Alghero
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“E parto senza voglia di tornare…
Voglio andare ad Alghero
In compagnia di uno straniero
Su spiagge assolate
Mi parli in silenzio
Con languide occhiate”

Era il 1986 quando Giuni Russo cantava la prima città turistica sarda di quegli anni. Era l’epoca del benessere, delle ferie massive che duravano venti giorni, gli anni dove la vacanza italiana corrispondeva a relax, stabilimenti balneari, musica in spiaggia. Era il tempo dei primi cocktail colorati, la sale da ballo luccicanti e i bikini fluorescenti.

Alghero c’era. Era in prima fila allora, come nei vent’anni precedenti e in quelli successivi.

Sempre sulla cresta delle onde che dalla baia di Porto Conte arrivano a bagnare la cinta muraria del centro storico, Alghero ha fatto della sua vocazione turistica quasi un dovere civico.

Tradizione, non folcklore. Questo l’imperativo trasmesso a turisti, visitatori e residenti.

La cittadina adagiata completamente sul mare, con il promontorio di Capo Caccia che quasi pare una penisoletta a se stante, ha trasmesso l’accoglienza verso lo straniero come una cellula fondamentale del suo dna.

Dall’ormai lontana battaglia del 1353 con la quale l’antica Algeri divenne catalana a tutti gli effetti, le visite esterne sono state accolte come una patrimonio da cui trarre ricchezza, novità, cultura.

Non esiste anziano del luogo che non abbia almeno una volta articolato qualche suono in una finta lingua inglese per comunicare con turisti provenienti da ogni dove. Dalla fine dell’ottocento quando scrittori e giornalisti passavo le vacanze nelle dimore sui bastioni, all’attualità del turismo low cost, dove gli appartamenti dei residenti si mescolano a quelli di catalani, irlandesi e tedeschi.

Alghero accoglie. Amministrazione Pubblica e imprenditori locali hanno affinato nel tempo l’offerta turistica locale puntando ora alla catalanità, poi al corallo e alle Grotte di Nettuno, oggi al turismo sostenibile e alla vacanza attiva.

I percorsi e le bellezze possono sembrare le stesse di sempre, ma il punto di vista dell’osservatore spesso fa scorgere angoli insoliti, colori inaspettati, profumi sconosciuti.

E questa nuova Alghero che vogliamo scoprire e per farlo utilizziamo il mezzo più essenziale, ecologico e che permette un’andatura adatta al viaggio; lenta nel momento in cui vogliamo assaporare il panorama, spedita quando vogliamo godere del fresco sul viso e della brezza nei capelli. Viviamo Alghero in bicicletta. Cicliamo la nostra vacanza al pari dei nordeuropei che di questo turismo sono esperti da anni.

La città è particolarmente adatta alle due ruote. Qualunque sia il mese prescelto per visitare la Barceloneta di Sardegna riuscirete ad assaporare il meglio della Riviera del Corallo, fondervi con i vicoli ricchi di storia del centro storico, sentir risuonare gli echi delle battaglie nelle baie di Porto Conte e Porto Ferro. Sarà la costante brezza marina a guidarvi nelle pedalate.

Utilizzate le ore del mattino per visitare la foresta demaniale Prigionette, nota anche come Arca di Noè, un eccezionale percorso naturalistico ricco di flora e fauna selvatica. All’ingresso nell’area parco vi verranno consegnate le mappe di percorsi per giungere in cima al Monte Timidone. Una sensazione di assoluta libertà si impadronirà di voi lassù. La vista dell’intera baia della Riviera del Corallo, con Punta Giglio e Punta Cristallo vi ripagheranno della fatica del percorso. Una solida mountain bike è il mezzo più adatto per i percorsi sterrati all’interno della foresta demaniale. Dall’Arca di Noè al promontorio di Capo Caccia il percorso non è lunghissimo, ma è meno faticoso se fatto con una city bike in alluminio, la salita è pesante e la posizione più eretta consente di godere del panorama lungo gli strapiombi. Il tramonto a Capo Caccia ha colori pastello che ricordano le diverse tonalità del Corallo, quasi come se il fondale marino volesse riproporsi a quanti non godono delle sue bellezze. Dal rosso intenso al rosa, sfiorando il verde e l’azzurro vicino al contatto con l’acqua.

Impiegate il giorno seguente della vostra vacanza attiva e sostenibile per un tour storico-ambientale ed enologico. Il percorso è vario, semplice e sicuro. Lasciate Alghero in direzione di Fertilia e utilizzate la pista ciclabile interna, ombreggiata e immersa nella macchia mediterranea, quando si interrompe in località Le Bombarde svoltate a sinistra e percorrete la ripida discesa che porta fino a Lazzaretto. Approfittate dell’altezza della vallata per scattare qualche foto al panorama che vi si presenta. Un’enorme distesa di vigneti che arrivano al mare. Percorrere la discesa in velocità, quando l’affluenza alle spiagge è bassa, sarà come riappropriarsi dell’entusiasmo di vivere la bicicletta a dieci anni, privi di freni e con il vento tra i capelli. I filari sono quelli dei famosi vini che spesso profumano sulle vostre tavole: il rosso “Le Bombarde” e il bianco “Aragosta” di Santa Maria La Palma. Terminata la discesa proseguite con il mare alla vostra sinistra e vigneti e ulivi alla destra. L’intera economia cittadina vi circonda. Ciò che di meglio Alghero esporta nel mondo, il mare con i suoi fondali corallini, i vini delle cantine internazionali e l’olio. Un’intera economia che profuma di buono e colora di bello, perfettamente integrata nella natura. Le calette del Lazzaretto si susseguono fino all’antica Torre Spagnola che domina sulla baia principale. Il versante della torre che guarda al mare ha ancora l’aspetto diroccato, provato dagli anni di custodia dell’area, l’altra facciata, tutelata dalla salsedine è interamente rinnovata, con curiose tendine ricamate nelle nuove finestre che hanno sostituito gli archi di esposizione atti alla difesa. Oggi l’antica torre è privata e il suo ruolo di difesa è stato sostituito con quello di accoglienza dei vacanzieri, oltre ad aver ospitato il set della pubblicità della Barilla nel 1999.

Durante la pedalata il profumo dei filari che fremono al sole penetrerà così tanto nei vostri sensi che una visita alle cantine cittadine vi verrà spontanea. La Cantina Santa Maria La Palma vi darà l’opportunità di vedere l’intero percorso dell’imbottigliamento e ricevere informazioni sulle tipologie di uve dei vini che andrete a degustare. Alla Cantina di Sella & Mosca potrete invece immergervi nella storia della famiglia che ha dato vita all’azienda vinicola nell’archivio custodito all’interno del museo, conoscere i diversi tipi di botti in cui fermentano i mosti e degustare anche qui i vini della casa.

Dalle tenute Sella & Mosca, più lontane dalla città, potrete facilmente pedalare verso la necropoli Anghelu Ruju, che ha ispirato il famoso rosso della famiglia viticoltrice.

Dedicate il vostro terzo giorno in bicicletta ad un percorso socio-culturale nel centro storico. L’alba e il tramonto sono i momenti più indicati per la quiete che si impadronisce delle antiche mura lasciandole preda della marea e dei gabbiani che ci svolazzano attorno, l’aria raggiunge una piacevole temperatura e il profumo dello iodio si mescola a quello della salsedine. Partite dal Colle Balaguer e costeggiando il mare percorrete i bastioni immettendovi poi nei viottoli della città antica. Visitate l’antica zona ebraica, dove le stradine ciottolate si fanno più strette e dove le mancate ristrutturazioni delle facciate non hanno ancora dato adito ad affitti turistici, tra quelle mura sarà ancora possibile ascoltare gli abitanti parlare il dialetto catalano-algherese, osservare le anziane donne intrecciare palme per creare cestini e ventagli e visitare le antiche abitazioni al pian terreno, i bassi, per la maggior parte adibite oggi a negozi o depositi. Per questo percorso utilizzate una normale bici da passeggio, munita di cestino, i souvenir e le cartoline da acquistare nel centro storico non mancano. Dopo una colazione alle prime ore del mattino o un aperitivo serale, lasciate il centro storico e percorrete la pista ciclabile lungo il porto, potrete cullarvi ascoltando i campanellini delle barche mosse dalle onde e godere del lungo viale che dalla città porta alla spiaggia.

Se nel noleggio biciclette del centro storico o in quelli lungo il porto avete optato per una tariffa scontata settimanale, avete ancora l’opportunità di percorrere gli itinerari che dalla città portano verso l’agro. Provate la pista ciclabile di Valverde, il percorso è integrato in una distesa di uliveti e frutteti e termina all’omonino santuario dedicato alla Madonnina nera tanto cara alla città. Apprezzabile anche il percorso che da Alghero porta a Uri e durante il quale all’improvviso sarà piacevole scorgere il Lago Cuga e quello che costeggiando il Mar di Sardegna porta a Bosa e durante il quale sarà possibile fare un bagno nella spiaggia de La Speranza, notoriamente dedicata a surfisti e amanti delle onde.

Ulteriori percorsi sarà possibile scoprirli direttamente in loco durante una chiacchierata con il team del noleggio cui farete riferimento che vi daranno volentieri materiale informativo o prenoteranno per voi un escursione con le guide certificate. Ma il meglio del vostro viaggio su due ruote lo avrete quando, pedalando, cambierete strada all’improvviso andando incontro a cammini non battuti, che solo voi conoscerete e che racconterete entusiasti agli amici al vostro rientro. Il bello di una vacanza in bicicletta sta proprio lì, nella libertà del mezzo che lascia ampio spazio all’estemporaneità.

Per info:

www.comune.alghero.ss.itwww.parcodiportoconte.itwww.algheromobility.comwww.algherorentabike.com

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