Prende il via la campagna #citizenscience di LIFE Conceptu Maris, un progetto cofinanziato dall’Unione Europea per la conservazione e la protezione di balene, delfini e tartarughe nel bacino del Mediterraneo. Grazie a questa iniziativa, volontari adeguatamente formati potranno raccogliere dati scientifici facendo osservazioni in mare aperto, utili anche per le attività di ricerca salendo a bordo della tratta Cagliari Palermo gestita da AMP Capo Carbonara.
“Si tratta di un importante traguardo nell’ambito del progetto, che nella primavera/estate del 2023 permetterà ai cittadini che amano la natura di dare il proprio contributo alla conservazione dei cetacei e delle tartarughe marine” dice Fabrizio Atzori, biologo marino e direttore dell’Area Marina Protetta “Capo Carbonara”, l’ente partner di Conceptu Maris che è responsabile dell’azione di citizen science.
Negli ultimi anni gli attrezzi da pesca abbandonati, il traffico marittimo e l’inquinamento da plastiche, tutti fattori che derivano dalle attività umane, stanno avendo effetti negativi sempre più evidenti su questi carismatici animali nei nostri mari. “È un campanello d’allarme che ha spinto i ricercatori italiani e stranieri a conoscere ancora più a fondo la distribuzione e la biologia delle specie più diffuse” continua Atzori, “per mettere a punto strategie di conservazione efficaci nel bacino del Mediterraneo”.
“Abbiamo deciso di supportare questa lodevole iniziativa per sensibilizzare tutti in modo attivo organizzando la logistica di questa complessa ma necessaria call to action di volontari” aggiunge Raffaele Grandi, patron di Triton Research. “L’amore per il mare e le sue creature deve sempre più diventare una responsabilità condivisa: senza l’aiuto di tutti, le cose non potranno mai cambiare davvero”.
16 LE ROTTE TRA CUI SCEGLIERE
Per raggiungere questo obiettivo ambizioso, oltre a utilizzare tecnologie all’avanguardia come le analisi di DNA ambientale e quelle degli isotopi stabili, i ricercatori di Conceptu Maris si affidano anche ai “tradizionali” monitoraggi visivi in mare aperto, per raccogliere dati sia sugli animali (balenottera comune, capodoglio, globicefalo, grampo, zifio, stenella, tursiope e delfino comune tra i cetacei, oltre alle tartarughe caretta, verde e liuto) sia sui potenziali disturbi come i rifiuti galleggianti (il cosiddetto marine litter) e il traffico marittimo. Ed è proprio in questo ambito che interviene la citizen science. Già adesso (a partire da marzo 2023) i cittadini possono candidarsi per salire a bordo dei traghetti coinvolti nel progetto e monitorare, insieme ai ricercatori, una delle 16 diverse rotte disponibili nel bacino del Mediterraneo occidentale che toccano il Santuario dei Cetacei Pelagos del Mar Ligure, il Mare Tirreno, l’Adriatico e le acque di Corsica, Sardegna e le Isole Baleari. Nella pagina dedicata del sito www.lifeconceptu.eu, sviluppata da Triton Research, si trovano, in quattro lingue, tutte le informazioni e i contatti utili per inviare il proprio modulo di candidatura relativo a una determinata tratta di navigazione. Tra i requisiti richiesti, occorre nutrire un forte interesse per l’argomento, essere maggiorenni, in grado di mantenere un buon livello di concentrazione per diverse ore e partecipare a una formazione teorica (online) sul riconoscimento delle specie.
IL LEGAME TRA RICERCA E CITTADINI
Con le attività di citizen science di Conceptu Maris si rafforza quindi il legame tra ricerca scientifica e cittadini, dove questi ultimi sono parte attiva di un percorso che mira alla conoscenza del mare e alla sensibilizzazione sugli impatti ambientali delle azioni dell’uomo. Un compito che vede un forte impegno da parte di tutti i partner di progetto: Ispra – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (coordinatore), Area Marina Protetta “Capo Carbonara”, CIMA Research Foundation, CMCC Climate, ÉcoOcéan Institut (Francia), Stazione Zoologica Anton Dohrn, Triton Research, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Università degli Studi di Palermo, Universitat de València (Spagna), Università degli Studi di Torino.
“In linea con gli obiettivi e le misure di conservazione adottate dalla Comunità Europea per ridurre l’impatto negativo delle attività dell’uomo su cetacei e tartarughe” spiega Antonella Arcangeli, ricercatrice ISPRA e coordinatrice scientifica del progetto, “stiamo lavorando per colmare l’attuale carenza di dati sulla maggior parte delle specie. La citizen science ci darà un contributo significativo nella raccolta di nuovi dati che noi ricercatori potremo utilizzare per aggiornare le procedure per la conservazione e la sorveglianza a lungo termine di aree cruciali per questi animali marini, favorendo contestualmente la cooperazione internazionale”.
***In sintesi***
il progetto LIFE CONCEPTU MARIS
Gli effetti negativi causati dalle attività dell’uomo (attrezzi da pesca abbandonati, traffico, plastiche galleggianti) a cetacei e tartarughe marine sono sempre più evidenti e richiedono nuove strategie di conservazione. Integrando tecniche classiche a tecnologie all’avanguardia, il progetto LIFE Conceptu Maris (CONservation of CEtaceans and Pelagic sea TUrtles in Med: Managing Actions for their Recovery In Sustainability) permetterà nel periodo 2022-2025 di raccogliere nuovi dati, soprattutto in mare aperto,sulla distribuzione di queste specie carismatiche e sulle loro preferenze ecologiche. Valutandol’impatto dei fattori di rischio, si possono così identificare i siti più importanti nel Mediterraneo perla loro conservazione a lungo termine. Il progetto è condotto inizialmente in un’ampia area delTirreno meridionale. Le procedure sono poi replicate anche in Adriatico e Ionio orientale, nelSantuario Pelagos e nel corridoio spagnolo di migrazione dei cetacei, a Nord delle isole Baleari.
Le azioni
Utilizzando i traghetti come vere e proprie navi da ricerca, il progetto punta a incrementare le conoscenze sull’ambiente marino, accoppiando ricerca tradizionale e nuove tecnologie. Le attività più significative sono le seguenti:
• Monitoraggio dai traghetti di fauna, rifiuti marini e traffico marittimo
• Analisi degli isotopi stabili di carbonio e azoto, per chiarire la struttura della catena alimentare in mare
• Rilevamento di microscopiche tracce di eDNA (environmental DNA) disperse in acqua dagli animali
• Impiego di sensori a scafo, installati sui traghetti, per la raccolta dei dati ambientali
• Campagne di citizen science per il coinvolgimento dei cittadini nei monitoraggi
• Corsi di formazione per il personale di bordo, per ridurre il rischio di collisione con i
grandi cetacei
• Stima delle aree a maggior concentrazione di rifiuti galleggianti e valutazione del rischio
di intrappolamento
• Coinvolgimento dei portatori di interesse e sensibilizzazione pubblica
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