Il giro sul cammello fra le piramidi e la Sfinge, il museo egizio con le mummie e i sarcofaghi, le passeggiate per lo shopping nell’affollato suq di Khan elKhalili o per le strade del centro, la crociera sul Nilo fra i templi faraonici da Abu Simbel ad Aswan fino a Luxor, lo snorkeling e le immersioni nei villaggi turistici sulle coste del Mar Rosso…
Siete proprio sicuri che sia questa la cartolina dell’Egitto che vorreste vedere? O preferireste invece conoscere anche i lati “meno turistici” di questo meraviglioso paese ricco di storia, cultura, ma anche di tante contraddizioni?
Per scoprire la faccia più quotidiana, e forse meno nota del Cairo, avrete bisogno prima di tutto di conoscere, almeno a grandi linee, la storia del paese (in particolare quella recente) e la cultura arabo-musulmana in generale, per capire modi di pensare e atteggiamenti della gente, e munirvi in secondo luogo di un po’ di coraggio (in alcune circostanze), tanta faccia tosta e di… una guida locale, meglio se un amico. Dimenticate dunque la guida turistica che vi fa fare il solito giro obbligato, lasciate stare gli alberghi a cinque stelle, e bandite i ristoranti e i caffè in stile europeo!
Il momento migliore per scoprire l’altra faccia del Cairo, e riconciliarsi con la città e quella che è stata la sua storia, è la notte, quando i negozi iniziano a chiudere e la confusione della folla si allenta un po’. Infilandovi nei vicoli che circondano Khan elKhalili, potete trovare dei caffè dove fumare la shisha e sorseggiare té alla menta fra la gente del quartiere, meglio ancora se gustandovi un meraviglioso budino di riso al latte, oppure potrete passeggiare tra le viuzze, stranamente silenziose e deserte. È qui che ritroverete i luoghi dove il grande Nagib Mahfouz ha ambientato i suoi romanzi più belli e vi sembrerà di poter quasi vedere i suoi personaggi muoversi in tutta la loro umanità.
Se siete invece in centro, non perdetevi un giro sulla feluca (che deve essere rigorosamente quella tradizionale, e non a motore). Non vergognatevi di contrattare sul prezzo, anche questo fa parte della vita quotidiana in Egitto, e non esitate a piantare in asso il vostro traghettatore se non vi ritenete soddisfatti: sarà lui a richiamarvi indietro per trovare un compromesso. Godetevi quindi il fresco della sera sulle acque del Nilo, sia sullo sfondo di un meraviglioso tramonto, oppure circondati dal buio della notte, e lasciatevi cullare dallo sciabordio dell’acqua e dal vento che fa sbattere la tela della vela.
Trasferitevi poi in uno dei caffè di Downtown, possibilmente quelli dove ancora non si trasmettono che le canzoni di Um Kulthum, e fatevi portare indietro di qualche decennio dalla voce della Signora, che vi introdurrà ad una passeggiata notturna per le strade del centro, quelle stesse su cui durante il giorno non si riesce a camminare a causa della folla. Avrete la sensazione di muovervi in una dimensione completamente nuova e quasi irreale, di tornare indietro all’epoca in cui, fra i palazzi in stile mezzo italiano e mezzo francese che popolano Wst elBalad, abitavano i ricchi occidentali che andavano in Egitto a fare affari. Sentirete quasi il respiro della vita della belle epoque cairota passando per le vie che un tempo ospitavano case di tolleranza e cabaret in stile parigino. E arrivare in piazza Soleiman Pasha poco prima dell’alba, sarà come essere nella scena finale del film “?Omarat Ya?cobian”, con i personaggi di alAswani che diventano reali e ci raccontano le loro storie di comune umanità che si intrecciano proprio in questo quartiere.
Per chi poi non vuole perdersi le piramidi nemmeno di notte, ci sono le escursioni con i cavalli o i cammelli che vanno avanti fino all’alba, con partenza e arrivo in vari caffè in stile beduino, con tende e tappeti e cuscini per terra, in cui aspettare il sorgere del sole. Peccato che recentemente la musica troppo alta e il business che è cresciuto intorno a questi posti gli abbia fatto perdere parte del loro fascino iniziale.
Un altro posto dove aspettare l’alba è la collina di Moqattam, ritrovo per soli egiziani che si attrezzano con sedie, coperte, qualcosa da mangiare e da bere (ci sono dei chioschetti dove si trova tè e poche altre bibite) per trascorrere qui le calde serate d’estate, godendo di una meravigliosa vista sulla città intera.
Se invece preferite la luce del sole, un itinerario decisamente fuori dalle “rotte turistiche” è quello che passa per i cimiteri del Cairo, trasformati da “città dei morti” in “città dei vivi”. A pensarci bene dovrebbe sembrare strano, e invece camminare per quei viottoli polverosi è come trovarsi in una città in miniatura, dove la continuità fra la vita e la morte è così naturale da fare sembrare quest’ultima meno terribile e spaventosa. Gli abitanti hanno portato la vita fra le tombe, il che include anche, in alcuni casi, elettrodomestici, parabole satellitari e tutto ciò che serve per le esigenze quotidiane, e dopo i primi sguardi sospetti, ci hanno raccontato la loro vita, aprendoci anche le porte di casa.
Dal cimitero potete trasferirvi al mercato settimanale chiamato “Suq el-gomaa” (mercato del venerdì) o “suq el-hamam” (mercato dei piccioni). È consigliabile tenervi stretti alla vostra guida e non far capire che siete turisti, ostentando un atteggiamento compassato e senza stupirvi di fronte a nulla. Il mercato in realtà è quanto di più irreale si possa vedere: banchetti che vendono ogni genere di prodotti (e si intende OGNI genere), venditori che si sgolano o improvvisano balletti sui banchi, non un centimetro di strada libero, odori di ogni genere, compresi quelli di chi cucina e… animali. Perché, come dice il nome, il mercato è famoso per la vendita dei pennuti, ma si trovano anche altre specie.
Se preferite una passeggiata più comoda e meno affollata, potete visitare la zona di elHossein che è stata recentemente restaurata. I lavori sono finiti da poco, perciò i turisti non sono numerosi, così come i negozi. Le strade sono pulite e ordinate e i palazzi sono stati riportati alla loro bellezza originaria, con le finestre schermate in legno, i portoni intarsiati e le piastrelle di mosaici.
Il Cairo sarà anche rumorosa, affollata, caotica, ma sta a noi imparare a conoscerla oltre la superficie più turistica, scoprire i posti dove la gente vive la sua quotidianità, dove sono passati secoli di storia e di culture differenti. Sotto quel caos c’è l’anima della città, fatta di ricordi, a metà strada fra la realtà e il sogno, che non aspetta altro che le venga data voce e che ci siano orecchi disposti ad ascoltarla, per raccontarsi.