Nel cuore della Toscana, a Barberino Val D’Elsa, si trova Oka Cucina, Vini e Caffè: Okada e Alessandro vi maritano cucine, ingredienti e culture. Saperi e Sapori felicemente coniugati nell’incontro tra Mediterraneo e Giappone.
Il Pithecusa Rosso celebra l’antico nome di Ischia, la gastronomia a base dei sapori di terra e la peculiarità di due vitigni storici campani a bacca rossa, il Piedirosso e l’Aglianico, mostrandone un volto inedito per le speciali condizioni pedoclimatiche e la marittimità.
La Locanda Nonna Rosa a Somma Vesuviana è un must per tutti gli amanti del baccalà e lo chef Vincenzo Nocerino è considerato tra i maggiori interpreti di questa eccellenza ittica.
Nel giorno dell’Immacolata, questo 8 dicembre alle ore 10:00, verrà celebrato il 270° anniversario dall’edificazione della Chiesa Madre di Castel San Giorgio con uno speciale annullo filatelico, dedicato al contempo a festeggiare il 170° anno del Dogma dell’Immacolata e il 70° anno dalla messa in posa della colonna e dell’annessa statua della Madonna, tra i simboli cittadini di questo piccolo borgo dell’Agro Sarnese Nocerino, ubicata in Piazza SS. Martiri d’Ungheria.
Un po’ della storia di Prignano Cilento, raccontando Viticoltori De Conciliis e il Perella, uno tra i Fiano più espressivi del Cilento.
Il rasoio di Occam è un metodo attribuito a Guglielmo di Occam, filosofo e teologo inglese, vissuto nel XIV secolo, il quale richiedeva di “non moltiplicare gli enti oltre il necessario”.
In altre parole il principio di base vorrebbe che, tra ipotesi e spiegazioni in competizione tra loro per operare la scelta più attendibile ed efficace, venga presa in considerazione la più elementare, quella cioè in cui la ricerca delle prove per avvalorarla e renderla inconfutabile è meno dispendiosa. Pertanto minore è il numero di assunzioni per corroborare una tesi e più semplice sarà l’ipotesi, quindi la scelta preferibile tra le tante.
Un territorio, quello di Montemarano, una cantina, quella di Giovanni Molettieri, e un vino, il San Giovanni Taurasi, che omaggia questo borgo irpino e il suo patrono.
Il Fiano di Agricola Bellaria dopo 10 anni: territorio, caratteristiche e abbinamento.
Il Donna Lucrezia Campania Bianco Igt 2021 di Agribeeo ondeggia al calice nell’intensità di un colore dal giallo paglierino, vivo ed ammaliante, con archi abbastanza fitti e lacrime a lenta discesa, raccontando al sorso molto della mano che lo ha prodotto. Dalle origini del Catalanesca alla storia singolare di Vito Graniglia, uomo di mare e titolare di Agribeeo, azienda agricola biologica in quel di Somma Vesuviana.
Il Fiano del Cilento prodotto da Tenuta Massanova, le sue caratteristiche e l’abbinamento, tra storia dei luoghi e paesaggio.
La zona di Morrone della Monica, è l’area di origine delle uve di Pallagrello Bianco deputate alla produzione del Morrone di Vini Alois, situata ai piedi del Monte Friento: qui le vigne, impiantate nel 2005, allevate a Guyot e poste a 360 metri di altitudine, godono di un’esposizione Est-Ovest e di declivi dalle buone pendenze, oltre che di suoli dalla matrice prevalentemente argilloso-calcarea, per un totale di poco più di due ettari.
I vini prodotti da Nino Asta provengono anche dalle uve allevate nei tenimenti aziendali di Bosco Falconeria, una contrada di Partinico in provincia di Palermo: così Astavini si fa interprete di due aree in perfetta linea di continuità, grazie al clima mediterraneo dispensato da due golfi e alla geomorfologia dell’entroterra, realizzando così vini di grande sostenibilità e carattere, espressi in poche bottiglie ma dall’alto valore qualitativo. Qui le note di assaggio del Matri Igt Terre Siciliane del 2023.
Giunto alla IV edizione il Sake Days, che si celebra a Firenze ogni anno, viene realizzato dalla Scuola Italiana Sake e presenta un ampio ventaglio di attività e masterclass. Per un’intera settimana andrà in scena la cultura giapponese più autentica attraverso un viaggio ideale nel mondo del sake.
Pietro, Gianni e Francesco Daniele sono tre fratelli che, oltre a gestire la cantina Tredaniele, rappresentano dei veri e propri riferimenti per il territorio e degli ambasciatori della cultura cilentana, attraverso percorsi esperienziali e gastronomia: infatti dispongono anche di un atelier dei sapori tradizionali, incastonato in una villa settecentesca, dove i visitatori possono assaggiare pietanze tipiche in abbinamento ai vini. Qui l’assaggio di Corsole, un loro Fiano, con abbinamento
Antonella Amodio presenta Calici & Spicchi al Napò Sushi & Pizza a Teggiano il 7 agosto
Con il suo lavoro Montessori ci aiuta a comprendere che le guerre dipendono solo in ultima istanza dall’effetto degli squilibri economici, mentre le cause più profonde sono da ricercarsi già negli errori provocati da interventi educativi inadeguati durante l’infanzia. La pace è anzitutto un problema pedagogico e la responsabilità ultima della sua realizzazione è insita nell’educazione stessa. Altro che le cene organizzate di Lollobrigida
La nuova El Dorado della gastronomia campana è indubbiamente il Piennolo, il famoso pomodorino pizzutello che viene tradizionalmente coltivato, come indicato nel disciplinare, nei diversi territori dei comuni vesuviani della provincia di Napoli.
Le Cantine Ciervo sono parte integrante del paesaggio e della vita, lentamente scandita ad un ritmo di altri tempi, di Dugenta e di altre aree limitrofe. Anche se l’anno di apertura ufficiale dell’azienda è il 2007, la famiglia Ciervo ha origini da generazioni di viticoltori e produttori locali: infatti era il 1864 quando il loro avo Nicola Ciervo acquistò una cospicua mole di terreni nella zona tra San Silvestro e Bosco Cupo in Sant’Agata dei Goti per piantare le viti, dando vita alla tradizione vitivinicola che possiamo apprezzare oggi.
Arturo Erbaggio è nato a Napoli nel ’77 ed è cresciuto ad Afragola. Nel 1996 ottiene il diploma di maturità scientifica, laureandosi nel 2003 in Scienze e Tecnologie Agrarie presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e successivamente in Viticoltura ed Enologia presso l’Università di Foggia nel 2009, conseguendo inoltre diversi corsi e abilitazioni professionali durante il corso della sua ultraventennale attività lavorativa. Per quanto da piccolo abbia odiato il lavoro in campagna, oggi la sua ammirevole carriera è tutta incentrata sulla forte passione per la viticoltura e l’enologia.
Il Coda Rara viene prodotto in un vigneto a Paternopoli, precisamente in contrada Graffuri, posto a 550 metri sul livello del mare. Si tratta di viti a piede franco dell’età di circa 120 anni, una ricchezza incredibile se si pensa alla presunta o pretesa età media degli impianti attuali, allevate a tendone su terreni di natura calcareo-argillosa, ricchi di sabbie e materiale piroclastico. La prevalenza delle uve impiegate vede naturalmente la Coda di Volpe Nera e una piccolissima quota di uve a bacca rossa della stessa area, per un totale di 150 piante in 2000 m². Dopo la vendemmia manuale, verso la fine di ottobre, le uve vengono diraspate e pigiate sofficemente, quindi macerate con fermentazione a temperatura controllata. Il vino che ne deriva affina in barriques di rovere francese di secondo passaggio per 8 mesi.
Nella frazione varnese di Novacella si trova la tenuta Pacher Hof, di millenaria memoria, con la cantina e il vinhotel, dedicato al relax e all’enoturismo. Andreas Huber, viticoltore e maestro cantiniere, è l’erede di Joseph Huber, il quale sposò Maria, una delle quattro figlie di Andreas Pacher, nel 1849, avviando così la viticultura e impiantando per primo la cultivar Kerner. Andreas Huber ha studiato presso la l’Istituto di Viticultura “Veitshöchheim” a Würzburg, ereditando evidentemente la passione per il vino dai suoi avi e gestendo una superficie di ben 8 ettari, tutti vitati con varietà a bacca bianca. Insomma, la storica cantina è un punto di riferimento dell’enologia bolzanese e, da sempre di proprietà familiare, costituisce un vero e proprio condensato di passione, talento e know-how tramandato di generazione in generazione.
La Poesia è uno stato di grazia che investe quegli animi capaci di provare emozioni e sentimenti, ma soprattutto è quella forma d’arte che si avvera anche grazie a chi trova il coraggio di esprimerla, dichiarando la propria sensibilità. L’espressività è importante, come certamente lo è anche il metodo, ma è sorprendente quanto la scolarizzazione, talvolta, sia ininfluente ad aprire la via alla musa ispiratrice, che talvolta inciampa proprio sul preteso rigore della metrica che talvolta offusca quell’umanità di cui i versi s’hanno da intridere.