Hotel Fortuna è il titolo delle mostra fotografica di Sara Vighi organizzata dall’Associazione Culturale Hermaea Archeologia e Arte in collaborazione con la Mediateca del Mediterraneo di Cagliari.
Opere in esposizione dal 23 giugno al 4 luglio presso il centro polivalente di Via Mameli dal martedì al sabato dalle ore 9:00 alle ore 20:00, ingresso gratuito. Oltre trenta fotografie in bianco e nero, scattate in formato RAW con una reflex digitale non full-frame montante un obiettivo 35 mm e stampate su carta cotone raccontano la bellezza dell’Italia maggiore, ovvero le città descritte e consigliate in tutte le guide turistiche. Tali località sono ritratte da immagini non convenzionali, differenti da quelle più caratteristiche e blasonate che propongono le classiche cartoline utilizzando un punto di osservazione essenziale ed allo stesso tempo alternativo e ricercato, “il livello che in Archeologia chiameremmo del terreno vergine”, situato al di sotto degli strati culturali. In questo modo l’ oggetto più insolito, quello mai considerato di una meta turistica, apparentemente insignificante come una barca, un cancello, il sellino di una bicicletta, un muro vive armonicamente all’interno del piccolo habitat in cui si trova. L’ambiente ed il soggetto inanimato non possono prescindere l’uno dall’altro generando un equilibrio perfetto che attraverso la fotografia ed il bianco e nero che cancella il chiasso dei colori diventa un autentico ed esclusivo bene culturale.
Hotel Fortuna è un nome che già esiste, è un albergo di Ancona in cui l’artista soggiornò qualche anno fa. Trovò notevole l’accostamento tra i due termini, riconducibili ad una suggestiva metafora della vita, ad un tetto sotto cui rifugiarsi e chiedere l’aiuto di una buona stella.
Nelle fotografie manca quasi del tutto la natura presente solo sotto forma di materia come il legno, manca l’uomo, non visibile fisicamente ma di cui si percepisce l’operato grazie all’immagine di alcuni ombrelloni messi al riparo dal vento o di un bucato appena steso. Questo vuole essere un esplicito spunto di riflessione affinché la presenza umana sia più propositiva ed efficace là dove regna il degrado e lo scarso senso civico. In Hotel Fortuna si crea uno spazio vuoto, bianco che può essere anche il colore della possibilità, della speranza di scrivere delle memorie collettive là dove esse sono totalmente assenti.