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Mia madre e altre catastrofi

è l’ultimo romanzo di Francesco Abate e a neanche due mesi dalla sua uscita in libreria è già alla terza ristampa.

Un rapporto forte e complice che unisce i protagonisti di quest’opera a due voci: quella di Mariella la mamma e quella del figlio Checco, che altri non è che il nostro autore. È il racconto di una donna perbene e forte, una professoressa marxista e neocatecumenale, che rimasta vedova a cinquant’anni ha continuato a educare i suoi tre figli con rigore, severità, ma con tanto amore condito con frizzante sarcasmo.

Mia madre e altre catastrofi è anche una miniserie con la regia di Peter Marcias e la straordinaria Piera Degli Esposti, nel ruolo di mamma Mariella, che mette in scena alcuni dialoghi che ben ci raccontano questa deliziosa catastrofe di madre.

Il libro è diviso in capitoli che si susseguono in ordine cronologico da La mangiatrice di tigri ad Abbiate pietà, dalla guida de La 500 color crema, passando per le telefonate di Mamma in redazione e ovviamente A mare. Nella sezione Nelle patrie corsie, frequentate a lungo da madre e figlio, forse i dialoghi più poetici e ironici del libro e due emozionanti dichiarazioni d’amore. Quella di Mariella:

– Checco?

– Sì, Mamma.

Tieni, entra in camera mortuaria e metti una coperta a tuo padre. Lì dentro c’é un freddo cane.

E quella di Checco:

– Sei innamorato di questa Grazia?

– Si, molto, Mamma.

– Non essere severo con lei.

– No, Ma’, prometto. É per lei che ora non voglio morire.

Chi legge si ritroverà in molti episodi, anche se non è di Cagliari, non ama il mare e come Mariella fa il bagno pure a dicembre e dice che era a fare gli scrutini. Magari come Francesco, ha letto di nascosto Postal Market, ha subito il furto della merenda e ha preso pure botte, perché quel panino margarina e zucchero ai ladri non è proprio piaciuto!

Che il lettore sia una mamma o un figlio non può che specchiarsi in loro. E che si chiami Mariella, Anna Maria o Caterina, poco importa: ha detto “lo so già” quando sono corsi da lei per comunicarle una novità e per non rispondere ha sussurrato sicura “lo so io”! Ha preparato la merenda, anche se meno monotona della rosetta con margarina e zucchero; ha portato i bambini al mare, magari non alle otto del mattino, ma di sicuro li ha fatti aspettare due ore prima di fare il bagno dopo mangiato; li ha picchiati col battipanni (o magari il mestolo), che ancora conserva.

E che il suo nome sia Checco o Ninni o Stefania o Francesca ha difeso anche a botte un fratello che veniva preso in giro, ha fatto storie perché a messa non ci voleva andare e si è arrabbiato perché il motorino non glielo hanno fatto comprare neanche con i suoi risparmi, ma poi lo hanno regalato al fratello e pure alla sorella!

Sono gustosissimi e giocosi, ma anche commoventi e molto divertenti i dialoghi che compongono questo libro, da cui vengono fuori una madre severa, tenera, dolcissima, ma mai sdolcinata e un figlio sveglio, tenace, un po’ noioso e ironico come la mamma.

Basta leggere lo scambio di battute riportato nella quarta di copertina per farsi un’idea di quello che si trova nel libro: risate ironiche appena velate di malinconia.

– Devo chiedere al Signore perché mi ha dato te e non il figlio di signora Castía.
– E cos’ha lui più di me?
– È morto.

Quando cominci Mia madre e altre catastrofi ne vieni coinvolto e rapito…. e quando hai finito di leggerlo tutto d’un fiato ti accorgi che sono le tre del mattino e tra quattro ore suona la sveglia. Ma sei soddisfatta e appagata.

Francesco Abate
Mia madre e altre catastrofi
Einaudi
160 pp., 16 euro

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