Viste spettacolari, paesaggi di mare e di collina di un’Italia di periferia è l’ambientazione scelta da Luca Miniero per il noto film “Benvenuti al Sud” ambientato a Castellabate in provincia di Salerno. La località resa famosa dalle riprese per la Medusa film è un’oasi naturalistica di rara bellezza. Inserita nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e nell’Area Marina Protetta di Santa Maria di Castellabate, è sito di conservazione di numerose specie animali e vegetali protette a livello europeo. Castellabate si affaccia sul mar Tirreno nel golfo di Salerno. Il comune si estende per 19 Km lungo la costa cilentina dove si alternano senza soluzione di continuità lunghe spiagge dorate, spiagge di sassi, scogli, dirupi, baie e calette naturali. La “Zona Lago” è un sito reso ancora più prezioso dalle distese di Pancratium maritimum, il giglio di mare, che trova il suo habitat ideale nelle zone costiere, nelle sabbie sottese tra la terra e il mare. La popolazione locale è oggi preoccupata da un progetto di riqualificazione del litorale che potrebbe arrecare danni alla sempre più rara entità botanica.
Quella di Castellabate è la settima spiaggia più bella d’Italia in base alla classifica del concorso nazionale La più bella sei tu organizzato da Legambiente nel 2016. A contribuire all’importante riconoscimento c’è sicuramente lo scenario estivo della bianca fioritura del raro giglio di mare che trova a Castellabate un naturale sito di propagazione e conservazione. Il Pancratium maritimum è infatti una specie vegetale d’importanza comunitaria (Direttiva Habitat 92/ 43/Cee) la cui diffusione contribuisce al consolidamento e conservazione del delicato ecosistema delle dune costiere.
La zona, luogo turistico di rara bellezza, vede circa 60 proprietari di case affacciate nel sito di conservazione botanica impegnati personalmente nella protezione del giglio di mare. Non è infrequente infatti vedere i residenti darsi da fare nell’eliminare i lunghissimi fusti di Carpobrutus edulis o fico degli Ottentotti, pianta succulenta invasiva, originaria dell’Africa, dell’America meridionale e dell’Oceania, che soffoca letteralmente la flora locale. Non è solo la pianta aliena che sembra però minacciare il fiore bianco mito di leggende mediteranee fin dall’antichità. Un progetto dell’amministrazione comunale prevede infatti la costruzione di una passeggiata sulla spiaggia nella “zona Lago”, una passerella in legno di circa 1,5 Km sorretta da pali conficcati nella sabbia. Il timore di chi è solito passare le vacanza estive in questo luogo, la zona più selvaggia del sito, è quello che i lavori di palificazione per la passerella possano arrecare danno alle piantine di giglio, che la passerella possa divenire zona di accumulo di rifiuti, che possa influenzare la luminosità naturale, che possa in qualche modo arrecare danno al delicato ecosistema.
Nella deliberazione del Consiglio Comunale di Castellabate del 13/01/2017 si parla di “interventi di bonifica delle aree e riqualificazione del patrimonio esistente, in chiave di fruibilità del territorio quale attrattore turistico naturale” e di “interventi … poco invasivi e soprattutto rispettosi delle caratteristiche naturali del sito quali la spiaggia… le essenze erbacee”.
Il Sindaco di Castellabate Costabile Spinelli, interpellato sul caso dalla redazione di mediterraneonline, ha voluto dare le sue rassicurazioni sul fatto che nessun danno verrà arrecato alle specie vegetali presenti nell’area interessata dal progetto:
“Premesso che la Comunità Europea attraverso una Direttiva Habitat tutela la fascia dunale e che la nostra Amministrazione è da sempre impegnata alla conservazione e al miglioramento della nostra amata costa, mi preme evidenziare che la costruzione della passerella pedonale sulla spiaggia della frazione Lago di Castellabate non arrecherà alcun danno alla vegetazione. Al contrario, il lavoro è stato progettato in modo da tutelare il giglio marino Pancratium maritimum, elemento importante per lo sviluppo della duna costiera, realizzando una struttura sopraelevata dal filo della spiaggia di circa 50 cm e larga 2m, per ottenere lo sviluppo e la crescita del giglio, senza soluzione di continuità di questa delicata quanto fondamentale pianta.”
Ma le parole del Primo Cittadino non bastano ai 60 proprietari delle residenze estive, dei quali la Dott.ssa Anna Amato si è fatta portavoce, che non sanno in che modo e con quali mezzi verrà effettuata la palificazione, non sanno come il Pancratium verrà preservato durante e dopo i lavori. Promettono dunque battaglia legale annunciando un ricorso al Tar fra le cui motivazioni comparirà la questione naturalistica del giglio di mare.
Alle soglie di un’altra imminente estate il Pancratium risorge dalla sabbia come per incanto e ignaro della controversia tra il Comune e i residenti si prepara a protendere il suoi boccioli verso il sole. Un sole del sud che risplende e riscalda un sito naturalistico set cinematografico fra i più belli d’Italia.