Il 18 settembre 2021 l’equipaggio di Progetto Mediterranea ha presentato il risultato del lavoro di 3 mesi di circumnavigazione dell’isola di Sardegna, nell’ambito di un viaggio triennale nel Mare nostrum che toccherà otto paesi che si affacciano sulle sue sponde. “Un lavoro molto importante, anzi urgente e essenziale!”, hanno ripetuto i protagonisti.
In collegamento dalla Grecia il fondatore e ideologo del progetto Simone Perotti, che la nostra rivista ha intervistato recentemente. Ci racconta che la barca ha diversi obiettivi, e questi continuano a crescere per il futuro. La barca è una comunità, una famiglia aperta che viaggia verso una rotta definita. I principi che legano i partecipanti al Progetto sono quelli del ben-essere, non quello economico ma quello del vivere a contatto con la natura. Tra i molti obiettivi spiccano quelli di valorizzare le eccellenze culturali, salvaguardare l’ambiente in modo attivo, testimoniare e agire nel sociale.
La serata è stata accompagnata dalla magnifica musica delle Le Musæ Ensemble, un gruppo strumentale di donne che lasciano il segno. Al piano Maggie S. Lorelli, al flauto traverso Alessia Dall’Asta, al violino Maria Vicentini. La pianista ha dedicato il concerto alle molte, troppe, donne uccise in Italia, quasi sempre per mano dei loro compagni o ex. #bastafemminicidi
L’equipaggio del Progetto Mediterranea è fatto principalmente di persone appassionate, certo, ma anche di grandi professionisti. Filippo Mennuni, capitano e skipper da una vita (comandante, tra le tante, della barca Adriatica che ha toccato tutti i continenti), insieme a Laura Giusti (manager innamorata della vela tanto da fare scelte significative dopo una carriera ad altissimi livelli per Ferrari, Maserati e Lamborghini) comandante e responsabile per Progetto Mediterranea dei progetti di ricerca scientifica. Attività che riguardano ad esempio il campionamento dell’acqua di mare al fine di scoprire tracce di DNA. Di particolare importanza la collaborazione con ISPRA (!link) parte del Ministero dell’Ambiente e il progetto “Spot the Monk” ideato dall’Università Milano-Bicocca, che Progetto Mediterranea sta realizzando nel corso della navigazione 2021 in collaborazione con i ricercatori di Ispra e di questa Università. Progetti di Advanced Citizen Science per sensibilizzare e coinvolgere i cittadini su queste tematiche importanti.
Luisa Tomasi, dalle montagne del trentino alle manovre di bolina di Mediterranea, la passione supera ogni limite geografico. Luisa crede nella lezione di vela come lezione di vita, imparare a navigare come scuola di convivenza.
Nunzia Siragusa responsabile dei progetti sociali, in questo viaggio ha scelto di collaborare con l’Associazione sociale sulcitana Gli equilibristi. Un gruppo di fantastici ragazzi che hanno preso coraggio e navigato con loro per settimane. Vivere la barca aveva diversi obiettivi: riuscire a staccarsi dalla confort zone della famiglia, diventare autonomi, vincere le paure dell’ignoto, saper stare con persone nuove, sperimentare forma di socialità in ambienti completamente nuovi. La barca ha spazi e tempi diversi dalla terraferma, saper convivere con la comunità che si crea in una barca è complicato per tutti, ma per chi deve sforzarsi ogni giorno di combattere contro i limiti delle disabilità, ancora di più. Qui il video che hanno realizzato per raccontare la loro esperienza
Bilancio positivo, dicevamo. “Noi amiamo la Sardegna, ma credo che quello che abbiamo ricevuto quest’estate supera di molto quello che noi proviamo per l’isola”. Le parole del comandante sono chiarissime, e danno la rotta per il futuro. “Vogliamo che le nostre attività siano sempre più rivolte a fini sociali, le soddisfazioni sono enormi da entrambe le parti”.
“La cultura del mare è parte della mia vita, ormai non posso più vivere senza stare in barca,” ci confessa Laura Giusti, ingegnere gestionale, coraggiosa nel seguire la sua essenza. Non è per niente facile rinunciare ai benefits di una carriera molto importante, ma le scelte ‘vere’ comportano grosse rinunce e portano anche grandi gioie. Il suo sorriso solare lo dimostra ogni momento.
Si respira positività, sempre. Anche quando si discute della possibilità di continuare a navigare, senza fondi se non quelli personali. Unica deroga alla scelta di essere indipendenti, l’aver accettato la collaborazione di un partner, la compagnia di Assicurazioni mutualistica, ITAS. Una società che sposa in pieno i valori culturali, scientifici e sociali che Progetto Mediterranea porta avanti da dieci anni. Come Mutua non ha finalità di lucro, ma reinveste i guadagni in progetti a sostegno della collettività e del territorio, specialmente nel Sociale e nell’Ambiente.
I progetti e le collaborazioni sono tante e il progetto è in continua evoluzione. Il 2022 sarà dedicato a far conoscere la Sindrome di Williams, una malattia poco nota che merita la massima attenzione, al pari dell’autismo, problema enorme affrontato nel 2021.
Nuove collaborazioni culturali
La nostra testata giornalistica Mediterraneaonline, diventa partner del grande Progetto Mediterranea, la barca che da dieci anni incontra e fa conoscere le culture del Mediterraneo. Che è ciò che noi facciamo in redazione ogni giorno, tramite tutti i nostri collaboratori che da 2007 si appassionano a questo piccolo grande mare. Era ora che le due realtà si guardassero negli occhi e stringessero un accordo di collaborazione.
La nostra rivista nasce nel 2008 con intenti simili a quelli della barca: dare voce alle culture del Mediterraneo, le tante voci che fanno di questo mare un macrocosmo unico al mondo. La culla della civiltà, madre di ogni cittadino europeo e non solo. La barca da millenni è stata l’unico mezzo di trasporto delle merci, delle persone e delle conoscenze. Senza le autostrade del mare le civiltà greca o romana non sarebbero state le stesse, senza la conoscenza diretta dei popoli stranieri, la conoscenza scientifica, filosofica e culturale non sarebbero potute esistere. Grazie ai naviganti sono nate nuove città, nuovi modi di vivere, nuove lingue. Non tutti sanno che il Sabir è stata per secoli la lingua franca di tutti i porti del Mediterraneo. Il porto come ingresso della città, dal porto si comprendeva la cultura della città.
Abbiamo scelto di chiamarci entrambi mediterranea, noi sul web, loro sul mare magnum. Mediterranea, come cultura mediterranea, la desinenza al femminile non è un caso. La storia del Mediterraneo non è solo quella dei grandi uomini di stato, o di avventurieri in cerca di fortuna. Le donne sono protagoniste silenziose della cultura, del controllo dell’economia, e in molti casi della scienza. Un caso per tutti Trotula de Ruggiero, medico esponente della Scuola medica Salernitana, la donna (nata nel 1035-40) destinata a cambiare le sorti della ginecologia e dell’ostetricia rendendole branche della scienza medica. Cito questa donna come simbolo di intelligenza per tutta la società, non solo per le donne. Una donna che discuteva al pari dei suoi colleghi uomini, il rispetto derivava dalla sua intelligenza. La lista ovviamente è infinita, in tutte le branche del sapere.
Questa premessa per dire che la condizione della donna nel Mediterraneo sarà l’oggetto del nostro progetto per i prossimi mesi. Mediterraneo è donna, potrebbe essere lo slogan facile da ricordare.
Si lavora con passione e con la professionalità che ogni membro dell’equipaggio dimostra, la stessa che la redazione di mediterranea ci mette dal 2008 ad oggi.
Buona navigazione a tutti!