata nei Campi Flegrei a Nord Ovest di Napoli e ricopre una superficie complessiva di circa14 km²; ciò che rappresenta il più grande cratere spento di quest’area corrisponde il comune di Quarto, abitato sin dall’Età del Bronzo, e che attualmente conta più di 41 mila abitanti.

Il toponimo di questa cittadina, detta anche Quarto Flegreo, si sostiene derivi dall’espressione latina ad quartum, stando a indicare una distanza: quarto miglio da Pozzuoli. Il significato di questa espressione sta nel fatto che il comune di Quarto sia proprio localizzato al quarto miglio di Via Campana, un’antica strada che sorge sul tracciato di una delle principali rotte terrestri dell’Impero Romano, partendo dall’Anfiteatro Flavio di Pozzuoli, ovvero l’antica Puteoli, diramandosi poi in vari comuni in provincia di Napoli, per poi terminare sulla Via Appia di Capua Antica.

La cantina Il IV Miglio è così chiamata per onorare l’etimologia della sua area di appartenenza e le origini della città ove è ubicata. Attiva da quattro generazioni, vede oggi alla guida agronomica ed enologica Ciro Verde, fiero di poter raccogliere l’eredità dei suoi nonni, in quanto a talento commerciale, e proseguire lungo il cammino tracciato da suo padre Raffaele Verde, persona di grande erudizione e raffinatezza, guadagnandosi il merito di aver proiettato l’azienda familiare verso il cammino dell’internazionalizzazione e perseverando nella difficile arte dell’allevamento della vite a piede franco.

La massima espressione di Falanghina prodotta da questa cantina, garante di coerenza e qualità enologica, oltre che di cultura e interpretazione territoriale, è il Macchia Bianco, etichetta antesignana di una espressività di questo vino nella sua versione riserva, nato per dimostrare agli intenditori il potenziale di invecchiamento, ben prima di qualsiasi altro produttore flegreo.

Il vigneto di origine è un cru familiare e vede una densità media di impianto di circa 5000 piante per ettaro, allevate a cordone speronato e per una resa complessiva di 60 quintali. La vendemmia è avvenuta nella prima decade di ottobre e la vinificazione ha visto anzitutto una macerazione pellicolare nella pressa per circa 6 ore, fermentando successivamente in acciaio a temperatura controllata, senza superare i 16° centigradi; l’affinamento è avvenuto sempre in acciaio inox per circa 8 mesi sulle fecce fini, con oltre 36 mesi di sosta in bottiglia prima di uscire sul mercato.

Il Macchia Bianco Campi Flegrei Doc 2016 della cantina Il IV Miglio esprime l’eleganza del colore giallo oro intenso e vivido nella luminescenza cromatica di una danza al calice, foriera di grandi aspettative al palato, e con tracce di consistenza che si affettano al coltello. Dopo una evanescente nota di ciclamino, polverizzata poco dopo dal contatto con l’ossigeno, arriva poderosa la percezione olfattiva dello iodio marino, della polvere da sparo e dell’idrocarburo, con note di salvia essiccata, gelatina al limone e scorza d’arancia candita, quindi di albicocca disidratata con a seguire un’idea di crema pasticcera e zafferano con uno scampolo d’eucalipto. Voluttuoso e avvolgente, il sorso scende come seta liquida, con trama sia sapida che saporita, da umami, ammantata in una freschezza impressionante, già anticipata dalla vivacità del colore, e che crea una copiosa succulenza indotta; in retrolfattiva vengono veicolati e confermati i riconoscimenti olfattivi percepiti precedentemente con in aggiunta il tè nero e il mielato del corbezzolo. Sommo esempio di Falanghina di vulcanica marittimità flegrea, questo superbo vino è lungo e vibrante in persistenza, non è sfuggita una sottilissima e intrigante verve da leuco-antociano all’assaggio, e sarebbe ancora tutto da riscoprire per almeno i prossimi 3 anni. Risotto con fagiano, crema di castelmagno allo zafferano e tartufo bianco, oppure sulla candela alla genovese dell’outlet ristorativo della famiglia Verde… da non perdere!

Leave a comment.