In ogni regione italiana l’AIS (Associazione Italiana Sommelier) ha celebrato il 21 maggio la Giornata Nazionale della Cultura del Vino e dell’Olio, in collaborazione con MIPAAF, MIBACT e RAI
L’evento nazionale è stato presentato a Roma dal presidente dell’AIS Antonello Maietta, nella Sala Cavour del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. La vicinanza che il Ministero manifesta a questo evento (giunto alla sesta edizione), insieme all’importante patrocinio della RAI che ha seguito in ogni regione l’evento, dimostra l’interesse per il perseguimento di un programma preciso di azione a favore del comparto agroalimentare italiano, eccellenza incontrastata nel mondo. Migliorando questo settore si favorisce anche il settore turistico, creando finalmente un circolo virtuoso per una fetta importante dell’economia italiana.
Quest’anno il tema scelto dall’AIS è l’etichettatura, “un aspetto di estrema attualità alla luce delle recenti disposizioni comunitarie, della crescente attenzione posta a favorire una scelta corretta e consapevole da parte dei consumatori e della possibilità per i produttori di esprimere il proprio impegno verso una produzione di qualità”. Per la prima volta il tema è lo stesso in tutta Italia e punta dritto al cuore dell’azione aziendale. “Nelle altre edizioni”, ci spiega Emanuele Lavizzari della redazione della rivista dell’AIS Vitae , “i temi sono stati legati ad aspetti scientifici (vino e olio e salute, la coltivazione della vite e dell’ulivo ai nostri giorni, vino e olio nella dieta mediterranea), storici (la coltura della vite e dell’ulivo nei secoli, storia delle tradizioni locali collegate a questi prodotti), economici (la produzione di vino e olio in Italia, le opportunità commerciali sul mercato italiano e sui mercati internazionali, scenari commerciali futuri) e degustativi (degustazioni e analisi organolettiche di vini e oli italiani)”.
Molto interessanti i siti che hanno ospitato l’evento, per valore storico e culturale in collaborazione con il Mibact. Dalla Villa Medicea di Poggio a Caiano in Toscana a Palazzo Pallavicini a Roma, di fronte al Quirinale, dalla Valle dei Templi di Agrigento all’antica Luni in Liguria, solo per citare alcuni dei luoghi dove, nel corso dei secoli, si sono stilati disciplinari, affinate le tecniche di produzione o gestiti commerci di vino e olio.
L’edizione sarda
La giornata cagliaritana è stata organizzata nella sede dell’antichissima cantina Bingia Pernis. Cantina che inizia la sua attività già nel XVIII secolo, continuando a costruire negli anni un ottimo prodotto, tanto che nel 1898 Bingia Pernis vinse la Medaglia d’Oro del Ministero dell’Agricoltura quale migliore Cantina d’Italia.
Grande successo per l’edizione sarda dell’appuntamento organizzato da Roberto Dessanti presidente dell’AIS regionale.
Un programma ricco di interventi importanti dei rappresentanti di ogni categoria interessata: dal vicepresidente di Assoenologi Mariano Murru al rappresentante di Adiconsum Sardegna Giorgio Vargiu; Giancarlo Saba e Marco Leo di ICQRF (Ispettorato centrale repressione frodi), la produttrice Nicoletta Paba di Audarya vini. L’intervento del maestro Filippo Martinez, che ha illustrato l’estetica dell’etichetta nella storia.
Il pomeriggio la degustazione delle eccellenze regionali, i migliori oli e vini, con una particolare attenzioni ai vini da dessert.
L’etichetta svela un mondo
L’etichetta è la prima esperienza del prodotto che ha a disposizione il consumatore, “è uno degli elementi che aiuta e contribuisce ad incrementare le vendite” afferma Mariano Murru, che presenta l’intervento dal titolo “L’etichetta come opportunità di comunicazione”.
L’importanza dell’immagine, ma soprattutto la completezza di informazione per il consumatore: “il consumatore si trova spesso di fronte a centinaia, o addirittura migliaia di etichette, e diventa difficile decidere se non si conosce già almeno il produttore”. Quindi l’etichetta come biglietto da visita, come porta d’ingresso verso il mondo che rappresenta quel determinato vino, fatto di tante componenti. La comunicazione è la prima azione diretta che permette all’azienda di presentarsi al meglio.
“E’ statisticamente provato che il consumatore sceglierà in base alla bellezza e la cura dell’etichetta”, è la chiave per invitare l’appassionato a visitare il mondo aziendale. Ricordiamo poi che l’etichetta fornisce una gamma di informazioni molto più ricca, “di quale vino si tratta, chi è il produttore, in quale paese viene prodotto, quantità di alcol, lotto di confezionamento, eventuale presenza di allergeni” ancora Murru “queste indicazioni obbligatorie per legge, permettono al consumatore di avere degli elementi certi e garantiti ai quali far riferimento per valutare i propri acquisti ed al produttore di usufruire di regole comuni a tutti ,che garantiscono una sana e leale concorrenza. A queste indicazioni il produttore può aggiungere informazioni facoltative (mai in contrapposizione con quelle obbligatorie) che permettono di comunicare in maniera più approfondita sia il prodotto che l’azienda.
Ogni vino ha una propria identità e soprattutto un proprio valore intrinseco che deve essere svelato; l’etichetta diventa quindi un importante strumento di Marketing che veicola il marchio aziendale nel mondo.”
La qualità e il prezzo
Giorgio Vargiu riprende quella che è la letteratura classica del mercato, ossia un buon equilibrio tra qualità e prezzi. “Una buona informazione, anche attraverso l’etichetta, aiuta sicuramente la scelta del consumatore, in caso contrario il prezzo sarà l’unica discriminante per la scelta” Prosegue il rappresentante dell’associazione dei consumatori “ci vuole un patto di tutela tra produttori responsabili, consumatori e istituzioni per creare una campagna informativa seria, così da escludere invece i prodotti che non seguono un disciplinare corretto”.
Dalla parte di chi produce
Nicoletta Pala, titolare della cantina Audarya di Serdiana (ormai sede di un microcosmo di aziende che lavorano sulla produzione di qualità), si sofferma sull’importanza del packaging “bisogna saper comunicare bene per potersi distinguer in un mercato molto affollato. Diventa sempre più strategica un’informazione globale: mantenere le proprie radici sarde con un respiro internazionale”.
Qualche dato sul mercato del vino e dell’olio
Sull’importanza dell’incidenza del comparto vinicolo sul mercato italiano e mondiale, nessuno ha più dubbi. Oggi è necessaria un’azione che consolidi e migliori un trend già in crescita, che miri a potenziare la tradizione italiana, puntando alla qualità e all’innovazione pulita per tutto il comparto.
Il 2015 è stato l’anno del cambio di marcia per il mercato dei vini, che ha visto dopo molti anni un segno positivo nelle percentuali di vendita in Italia, ma soprattutto all’estero con numeri importanti. Vinitaly ha pubblicato le anticipazioni sulle vendite di vino in GDO 2015, che sono cresciute dell’1.4% nel 2015, a un valore (che è il totale del campione che viene aggiornato di anno in anno) di 1.54 miliardi di euro. In questo link i dati aggiornati della vendita nella grande distribuzione si può citare il miglioramento netto delle vendite del vino confezionato, il consumatore è disposto a spendere di più per un buon vino. Da segnalare anche il leggero aumento del mercato bio, ancora lento rispetto ad altri paesi.
Molto importanti i dati positivi dell’export. Il dato più eclatante è forse la crescita esponenziale dell”export di spumanti, che ha superato il miliardo di euro. I vini imbottigliati superano i 4 miliardi, si tratta di cifre importanti per tutta la filiera produttiva italiana.
Per quanto riguarda l’olio, nella campagna 2015/16 l’Italia ha prodotto circa 470.000 tonnellate di olio di oliva in generale e ha raddoppiato la produzione dell’annata precedente. Oltre il 60% appartiene alla categoria di oli vergini ed extra vergine. Il nostro Paese torna ad essere il secondo produttore mondiale di olio di oliva vergine in generale dopo la Spagna e prima di Grecia, Portogallo e Francia.
Se la nostra produzione nazionale non riesce a soddisfare la richiesta interna, integrandola con importazioni da diversi paesi del Mediterraneo, l’’Italia, mediamente, esporta ogni anno 130.000 tonnellate di olio di oliva negli Stati Uniti che, con un controvalore di oltre 1 miliardo e 300 milioni di Euro, rappresenta il mercato più interessante per l’export del nostro made in Italy. (fonte Consorzio olivicolo italiano).
Qualche dato sulla situazione di mercato dei vini sardi