Inaugurata il 25 Aprile ed in corso fino al 9 Settembre di quest’anno la mostra dedicata a Corto Maltese sta riscuotendo un grande successo di pubblico al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, tra cultori del personaggio ed estimatori del genio fumettistico di Hugo Pratt, turisti, appassionati e curiosi.
Napoli è una città di Mare, mistica ed affascinante e come tutte le città di Mare care ad Hugo Pratt, naturalmente vocata ad aprirsi a tutte le culture, ai vascelli carichi di evocazioni narranti avventure appassionanti e terribili, esperienze di vita marinara, centro cosmopolita accogliente e solare da sempre.
Intitolata “Corto Maltese. Un viaggio straordinario” l’esposizione celebra tanto il personaggio che il maestro che lo ha ideato ed è stata organizzata da Comicon con la partnership di Patrizia Zanotti di Cong ed è parte del progetto “Out of Boundaries Viral Art Dissemination” dell’Università Federico II, patrocinata dal Comune di Napoli e realizzata in collaborazione con Rizzoli Lizard.
È proprio Patrizia Zanotti, collaboratrice del celebre fumettista dall’età di 17 anni e curatrice delle esposizioni a lui dedicate, ad affermare che “c’è stata una strana e interessante coincidenza che ha legato Buenos Aires a Napoli nella vita di Hugo Pratt. Buenos Aires è stata una città fondamentale per gli incontri, l’immaginario creativo e per la crescita artistica di Hugo Pratt, ma quando nel 1987 si trovò a Napoli per una sua esposizione organizzata dall’ente autonomo Mostra d’Oltremare nello stesso periodo la squadra di calcio del Napoli festeggiava il suo primo scudetto con l’argentino Maradona come capitano. Nei manifesti vicini allo stadio e al luogo dove si esponevano gli originali di Pratt si alternavano le immagini di Maradona e di Corto Maltese e pur essendo due immagini completamente diverse, c’era un collegamento fra loro: l’Argentina, il paese d’Oltremare che aveva formato uno dei più grandi calciatori della storia e uno dei più grandi autori di fumetto. E quei personaggi popolari s’incontravano proprio a Napoli, l’Oltremare”.
Alla mostra è abbinato il catalogo che ne riporta il titolo, un volume in cui sono state inserite le testimonianze di esperti del fumetto coi loro approfondimenti sull’opera di Pratt in una sorta di indagine narrativa sul rapporto tra Corto Maltese e le donne, i viaggi ed il mare ma anche tra Pratt, Milton Caniff e Wild Gould per coglierne l’ispirazione scaturita, fino a riscoprire nel disegnatore il fascino per il frammento in linea con l’arte, la letteratura ed il cinema degli anni ’60, attraverso cui racchiudere l’essenza di volti e corpi in un solo tratto deciso e marcato in cui il personaggio si consolida e diventa familiare. Tutto questo serve a focalizzare un’attenzione da diverse prospettive sulla maturità artistica e sulla vita di Hugo Pratt, dei suoi legami familiari, dei suoi viaggi, del culto e del rispetto per i defunti nato dalla ricerca della tomba paterna, del suo legame col cinema, con l’arte e con la poesia. E questo per comprendere a fondo la specularità biografica con Corto in un gioco di assonanze non sempre così scontate.
In Corto Maltese c’è tutto e forse Corto Maltese è sempre esistito in tutti noi, o almeno in tutti coloro che vivono l’esistenza da spiriti liberi, vedendo in lui anche una conoscenza di vecchia data: non a caso quel viaggiare senza andar in albergo ma a casa della gente dà proprio l’impressione che ovunque vada lo si conosca; dunque Corto Maltese è sempre esistito inequivocabilmente nelle letture di Hugo Pratt: in Melville e Conrad, in Verne e Salgari, in Dumas e Lewis, in Marx ed Engels, nel personaggio interpretato da Burt Lancaster nel film “Il Trono Nero”, nella poesia di Rimbaud e Kipling ed in ogni gentiluomo di fortuna che con aria trasognata, felice come uno zingaro a piedi nudi, solca i mari e l’esistenza, navigando e naufragando un po’ ovunque senza mai arenarsi a causa di convenzioni sociali e delle assurde leggi dell’uomo o per via dei confini geografici e della ragione, ma piuttosto sempre alla ricerca di avventura, di amore, di conoscenza e di ogni altra cosa valga la pena di essere vissuta.
Autore e personaggio in effetti si sono sempre specchiati l’uno nell’altro, ecco perché Pratt disegnava Corto a partire dagli occhi, per seguirlo e renderlo partecipe nell’ispirazione e nel vivere un sogno onirico fondato più sulla realtà della magia dei luoghi e dell’evocazione dei ricordi che sull’effimero di una realtà imposta, ingiusta ed artefatta. Da ciò scaturisce l’originalità stessa del fumetto di Corto Maltese: non è una serie ma un insieme di storie a sé stanti ed in ogni tratto l’intenzione del fumettista è quella di insegnare al lettore a vedere il fumetto, non soltanto a leggerlo, e dunque a viverlo, ad entrarci dentro, a farne parte.
D’altronde lo stesso scrittore dimostra, pensando a Cocteau, di disegnare la propria scrittura e di scrivere i propri disegni, dando all’immagine un impatto emotivo e di intimo coinvolgimento per invitarci a compiere finalmente il nostro personale straordinario viaggio.
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