Nelle trascorse giornate dal 21 al 25 agosto l’Alta Valle del Tanagro è stata infiammata dalla dilagante passione che Baccanalia, decisamente la festa popolare più accogliente d’Italia, riesce a trasmettere ogni anno, coinvolgendo un pubblico sempre più vasto, proveniente non soltanto dai territori limitrofi ma in pratica da tutta la penisola, con gli affezionatissimi di ritorno a ogni edizione e nuove schiere di curiosi, sempre più attratti da una dirompente spirale di allegria, sana ospitalità e sapori genuini.
Domenica scorsa la popolazione dei gregoriani e lo staff di Baccanalia ha calato il sipario sulla 31^ edizione che accende tuttavia il dibattito sul successo di pubblico anche in questi giorni: infatti la ridente cittadina di San Gregorio Magno ha visto praticamente decuplicare il suo numero di abitanti, accogliendo ben 40 mila cittadini temporanei, provenienti non solo da tutta la Campania e la Basilica, ma persino dalle Puglie e dal Nord Italia, a ben notare il rimescolio di accenti che si confondevano con la musica e i canti popolari lungo via Bacco, epicentro della festa. Insomma, anche stavolta Il bilancio di Baccanalia 2024 ha superato anche le più floride aspettative, confermando il trend positivo di edizione in edizione.
Il merito va tutto agli abitanti di San Gregorio Magno e al loro saper far sentire a casa chiunque, alla Pro Loco San Gregorio Magno e ai suoi volontari, oltre che al coordinamento impeccabile di Donatello Iacullo, direttore artistico di Baccanalia e paladino della sua terra.
Baccanalia quindi cresce, stupisce, si evolve e si rinnova: in questo caso non si parla soltanto di numeri e statistiche ma di una qualità indiscussa e tangibile, tanto dal punto di vista gastronomico, con proposte culinarie tradizionali, è evidente, che culturale, accendendo non soltanto i riflettori su San Gregorio Armeno, ma suscitando grande interesse per le grandi attrattive del territorio e persino di comuni come Romagnano al Monte, un antico borgo divenuto una sorta di Pompei del ‘900 a causa dell’ultimo grande sisma dell’80.
Certo, tanto cibo genuino e le musiche di Santino Cardamone e i Tequila e Montepulciano band ad allietare le serate estive di Baccanalia, ma quest’anno Donatello Iacullo ha voluto puntare anche su una ventata di rinnovamento, pur restando fedele alle radici più intime di questa festosa kermesse nazionalpopolare, portando come novità i tanti laboratori esperienziali e gli itinerari dedicati alla scoperta del borgo antico, che hanno permesso ai visitatori di immergersi completamente nella cultura storica del luogo.
Straordinaria la presenza attiva di Nello Gatti, “l’ambasciatore” come lo conoscono tutti, il quale ha conferito grandissimo appeal alle serate con il suo galante e impareggiabile stile di presentatore, durante i “Pre Dinner Talk“. Infatti, Nello Gatti, globetrotter e fine conoscitore del settore enogastronomico e dell’hospitality, ha condotto in maniera impeccabile gli svariati dialoghi a tema che hanno visto avvicendarsi sul palco rappresentanti delle istituzioni ed esperti nei diversi campi delle attività umane, i quali hanno dibattuto su tematiche quali sviluppo territoriale e valorizzazione delle imprese locali, comunicazione e promozione digitale, offrendo interessantissimi spunti di riflessione.
Nello Gatti ha saputo avocare a sé ospiti e personaggi d’eccezione, attirandoli appunto con la sfida di affrontare un dibattito articolato, tutto incentrato sul futuro di questa bellissima terra, intavolando ragionamenti forbiti sulla destagionalizazione del turismo e, fattore decisivo, la sostenibilità.
Proprio a dibattere di sostenibilità, tra gli ospiti, c’era anche Gaetano Cataldo, nostro caporedattore enogastronomico e navigatore nella cultura del Mare Nostrum, del quale riportiamo il pensiero, durante uno dei Pre Dinner Talk, integralmente visibile da qui:
“È proprio il caso di dirlo: a via Bacco, fulcro del paesino ed epicentro di Baccanalia c’è aria di “Paesia“, quella forma di sentimento che riunisce tradizioni, Genius Loci, allegria genuina, poesia e antropologia in un’atmosfera di altri tempi, quella che si respira ancora, evviva Dio, nei paesi come San Gregorio Magno.
La sostenibilità deve poter essere certamente ambientale ed economica, ma deve esprimersi anche dal punto di vista sociale, per la tutela delle comunità rurali e per garantire prospettive ai giovani che vogliono restare. Questa sostenibilità sociale deve poter vedere anche i singoli farsi ambasciatori virtuosi della propria terra e, da questo punto di vista, si può solo confermare che i gregoriani hanno un senso genuino dell’ospitalità e grande passionalità nel raccontare il bello e il buono che avvolge tutto il nucleo cittadino”.
Inoltre, Gaetano Cataldo ha introdotto il concetto di cantina diffusa, di turismo intermodale, di manager di destinazione, evidenziando il grande potenziale di San Gregorio Magno e riconoscendo che attività di ampio profilo culturale come Luoghi Letterari possano apportare linfa nuova, una prospettiva inedita un dialogo costante in favore di tutta l’Alta Valle del Tanagro.
Significativi gli interventi di Francesco Costantino, copywriter e comunicatore che, da assiduo testimone di Baccanalia nel tempo, ha sottolineato la sobrietà di una manifestazione che ha assunto decisamente autorevolezza e consenso, di Carlo Scatozza, direttore di Campania Slow e giornalista, che ha suggerito di incernierare il territorio attorno al vino e al cicloturismo, oggigiorno sempre più in voga, e di Vincenzo Peretti, professore ordinario Zootecnica Generale presso l’Università Federico II di Napoli, il quale ha proposto un piano articolato sulla rivalutazione delle Denominazioni Comunali, in difesa della biodiversità e delle Comunità Rurali.
Esperienza di grande arricchimento e che vale assolutamente il viaggio, quella di Baccanalia, che da semplice sagra ha saputo evolversi in manifestazione di cultura popolare, tesa sinceramente a valorizzare l’autenticità di un territorio e di tutto ciò che potremmo definire “paesitudine”, ossia quella sana attitudine a vivere un tempo a misura d’uomo, apprezzando la lentezza e la genuinità di quei paesi, dei piccoli borghi, esperendone il vivere quotidiano e ritrovandovi un’Italia d’altri tempi, oggi dimenticata nelle grandi città, sempre più inghiottite da modernismo, fretta, esterofilia, apparenza ed alimentazione basata su cibi processati.