Mostra Fame d'infinito di Maria Lai
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Arte da vedere, sentire, toccare: mai come in occasione del nuovo allestimento, le opere di Maria Lai attraverseranno ogni barriera fisica e intellettuale. Una mostra che è esperienza multisensoriale, concepita per favorire un nuovo approccio all’arte e nutrire la curiosità dei visitatori. Per soddisfare la nostra Fame d’infinito, l’esposizione recupera il dialogo diretto con il pubblico dopo lo stop per l’emergenza sanitaria e la riapertura dell’istituzione museale, avvenuta un mese fa.

La nuova esposizione è stata inaugurata il 26 giugno negli spazi del museo La Stazione dell’Arte, fortemente voluto dall’artista ulassese, in piena sicurezza e nel rispetto delle indicazioni fornite dalle autorità preposte.

La Stazione dell’Arte di Ulassai, nel cuore dell’Ogliastra, in Sardegna, è un museo d’arte contemporanea dedicato a Maria Lai (1919 – 2013). Istituito nel 2006 dall’artista, attraverso una donazione di oltre centoquaranta opere al Comune di Ulassai, il museo, gestito dalla Fondazione Stazione dell’Arte, di cui Maria Lai è stata Presidente onorario a vita, custodisce la più importante e completa collezione pubblica della sua opera e organizza una programmazione espositiva legata ad alcune tematiche per lei centrali, come il rapporto fra arte, comunità e paesaggio.

La mostra è organizzata dalla Fondazione Stazione dell’Arte con il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna, del Comune di Ulassai e della Fondazione di Sardegna, che fa il suo ingresso nella Fondazione Stazione dell’Arte come socio sostenitore grazie alla nomina dell’avvocato Angela Mameli nel CDA dell’Istituzione dedicata a Maria Lai.

«Si tratta di un ulteriore passo in avanti per la Fondazione Stazione dell’Arte– dichiara Gian Luigi Serra, Sindaco di Ulassai e Presidente della Fondazione – che, nell’ampliare i suoi partner istituzionali, rafforza in questo modo la sua missione di valorizzare e promuovere l’importante lascito che Maria Lai ha donato al suo paese natale».

Curata da Davide Mariani, direttore del museo dedicato a Maria Lai, Fame d’infinito scandisce l’intero percorso dell’artista attraverso l’esposizione delle opere più significative da lei donate al Comune di Ulassai. La collezione restituisce, nella sua totalità, l’esperienza creativa di Maria Lai: dalle sculture ai disegni a matita e su china, dai telai alle tele cucite, dai celebri pani ai libri cuciti, dalle geografie alle installazioni e agli interventi ambientali.

Il progetto espositivo, concepito come un’esposizione permanente, è suddiviso secondo un ordine cronologico e tematico ed è arricchito dalla presenza di un sistema di apparati didattici, in italiano e in inglese, da alcune riproduzioni tattili dei manufatti in mostra e da un archivio multimediale interattivo.

«Improntato all’accessibilità fisica e intellettuale, il nuovo allestimento– dichiara Davide Mariani, direttore della Stazione dell’Arte – permetterà allo spettatore di cogliere, attraverso l’uso di sensi diversi (visivo, sonoro, tattile), l’opera di Maria Lai. Allo stesso tempo, segna la nuova vocazione degli spazi del museo che, oltre alla mostra permanente, svilupperà la sua programmazione anche negli altri edifici dell’ex stazione ferroviaria, approfondendo, di volta in volta, alcune tematiche care a Maria Lai, tramite la realizzazione di mostre e progetti site-specific di altri artisti chiamati a dialogare con la sua eredità

L’impiego di materiali, anche molto diversi tra loro, come la terracotta, la stoffa, il legno, la plastica o il plexiglass, svela una propensione alla continua sperimentazione che si traduce in stili e lavori spesso precursori di nuove tendenze e linguaggi espressivi.

Come testimoniano le opere in mostra, la Sardegna, e in particolare Ulassai hanno rappresentato per Maria Lai un’inesauribile fonte di ispirazione. Il suo interesse, con il trascorrere del tempo, si è sempre di più incentrato sull’analisi del rapporto tra l’Io e l’infinito, l’uomo e la natura, il microcosmo e il macrocosmo. «L’artista– continua Mariani – ha saputo trasformare, con sapiente maestria, il proprio vissuto quotidiano in un’esperienza di carattere universale, realizzando lavori a partire dalla reinterpretazione di miti, storie e leggende della sua terra. Il ricorso alla metafora come mezzo capace di svelare il senso profondo delle opere, che costituisce un artificio messo costantemente in atto da Maria Lai per avvicinare l’arte alla gente, si ritrova anche in questa rassegna, in cui lo spettatore è chiamato ad interagire e a trovare la sua personale chiave di lettura.»

IL PERCORSO TATTILE. Il progetto, rivolto prioritariamente al pubblico non vedente e ipovedente, è stato uno dei punti di forza delle numerose iniziative realizzate nel 2019 in occasione del centenario dalla nascita di Maria Lai.

Curato dalla Soprintendenza ABAP per l’area metropolitana di Cagliari e delle province di Oristano e Sud Sardegna, il percorso è stato prodotto in collaborazione con la Fondazione Stazione dell’arte ed il Comune di Ulassai, l’Istituto Regionale Sardegna Ricerche ed il Museo Statale Tattile Omero di Ancona. Con l’aiuto del più tradizionale dei metodi artigianali, come con il supporto delle tecnologie attuali per il rilievo e la stampa 3d, si è dato vita a un itinerario ideale su un corpus di opere di Maria Lai appartenenti alla collezione del museo di Ulassai.

«Non è un caso che questo progetto sia stato portato a compimento nel centenario della nascita di Maria Lai– sottolinea ancora Davide Mariani – poiché esso incarna sicuramente il suo pensiero, ovvero che l’arte sia strumento di vita e di crescita personale per tutti, nessuno escluso». La valorizzazione e l’estensione del godimento multisensoriale di queste opere, attraverso la realizzazione di supporti tattili, nonché di formazione al personale del Museo, consentirà ai visitatori di entrare in relazione con i manufatti secondo un inedito approccio capace di svelare ed esaltare la natura stessa delle opere.

All’interno del museo si trova anche l’archivio multimediale interattivo dedicato alla lettura dell’opera di Maria Lai. Comprende interviste all’artista ed è tematizzato con sistemi digitali che consentono una ricerca organica e completa. Qui è possibile consultare materiali di grandissima importanza, quali i documentari realizzati dal regista Francesco Casu (Il corpus delle Fiabe cucite di Maria Lai, I presepi di Maria Lai, Del diritto e del rovescio, Io sono come un ragno, L’arte come un goal). Inoltre, è possibile fruire, nella postazione d’archivio, delle opere del Museo a cielo aperto “Maria Lai”, come quelle realizzate nel Lavatoio (1982-1989), così come La strada del rito (1992), La scarpata (1993), Il volo del gioco dell’oca (2003), La lavagna (2003), Il muro del groviglio (2004), La casa delle inquietudini (2005) e Fiabe intrecciate. Omaggio a Gramsci (2007).


Fonte: Radiolina

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